I giovani Teodasia esordiscono con Upwards, un concept album ispirato all’epic metal nordeuropeo e, contemporaneamente, a melodie lontane dai canoni del genere.

A una prima occhiata Upwards ripaga. La grafica della confezione è ispirata e preannuncia una cura professionale dell’intera opera.

Poi Priscilla Fiazza (vocals), Fabio Compagno (guitars), Nicola Falsone (bass), Francesco Gozzo (drums), Michele Munari (keyboards), con un’alternanza di musiche eteree e battagliere, trasportano l’ ascoltatore verso un mondo fantastico parallelo al reale. La dimensione fantastica nasce dalle sensazioni, dall’introspezione e dai ricordi confusi con tracce fiabesche. 

Il primo pezzo, Intro-Spection, è tutto strumentale e dalla melodia affascinante. L'album così parte bene, dimostrando buona qualità e capacità di percorrere strade musicali autonome, nonostante il rischio di far calare l’attenzione, dato il ritmo lento.

Seguono le canzoni Tempteress, Revelations e Lost words of Forgiveness (col duetto di Priscilla Fiazza e Fabio Lione, cantante degli italiani Rhapsody of Fire). Un insieme di momenti armonici ed epici, con temi ambigui che alternano suggestioni erotiche, fumose sensazioni d’oscurità e di luce allo stesso tempo e antichi ricordi.

Close Call e Clarion Call faticano un po’ a trascinare l’ascoltatore. Le musiche e i brani pop-rock sembrano meno ispirati rispetto alla qualità generale. Manca un qualche guizzo capace di farle apprezzare con passione.

A Powerful Life si apre con una melodia vocale accattivante e propone il primo assolo di chitarra vero e proprio (ce ne saranno pochi altri). Hollow Earth, Aurora, Pandora’s kinght, My Minotaur cantano di pulsioni soggettive che irrompono e alterano il mondo reale. Il dolore, la tristezza, il peccato, istinti mostruosi dell’animo lottano contro una volontà benevola di redenzione e pace. La distanza tra mondo soggettivo e oggettivo scompare e ritorna ritmicamente. La musica viaggia fluidamente verso una liberazione e una leggerezza spirituale. Eulogy è un altro pezzo strumentale con un arrangiamento e una composizione affascinanti.

Dal punto di vista della produzione e del mastering l'album suona bene; il livello è professionale, il grande lavoro che c’è dietro all’album è evidente e godibile.

Ringrazio il musicista Federico Agresti (bassista dei toscani Astral Divesito) per un aiuto tecnico.

Upwards e i Teodasia provano con onestà professionale a non farsi condizionare dai cliché del genere musicale né a imitare i tanti tipi di eccessi tipici delle band rock o heavy metal. I molti spunti originali creano un buon risultato: l’ascoltatore è trasportato in una dimensione parallela e fantastica e non ha l’impressione di esserci già stato né di sentire musiche già note.

Un “fantastico” in bocca al lupo ai Teodasia e un buon ascolto agli appassionati!