Nel backstage con Noemi.

Questa somiglianza estetica tra te e Merida. Senti anche tu un tuo lato ribelle e nella tua vita hai preso in mano il tuo destino come ha fatto Merida? 

Noemi: Nel mio percorso professionale credo di aver dovuto avere molto coraggio per affermarmi perché sono sempre stata considerata un prodotto poco vendibile e oltre al colore dei capelli (e secondo mia madre anche il temperamento) mi sono sentita molto solidale con Merida.

Qual è stato il tuo contributo nella colonna sonora della versione italiana? Hai contribuito anche all'adattamento dei testi? 

Noemi: Per me è stato un grande onore collaborare con la Pixar, sono sempre stata appassionata dei loro film, conoscendo la loro storia (Noemi si è laureata al Dams, ndr), apprezzandone l'arte e la tecnica grafica, il loro approccio che è molto determinato ma tranquillo, attraverso un lavoro accurato e non frettoloso, come anche io cerco di fare.

È stata una vera esperienza nel mio percorso professionale, ed è stato bello collaborare in questa cosa. Ho contribuito con la voce, ma non ho voluto cambiare nulla, mettendo a disposizione del testo la mia voce.

Mi è piaciuto anche il come si è lavorato.

Mentre incidevo le parole c'era uno schermo davanti a me che proiettava le immagini su cui sarebbe stato montato il pezzo e devo dire che mi ha aiutato molto per l'interpretazione perché guardando Merida e notando il suo temperamento, il non farsi dire da nessuno chi è e chi deve essere, la sua determinazione nello scalare le montagne, cavalcare e scoccare frecce, ho trovato la giusta ispirazione.

Come ti sei trovata con queste sonorità diverse dalle tue?

La musica celtica è stata per me una grande sfida perché non avevo mai portato avanti questo tipo di ricerca stilistica, ma l'ho apprezzata e sfruttata al massimo perché penso che nella vita sia fondamentale accettare la novità, la sfida, perché è solo lì che si impara qualcosa di nuovo.