La meta del lungo viaggio di Roland, o meglio la sua ossessione, sorge su un prato di rose rosse che cantano: è una Torre altissima e scura, lungo il cui tronco si aprono infinite finestre poste a spirale, lampeggianti di luce blu- elettrico; a ognuna di esse corrisponde uno dei molteplici mondi paralleli del Macroverso. La Torre controlla il tempo e lo spazio, esiste fisicamente nel mondo di Roland e sotto diverse sembianze negli altri.

In una terra vuota e popolata di uomini vuoti, Roland non cerca la Torre perché è giusto, ma perché costituisce l’unica cosa – uno scopo – che può farlo sentire reale dove non c’è più nulla di solido o certo. Nulla tranne il cavaliere e la sua determinazione.

Roland non è solo nella sua ricerca: a lui si affiancano tre personaggi (Jake, Eddie, Susannah) estratti da diversi “quando” e “dove”, più una piccola mascotte animale, Oy. Insieme formeranno un ka-tet: “Noi siamo ka-tet, siamo uno da molti” dice Roland, ovvero un gruppo legato insieme dal Ka (il destino) e che ha condiviso il Khef, l’acqua della vita.

Il concetto di Ka è presente in molte opere di King, anche in quelle non strettamente collegate alla Torre Nera. Forza inarrestabile, amico della buona quanto della cattiva sorte, il Ka non è predeterminazione assoluta ma le singole capacità umane non bastano a cambiarne il disegno: occorre un’alleanza di spiriti e intenti, oltre alla facoltà consapevole di affrontare ogni conseguenza. 

Ambientazione

L’ambientazione che caratterizza l’intera serie si gioca tutta nei primi tre volumi: un fantasy – western distopico, o meglio postapocalittico, con elementi horror e fantascientifici. Volendo riassumere, un esempio di proto-new weird.

King ammette di non aver avuto idea di dove sarebbe andato a parare quando ha iniziato a scrivere la storia: “La mia roba migliore” dice ”più che dalla testa è venuta dal cuore… o dalle viscere, luogo da cui scaturisce la più potente scrittura emotiva”

Di sicuro, una pianificazione a priori non c’è stata: la saga nasce da una singola scenografia iniziale e vuole esplorare un’emozione primaria più che estrapolare dal mondo delle idee cognitive; lo sfondo cosmologico- mitologico si svela nel progredire dei volumi attraverso indicazioni spesso frammentarie e la trama è plasmata in modo tutto sommato estemporaneo. Non a caso fra il IV e V volume è stata scritta una prima guida – The Dark Tower: A Concordance I, di Robin Furth – per  fare un po’ di ordine e aiutare King a orientarsi senza contraddizioni nel proseguo della saga -  a cui ne è seguita una seconda, The Dark Tower: A Concordance II, dopo la pubblicazione del VII volume. Queste due mini-enciclopedie sono state in seguito riunite in un libro unico, The Dark Tower: A Complete Concordance (2006).

In sintesi, il mondo di Roland è un insieme di terre e mari che galleggiano nel Prim, il magico brodo primordiale della creazione. Dal Prim è originato Gan – lo spirito della Torre Nera – generatore dell’universo fisico e creatore del tempo. L’onda del Prim ha lasciato sulla terra vari elementi arcani, tra cui i sei Vettori, che assicurano il giusto svolgere del tempo, tengono unita la realtà e separati i molti universi che la compongono, nonché il loro cardine, la Torre. Queste strutture fondamentali sono state a un certo punto compromesse dai Grandi Antichi, responsabili della distruzione totale del cosiddetto Mondo-che-fu.  I sopravvissuti si sono riorganizzati in una sorta di feudalesimo western – Arturiano: Arthur Eld, eroe glorioso, possiede una spada chiamata Excalibur (da cui saranno fabbricate le famose pistole dal calcio in sandalo) e fonda un ordine cavalleresco votato al Bene e alla difesa dei deboli, i cui appartenenti sono impegnati a offrire “aiuto e soccorso” secondo un preciso cerimoniale. In sostanza, abbiamo quelli che King chiamerebbe i “gemellanti” di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, con Gilead al posto di Camelot.

Troviamo varie regioni: l’Entro-Mondo, anticamente governato dall’Affiliazione e diviso in Baronie (tra cui quella di Gilead), il Medio – Mondo, nel quale si svolge la massima parte della quest, il Fine – Mondo dove, in un campo di rose rosse, sorge la Torre Nera, e le Terre di Confine. Si parla anche di Oltre – Mondo, termine metaforico per indicare tutto ciò che è al di fuori delle zone “civilizzate”. Al tempo di Arthur Eld questi territori erano uniti e formavano il Tutto- Mondo.