"Questo non è un saggio sul fantastico": il caveat iniziale giunge al lettore direttamente dalla stessa autrice. E in effetti è vero, questo non è solo un saggio sul fantastico, ma è molto di più: perché, dell'elaborazione fantastica, del suo ruolo fondamentale nell'evoluzione umana e dei suoi acerrimi nemici, Silvana De Mari sviscera le radici più profonde alla luce dell'antropologia, della neurobiologia, della sociologia, della psicologia, dell'etnologia, della filosofia e della religione.

E se tutte queste 'logie' rischiano, a prima vista, di intimidire il lettore, non si tema, perché l'esposizione è così chiara e coerente da essere perfettamente leggibile anche per il neofita. Il tutto condito col consueto e irresistibile stile ironico che caratterizza la De Mari conferenziera e che rende la lettura, se possibile, ancora più avvincente.

La scrittrice riprende qui, ampliandoli, spunti già toccati nel precedente saggio - Il drago come realtà - o trattati di frequente nel suo interessantissimo blog.

Chi la segue puntualmente troverà pertanto una comoda summa organizzata per tematiche, mentre chi non la conosce avrà la possibilità di scoprire per la prima volta gli importanti risvolti e implicazioni che questo genere reca in sé.

Inoltre, il saggio smonta certi luoghi comuni come ad esempio l'indiscussa positività tout court che viene attribuita normalmente all'influsso illuministico sul pensiero occidentale, o ancora leggende metropolitane come quella che vorrebbe Voltaire paladino delle idee altrui ancorchè contrarie alle proprie (il suo celebre detto "Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo" non è infatti mai stato da lui pronunciato).

Inoltre, volendo, vi troverà pure un codice interpretativo della bellissima esalogia di cui la De Mari è altresì autrice, visto che le idee qui esposte si ritrovano abbondantemente anche nel suo tessuto narrativo.

Fa da complemento un dvd tratto dallo spettacolo teatrale tenutosi il 13 gennaio 2012 al Teatro Baretti di Torino. In esso si alternano letture, musica e interventi ove la scrittrice sintetizza il contenuto delle numerose conferenze tenute sul Fantastico nel corso dei suoi tour promozionali.

Giunti a fine lettura del supporto cartaceo, si potrà anche non concordare con tutte le conclusioni che vengono tratte, ma è innegabile come la scrittrice metta sul piatto fondamentali spunti di riflessione che ogni serio appassionato di fantastico dovrebbe porsi o della cui esistenza, quanto meno, dovrebbe prendere coscienza.

E' una lettura critica che, come il saggio precedente, andrebbe insegnata e discussa nelle scuole medie, e se ci sono insegnanti all'ascolto li invito ad adottarla come testo di approfondimento per le proprie classi. Parimenti, invito il lettori di FantasyMagazine che siano studenti dalle medie in avanti a proporlo ai propri professori, spesso così pregiudizievolmente scettici, quando non addirittura sarcastici, nei confronti di questo genere letterario, scioccamente considerato infantile. E chissà mai che, argomentazioni alla mano, si riesca a 'convertire' qualche 'miscredente'...