La saetta

Torniamo ora alla questione della cicatrice: oltre a essere, come abbiamo visto, un canale di comunicazione, essa è anche un marchio, un elemento che V. JA. Propp ha individuato come tratto distintivo tipico del corredo eroico. (8) Quello di Harry, oltretutto, ha una forma ben precisa: una saetta. Il fulmine, e relativo tuono, come simbolo divino fa parte di moltissime culture antiche: citando solo alcuni dei moltissimi esempi, per i Greci era attributo di Zeus, di Giove per i Romani, di Thor per le popolazioni nordiche, di Azaka-Tonnerre per le popolazioni haitiane, di Hadad per quelle semitiche, di Hora Galles e Pajonn per quelle finniche, di Perun per quelle slave, di Rudra e Indra per gli Indù, di Tarhun per gli Ittiti, di Tinia e Aplu per gli Etruschi, di Kaminari e Take-mika-zuchi per i Giapponesi, di Lei-zi per i Cinesi, di Min per gli Egiziani, di Chaac per i Maya, di Illapa per gli Inca, di Mchabo per gli Algonchini, di Namarrkun per gli Australiani, di Tawhiki per i Maori. In particolare, poi, la folgore è uno dei maggiori simboli dell’iconografia buddista, a significare il potere spirituale della “buddità” che frantuma le realtà illusorie del mondo. (9)

La saetta richiama inoltre un’altra forte simbologia mistica, quella della runa Sowelu, che ha appunto tale forma.

L’alfabeto runico (Futhark) è suddiviso in tre famiglie (Aettir) di otto rune ciascuna: Freya, Heimdall e Tyr. Sowelu appartiene alla seconda, che si riferisce alle grandi prove della vita, ed è l’ultima di questa serie. Come riassumono Umberto Carmignani e Giovanna Bellini (10) queste prove sono quelle “necessarie per forgiare il carattere ed entrare in contatto con il senso profondo dell’esistenza: il rapporto con la morte (runa Hagalaz), con il dolore della perdita (Nauthiz), con il vuoto (Isa), con la capacità di rinascere dalle proprie ceneri (Jera), di scendere nelle profondità dell’inconscio (Eihwaz), di penetrare attraverso i misteri centrali dell’amore (Perth), di contattare la dimensione spirituale (Algiz) e poter finalmente affrontare nella pienezza della scelta (Sowelu), l’ultima fase del percorso”, cioè quella in cui, forti e saggi grazie alle lezioni apprese, potremo mettere la nostra conoscenza al servizio altrui, per aiutare il prossimo a superare gli stessi ostacoli di cui abbiamo avuto ragione.

Se si fa mente locale a tutte le tappe runiche appena menzionate, ci si accorge che corrispondono esattamente a quelle affrontate anche da Harry. La saetta Sowelu, che segna il principio e la fine della fase di Heimdall, ricordando a tutti l’eccezionalità dell’unico sopravvissuto a un Avada Kedavra in tutta la Storia della Magia, rappresenta quindi la scarica di energia finale che “unisce le polarità del cielo e della terra in una deflagrazione di luce […]. È la preparazione all’illuminazione, […] un annuncio della realizzazione del sé”. (11)