Pinza per Mastectomia
Pinza per Mastectomia

I riti in questo culto, per mantenersi fedeli al timbro cupo del fumetto, hanno l’aggiunta di tocchi più sanguinari di quelli che si facevano nell’antica Grecia, come nei sabba delle streghe: cerimonie che si svolgevano di notte, spesso in foreste o grotte, dove si usavano unguenti allucinogeni da spargere sul corpo, c’erano danze e musiche frenetiche, calderoni dove far cuocere i sacrifici, anche umani. E che questi riti abbiano un che di demoniaco Miura lo fa capire quando tra le fiamme fa apparire la figura di Slan, il membro femminile della mano di Dio, ispiratrice del vizio della lussuria. La contrapposizione che nasce tra eretici e Santa Sede nell’opera di Miura (il simbolo di Cristo viene nel fumetto riproposto come una colomba con le ali aperte come se fosse in croce; tuttavia, da come è disegnato rammenta anche il Bastone di Asclepio, simbolo della moderna medicina, e il Caduceo di Ermete con due serpenti che si avvolgono attorno ad un bastone) vuole ricordare quella del conflitto che nella storia c’è stata tra Cristianesimo ed Eresia (spesso associata al Satanismo perché si vedeva chi la pensava diversamente come il Male, come ispirato dal Maligno: tant’è che sono stati perseguitati come eretici coloro che non accettavano la ricchezza della Chiesa e la criticavano, ricordando il principio di povertà cristiano come facevano i francescani.

Simbolo della santa sede
Simbolo della santa sede

Elemento questo citato in La Neve e la Fiamma. Un confronto che mostra, con abiti differenti, come entrambi sono le facce della stessa medaglia fatta di violenza e imposizione. Come nel Devilman di Go Nagai, non c’è speranza per l’umanità che continua a seguire capi, non c’è pace per chi si adegua al volere dei grandi: l’unico modo di trovarla è di trovare e seguire il proprio cammino, senza affidarsi a nessuno. Una lezione che non solo Gatsu, ma anche altri personaggi principali e secondari, hanno imparato a mettere in pratica per non incappare in un destino amaro. I grandi gruppi, le masse, sono qualcosa di aberrante, d’innaturale. Lo capisce lord Azan, vicecomandante dell’Ordine della Sacra Catena, di fronte all’isteria che si è creata attorno a Sant’Albione; ma ancora di più lo fa Lady Farnese, colpita dalle parole e dal modo di agire di Gatsu, che scatenano una vera e propria crisi. Una crisi che mostra come la fede in cui credono in molti non è altro che l’adorazione di un’icona, non di un Dio vero e proprio. Una fede vuota seguita da gente vuota, priva di veri valori e ideali, come lo sono i membri della nobiltà, preoccupati solamente d’ottenere e mantenere una posizione sociale il più alta possibile, usando la Chiesa come scudo e pretesto dei loro interessi, come la storia ha sempre mostrato. Un mondo senza amore, dove i matrimoni erano combinati tra le casate nobiliari per ottenere vantaggi politici ed economici, come è successo al re delle Midlands.

Caduceo
Caduceo

Una storia, quella del continente europeo, a cui Miura attinge a piene mani. L’ambientazione disegnata mischia elementi dell’Alto e Basso Medioevo (giostre tra cavalieri, balli in corti sfarzose che ricordano quelle rinascimentali, battaglie campali e assedi ai castelli che vedono impiegati cannoni), tratteggiando un paese, quello delle Midland, che ricorda la campagna, i villaggi e le città inglesi, anche se presenta tratti di altre zone del nord Europa (Germania, paesi scandinavi).

Sedia delle streghe
Sedia delle streghe

Tuttavia l’elemento che fa pensare con forza d’essere ispirazione alla nazione inglese, è il riferimento (almeno nel nome) alla famosa Guerra dei Cento Anni tra Inghilterra e Francia, dato che Midlands è in guerra con Tuder per lo stesso identico lasso di tempo. Altro riferimento storico a tale periodo è rivolto a Lady Farnese, dato che il nome che porta è quello di una famiglia italiana che intorno al 1500 contava fra i suoi membri uomini di chiesa (Paolo III – Alessandro Farnese, eletto nel 1534: da ricordare che qualche anno più tardi ristrutturò l’Inquisizione per combattere la protesta luterana); la fisionomia del suo volto si rifà a quella di Giulia Farnese, sorella di Alessandro, ricordando lo stile dei dipinti rinascimentali e quello delle acconciature in esse riprodotte.