L'ora scarsa di Walt Disney e l’Italia – Una Storia D’Amore passa fin troppo velocemente. Nonostante la ricca mole di interviste e testimonianze video d'epoca, il documentario scorre davanti agli spettatori come una giostra delle meraviglie.

L'ispirazione alla base del lavoro di raccolta e montaggio del materiale da parte di Marco Spagnoli è una domanda che forse ci ha sfiorato la mente: perché c'è un rapporto speciale tra le creazioni di Walt Disney e l'Italia?

Come ricorda il documentario, esiste una Disney italiana dal 1938. Autori di fumetti Disney italiani hanno varcato l'oceano e sono stati di riferimento per gli statunitensi tanto quanto quelli di oltreoceano lo sono stati per gli italiani.

Decine e decine di personaggi creati in Italia fanno ora parte del canone disneyiano.

Topolino è stato l'unico fumetto USA a non essere bandito negli anni dell'autarchia e l'utilitaria della Fiat che nel 1935 ha motorizzato l'Italia, la 500, non a caso aveva il soprannome di Topolino.

Ricordiamo inoltre che il settimanale con i fumetti Disney  è in edicola dal 1932 (con una interruzione nelle uscite solo durante la II Guerra Mondiale) e ha da poco varcato la soglia del numero 3000.

Il documentario parte però non tanto dalle opere quanto dal loro autore, altrimenti detto lo Zio Walt. Narrato dalla voce di Vincenzo Mollica, anzi dal suo alter-ego papero, Vincenzo Paperica, il percorso affronta diversi temi e porta la testimonianza di diverse generazioni di creativi, artisti, scrittori e attori. Tutti ci raccontano del "loro" Disney, perché di personaggi così imponenti, larger than life dicono gli anglofoni, ognuno di noi ha la sua storia da raccontarci.

C'è chi parla "semplicemente" dell'importanza che film e fumetti disneyiani hanno avuto e hanno ancora nella loro vita, c'è chi porta la testimonianza di una conoscenza diretta.

Nel documentario non è presente la visione dell'"uomo comune". Le testimonianze riportate sono di persone che della creazione artistica, in diverse discipline, hanno fatto una professione. Le uniche testimonianze "comuni", per altro indirette, sono le risate dei bambini durante le proiezioni. Non ritengo sia una mancanza, quando una precisa direzione registica. 

Il frammento mancante del mosaico è lasciato allo spettatore. La visione del documentario avrà sicuramente l'effetto in ognuno di noi di rievocare la "nostra" storia Disney, riportandoci all'infanzia in alcuni casi, o anche al presente, se abbiamo figli o nipoti. In ogni caso, basta ascoltare attentamente le testimonianze per osservare che anche se non abbiamo dedicato la vita all'arte, le nostre storie hanno tanti punti in comune.

C'è anche un piano narrativo nel documentario, non affidato ai personaggi, ma al racconto oggettivo di alcuni eventi, di quei momenti chiave che hanno contribuito a rendere la Disney qualcosa di profondamente italiano tanto quanto statunitense.

In tal senso il documentario non fornisce una risposta univoca alla domanda. Si limita, come il buon giornalismo deve fare, a riportare il dato di fatto, riportando eventi e testimonianze, dando poi allo spettatore il compito di ragionare sui perché.

Walt Disney e l’Italia – Una Storia D’Amore non dimostra tesi, non fa sociologia, rimanendo volutamente sul piano del racconto delle emozioni. Trattandosi di Disney, che sulla produzione e legittima commercializzazione delle emozioni ha costruito un Regno Magico, non poteva essere altrimenti.

Un documentario ben fatto e consigliato a tutti.