Gianni Pacinotti, in arte Gipi, è uno di quegli autori, nel mondo fumettistico italiano, che ha bisogno di ben poche presentazioni. Le sue graphic novel sono spesso opere impegnate e impegnative, che esprimono il suo "tormento" e parlano, con uno stile di disegno acquarellato e spesso minimalista, di pezzi di vita vissuta, spesso realistica a livelli quasi dolorosi. A Lucca Comics e Games 2015 ha portato Bruti, suo primo esperimento nel mondo dei giochi di carte.

Luigi Cecchi, in arte Bigio, d'altro canto, è un autore di comic strip disponibili gratuitamente sul web, di carattere fantasy e dallo stile cartonesco, colorato, allegro e vivace, che prende di mira e prende in giro gli stereotipi del fantasy e del gioco di ruolo, in una serie, quella di Drizzit, che in oltre 1400 strip ha raggiunto migliaia di lettori di ogni età, e che già l'anno scorso ha prodotto un gioco di ruolo e un gioco di carte, portando quest'anno a Lucca le nuove espansioni di entrambi.

Due percorsi artistici e personali profondamente differenti che li hanno quindi portati entrambi, nell'ultimo periodo, ad approdare su una riva simile. Riguardo la loro esperienza in merito li ha intervistati Gioconomicon, in un interessante evento di Lucca Games che metteva a confronto i due amati autori.

Bigio e Gipi, dal fumetto al gioco

Bigio quindi ci ha raccontato di come, per lui, il passaggio dal fumetto al gioco di carte e al gioco di ruolo sia stato poco traumatico, in quanto da sempre giocatore di D&D, GdR e giochi vari, al punto di avere avuto in passato collaborazioni a tema D&D con la Asterion press. D'altro canto Gipi, pur essendo stato a sua volta master e giocatore di D&D, oltre che grande appassionato di fantasy, aveva abbandonato questo ambito da anni. Eppure ora, sostiene, ha solo "dovuto fare una sottrazione": continuare a inventare e disegnare, "togliendo però il tormento". Inoltre, ha raccontato al pubblico, lui da sempre produce per uso privato piccoli giochi di carte, che spesso però finivano cestinati. La differenza, questa volta, è stata l'aver notato il successo del gioco presso i suoi amici e familiari, che gli hanno successivamente consigliato di produrlo.

Bigio ci ha poi raccontato di come, mentre per il GdR aveva già varie infarinature che gli hanno permesso di lavorare con maggiore cognizione di causa all'elaborazione di quello di Drizzit, per quanto riguarda il gioco di carte si è semplicemente presentato all'editore con un'idea, insistendo affinché venisse rispettata la sua natura e per avere un gioco collaborativo così da mantenere la linea portante del fumetto, ma accettando ogni tpo di idea e miglioramento proposto dai più esperti.

I Bruti, disegno di Gipi
I Bruti, disegno di Gipi

Gipi invece, dopo aver elaborato l'idea di un gioco di carte, ha scelto di far conoscere il suo progetto tramite crowfounding. Il motivo principale di questa scelta è stato il cercare di farsi conoscere dagli appassionati di giochi, e non solo dai fan dei suoi fumetti, anche per cercare di inserirsi pian piano in un mondo che gli era estraneo e in cui temeva potesse essere visto con diffidenza. Ora, ci racconta, incontrare e consegnare il gioco a tutti coloro che l'hanno finanziato, gli da quasi la sensazione di incontrare qualcuno con cui ha lavorato. Tutto molto improntato, quindi, ad attirare un tipo di pubblico differente dal suo seguito abituale.

"Io faccio parte di una serie di autori che l'editoria tradizionale ancora fatica a capire", ha detto invece Bigio, spiegando al pubblico come funziona la sua pubblicazione, interamente gratuita, dei lavori sul web. Proprio per questo motivo, ha raccontato, il cartaceo del suo fumetto è arrivato solo nel momento in cui sono stati gli stessi fan a richiederlo. Seguendo questa stessa logica, anche il GdR e il gioco di carte sono arrivati nel momento in cui è stato il pubblico, praticamente, a volerlo.

Per quanto riguarda la trasformazione da fumettista a disegnatore di carte, Bigio ha raccontato di come prima di tutto avesse disegnato su carta, accettando poi i consigli per le regole, e di come il suo stile si sia evoluto nel corso di anni di web comic. Gipi, invece, ha spiegato come per lui il passaggio sia stato difficile, in quanto ha "passato gli ultimi vent'anni a decostruire il suo stile di disegno", per adattarlo alle storie che voleva raccontare, e di come non credeva di essere più capace di disegnare in altra maniera. "Ho recuperato il disegnatore ragazzo di venti anni fa", ha raccontato, "E alla fine è andato tutto liscio."

Drizzit
Drizzit

A questo punto l'intervistatore ha chiesto ai due disegnatori se, quando hanno deciso di lanciarsi nel mondo del mercato ludico, lo avessero fatto visto il particolare momento economico che questo mercato sta attraversando. Mentre Gipi ha spiegato di come fosse totalmente all'oscuro delle meccaniche del mercato, e di aver realizzato il gioco solo per il piacere di averlo "vero", Bigio ha raccontato di come lui, nella sua esperienza nella ludoteca che ha contribuito a creare e nelle fiere in cui ultimamente ha spesso presenziato, aveva una maggiore cognizione di causa di come funzionasse questo mercato. Eppure, sul momento di buttarsi in quest'impresa, non ha fatto indagini di mercato, e, sia lui che gli editori, si sono buttati nel mercato del gioco cartaceo quasi ad occhi chiusi. Inoltre, dopo aver ricevuto un riscontro positivo sullo stile di disegno, ha ricevuto diverse altre proposte per altri giochi, e in questo momento sta lavorando al progetto, ancora in fase embrionale, di un gioco di strategia con per PG degli animali antropomorfizzati che interpretano personaggi famosi – un esempio su tutti il panda che rappresenta Gandalf, trasformato in Pandalf – e che probabilmente verrà presentato e finanziato tramite kickstarter.

Bruti
Bruti

Sull'argomento altri progetti Gipi ha invece raccontato di come stia lavorando a delle espansioni per Bruti, visto che molto materiale è rimasto escluso dal gioco finale, e che sta lavorando ad un nuovo gioco con carte, tabellone, miniature e in cui, apparentemente, si combatteranno degli alieni.

L'ultima, interessante domanda di un fan, rivolta ad entrambi gli autori, è stata se credono che i loro giochi possono riuscire a portare neofiti dei giochi in questo mondo per loro nuovo. Gipi ha sostenuto che crede saranno pochi i suoi lettori che si affacceranno a questo mondo – anche visto il solito, particolare target a cui le sue graphic novel si rivolgono – sebbene abbia raccontato di alcuni suoi fan venuti apposta e che per la prima volta hanno acquistato un gioco di carte – ma, ha detto, "Io ci spero, se il mio lavoro può aprirgli una nuova porta sono contento". Mentre Bigio ha sostenuto di fare un gioco di carte che spera possa essere apprezzato da tutti, senza un target in età preciso, e che ha scoperto che molti si sono affacciati al GdR per la prima volta con il suo gioco di Drizzit, cosa che l'ha reso felice.