Geralt di Rivia, la creazione fantasy letteraria dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski, ha raggiunto negli ultimi anni una popolarità notevole, grazie principalmente alla saga videoludica realizzata da CD Projekt Red e giunta nel maggio scorso al terzo capitolo, The Witcher 3: Wild Hunt. Il videogame può già vantare cinque Golden Joystick Awards 2015 in altrettante, diverse categorie oltre ad aver venduto circa sei milioni di copie in un mese e mezzo dalla data di uscita.

Il tutto è stato ovviamente reso possibile, oltre che dall'abilità degli sviluppatori, dal successo che la saga originaria di racconti e romanzi ha inizialmente ottenuto nella madrepatria del suo autore (la prima storia pubblicata in Polonia risale al 1986) e, in seguito, in tutto il mondo. Attualmente composta di sette volumi, di cui i primi due comprendenti storie brevi, l'epopea del cacciatore di mostri a pagamento (Wiedźmin in originale, Witcher nella traduzione inglese e Strigo in quella italiana) è stata tradotta in venti lingue e, nel nostro Paese, Editrice Nord ha da poco distribuito nelle librerie La Signora del Lago, che ne è l'atto conclusivo (immagine a sinistra). Di futura uscita anche da noi è il sidequel, ambientato tra i primi due volumi, Sezon burz (titolo che sarà probabilmente reso con La Stagione delle Tempeste) pubblicato originariamente nel 2013.

Tomasz Bagiński
Tomasz Bagiński

È stato diffuso nella tarda serata del 5 novembre (ora italiana) il comunicato ufficiale che annuncia che The Witcher diventerà una sequenza di film e una serie televisiva. Il primo adattamento cinematografico è previsto per il 2017 e si tratterà di una coproduzione tra la statunitense Sean Daniel Company responsabile, tra altre, della realizzazione della trilogia de La Mummia (1999 – 2008) e del remake di Ben-Hur (previsto per il 2016) e la polacca Platige Image, specializzata in animazione, computer grafica ed effetti digitali.

A dirigere la trasposizione sul grande schermo di Geralt di Rivia e dei personaggi che popolano il mondo creato da Sapkowski sarà Tomasz Bagiński, che si è già occupato dei filmati introduttivi dei primi due videogiochi ispirati alla saga. Il regista e illustratore è conosciuto soprattutto per aver adattato in un corto d'animazione, nel 2002, il racconto fantascientifico Katedra dell'autore, anch'egli polacco, Jacek Dukaj.

La sceneggiatura sarà invece realizzata da Thania St. John, che ha lavorato a episodi di Lois & Clark – Le nuove avventure di Superman, Buffy l'ammazzavampiri ed Eureka. Nel comunicato che ha reso ufficiale il progetto su The Witcher, è spiegato che il primo adattamento cinematografico (auspicabilmente di una serie) introdurrà il protagonista, i suoi comprimari e il suo mondo e si baserà sui racconti Lo strigo e Il male minore pubblicati nel primo volume della saga letteraria (Il Guardiano degli Innocenti, 2010).

Uno screenshot del gameplay di The Witcher 3: Wild Hunt (2015)
Uno screenshot del gameplay di The Witcher 3: Wild Hunt (2015)

Non è la prima volta che la creazione di Sapkowski è oggetto di una trasposizione live action, ma non di certo con una produzione di alto livello come promette di essere quella che esordirà nel 2017.

Marek Brodzki diresse nel 2001 un film dal titolo Wiedźmin (The Hexer o The Witcher il titolo internazionale) in cui Michał Żebrowski interpretò la parte di Geralt, mentre l'anno successivo esordì un'omonima serie televisiva che durò una sola stagione, per un totale di tredici episodi. In realtà la pellicola cinematografica era la versione, condensata e piena di tagli, del successivo adattamento per il piccolo schermo e lo stesso Sapkowski ne espresse un giudizio assolutamente negativo. Non furono da meno, nel considerarlo un prodotto meno che mediocre, neanche critici e lettori della saga.

Andrzej Sapkowski
Andrzej Sapkowski

Tenendo conto che le trasposizioni appena ricordate si basavano anch'esse sui primi racconti di Sapkowski a essere pubblicati, il progetto appena annunciato non potrà che fare di meglio e, ci si augura, riuscirà magari a convincere lo scrittore sessantasettenne, che ha sempre dichiarato disinteresse anche nei confronti dei videogiochi basati sulle sue creazioni, ad apprezzare il lavoro di Bagiński.