Il viaggio dell'eroe in ambientazione polinesiana. Questa è la sintesi di Oceania, nuovo lungometraggio di animazione prodotto dai Walt Disney Animation Studios.

Se pensavate che con l'avvento della Pixar la distinzione tra questa e i Disney Studios  fosse solo formale, Oceania è un progetto che può portarvi a ricredervi.

Siamo davanti a un Classico Disney a tutti gli effetti, e la giovane protagonista Vaiana è una Principessa Disney, come emerge anche dall'autoironica battuta del semidio Maui, co-protagonista del film.

Ma se pensate che la locuzione Classico Disney voglia dire un mero ritorno al passato, devo un'altra volta smentirvi. Le fiabe, perché di questo stiamo parlando, non sono narrazioni avulse dal momento storico in cui sono raccontate, bensì assumono la loro funzione di storia edificante proprio perché parlano ai loro contemporanei, pur raccontando di mondi di fantasia.

La Polinesia di Oceania è allo stesso tempo un luogo mitico e un luogo reso in modo verosimile. All'epoca di internet sbagliare un dettaglio può affossare un progetto, non si può più fare qualcosa pensando "ma chi vuoi che la vedrà all'altra parte del mondo?". E poi il mercato è globale.

Quale sia stato il lavoro di documentazione ve lo abbiamo detto qualche tempo fa, dalla viva voce della produttrice Osnat Shurer.

Un primo sguardo a Oceania

Un primo sguardo a Oceania

Articolo di Emanuele Manco Venerdì, 30 settembre 2016

Le impressioni no spoiler dalle prime immagini mostrate alla stampa del nuovo film di animazione Disney, presentato dalla produttrice Osnat Shurer.

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Oceania è un film fatto con "i ferri del mestiere", ossia con una struttura narrativa classica, basata sul viaggio eroico del "prescelto", colui (o colei in questo caso) che assolve pienamente alla sua funzione di protagonista, perché è proattiva nel cambiare uno stato di cose che ritiene insoddisfacente.

In questo caso Vaiana è un'adolescente il cui più grosso conflitto con il padre è in merito al suo desiderio di navigare, di solcare quell'oceano che la popolazione della loro isola sembra invece volere ignorare.

Se Vaiana non fosse colei che si rende conto che non si possono trascurare certi segnali, come il progressivo impoverimento delle risorse naturali del territorio, in primis terreni dove coltivare palme da cocco e fondali dove pescare nei paraggi dell'isola, non ci sarebbe narrazione. È la storia di Vaiana, mica quella della raccoglitrice di cocco della capanna accanto che ha fatto solo questo, dignitosamente e con serietà, ogni giorno della sua vita.

La piccola Vaiana
La piccola Vaiana

Vaiana ha l'ingrato compito di essere colei che si accorge che l'Oscurità sta arrivando. Un'antica leggenda narra che il semidio Maui avesse sottratto alla Dea Te Fiti la pietra che le conferiva il potere di dare prosperità alla Terra, per scopi che conosceremo durante il film. Questo furto ha scatenato la cupidigia della mostruosa Te Ká, una gigantesca creatura di lava che pur di prenderla non ha esitato a lanciare l'oscurità nel mondo conosciuto, cominciando a inaridirlo.

Vaiana vorrebbe quindi, molto semplicemente, trovare Maui che da mille anni è dato per disperso, farlo salire sulla sua barca, condurlo al cospetto di Te Fiti e fargli restituire la pietra che nel frattempo è giunta proprio tra le mani della ragazza.

L'Oceano infatti, anche se non rappresentato in modo antropomorfo come il dio Poseidone della nostra mitologia, è un soggetto attivo, un messaggero che si occupa di selezionare la sua campionessa per la prova, nonché un muto compagno d'avventura. Per questo lo indico come Oceano e non come oceano. La tecnica d'animazione sviluppata per rendere le acque dell'Oceano espressive in ogni loro manifestazione è uno dei fiori all'occhiello del film.

Però anche l'Oceano ha dei limiti, è d'aiuto, offre opportunità, ma saranno Vaiana e Maui a dover fare il grosso del lavoro, affrontando pericoli sia in superficie che nelle sue profondità.

Tutto sommato convenzionale, pur se molto spettacolare, è l'atto che riguarda il pericolo in superficie, con i bizzarri pirati Kakamora rivestiti di gusci di noci di cocco.

Quello che invece risulta affascinante, psichedelico, un vero ritorno a un Disney stile anche disturbante, come potevano esserlo i trip di Alice nel paese delle meraviglie è l'atto nelle profondità, è l'atto in cui Maui e Vaiana affrontano il gigantesco granchio Tamatoa, vecchio nemico di Maui, al quale in circostanze non meglio chiarite aveva sottratto la sua arma, un arpione magico che permette al semidio di cambiare forma. Da solo contiene metà del potenziale immaginifico del film.

Tamatoa
Tamatoa

Alla miscela Disney non possono mancare le canzoni. Spero al più presto di rivedere il film in originale perché vorrei sentire cantare The Rock, che doppia Maui, nel giusto contesto narrativo. Dwayne Johnson può permettersi questo e altro. Come nei classici Disney la narrazione prosegue durante le canzoni, anzi in qualche modo la puntellano, ma non sembrano memorabili.

Oceania è il film con il quale la Disney ha assolto al suo scopo di portare in sala un film di animazione quest'anno. Entrerà nei classici perché, pur non raggiungendo forse le vette di altri capolavori Disney, ci sarà almeno un bambino che tra vent'anni guarderà a questo film come il "suo" classico Disney, se è vero che tra quelli della mia generazione c'è chi guarda con simpatia a Robin Hood, classico che solo il passaggio del tempo ha reso tale, a mia modesta opinione. 

Maui in Oceania
Maui in Oceania

Tornando all'esigenza di contestualizzazione citata prima, è innegabile che alla miscela classica si siano aggiunti elementi nuovi. Finito il saccheggio delle mitologia e della favolistica occidentale, si è costruito un fantasy che guarda ad altri patrimoni di leggende, ancora inesplorate per noi occidentali.

Non si può negare inoltre che Oceania contenga un velato messaggio ecologista, meno didascalico e meno drammatico nell'impatto di quello di Hayao Miyazaki, della cui lezione questo film sembra comunque aver attinto.

Vaiana
Vaiana

I tempi attuali impongono la protagonista femminile. Ora se questo vi sembra un progresso rispetto ai classici, vorrei dirvi, con un po' di sfrontatezza, che come stereotipo era il principe puro di cuore che salvava la bella principessa nel castello, stereotipo moderno è l'onnipresenza dell'eroina che salva la situazione.

Se arriverà un momento in cui si sceglierà il sesso di un eroe protagonista per ragioni che non siano il trend del momento ne sarò ben lieto. Oceania non riesce a levarmi la pulce dalla testa che la scelta di una protagonista femminile più che femminista sia dovuta alla legittima esigenza di proporre un film che risponda alle esigenze del pubblico di riferimento. Ne potremo parlare anche quando voi lettori vedrete il finale del film.

Ci sono mille ragioni in ogni caso per vedere un film. Oceania è il prodotto di un'industria dell'intrattenimento ben rodata, capace di costruire 103 minuti indirizzati a tutta la famiglia, con diversi momenti e chiavi di lettura a seconda dell'età degli spettatori. Un film ben fatto che non annoia, per trascorrere momenti piacevoli. Mi sembra una buona ragione per vederlo.