Si intitola I confini del vento il primo episodio di HAXA, opera a fumetti del veronese Nicolò Pelizzon che sarà pubblicata in quattro volumi da Bao Publishing. Il secondo si chiamerà Ombre d’acqua e qui finisce la nostra conoscenza sul futuro HAXA, di cui abbiamo letto per voi il primo numero.

La prima domanda a cui dobbiamo rispondere è: cos’è l’HAXA? Semplificando, si tratta della forza che tiene unite tutte le cose, un’energia che si manifesta attraverso due tipi di “arte”: l’ars goetia – la capacità di evocare creature da altre dimensioni – e l’ars alchemica – la facoltà di manipolare gli elementi a partire da particelle invisibili. In totale, solo il 6% della popolazione umana è in grado di utilizzare l’HAXA, ignota fino a 75 anni prima dell’inizio di I confini del vento, in coincidenza con il crollo della torre di Al Hillah – quasi una nostra Babele. Storicamente, i goetiani utilizzano i loro poteri per portare distruzione nel mondo, mentre gli elementalisti, se vogliono, possono unirsi all’hexacustodit, una sorta di polizia magica in lotta contro i goetiani. 

Sophia, la protagonista della storia, è solamente un’adolescente quando si rende conto di essere un’assida, una persona dotata di poteri magici. Ben presto viene scoperta dai suoi coetanei ed è costretta a fuggire dal collegio in cui risiede, abbandonata dalla famiglia e dagli amici. Sarà l’incontro con una gyangu, una gang di strada di goetiani, a cambiare la sua vita. Nella gang conoscerà Aiko e Claire, due ragazze come lei in lotta contro tutto e tutti. 

Nonostante i personaggi risultino ben caratterizzati, il punto forte della storia è la sua ambientazione: Pellizzon è riuscito a ricostruire un mondo in cui convivono in modo piuttosto pacifico influenze e stili diversi, che vanno dal post apocalittico, al manga giapponese, all’urban fantasy. Tutti questi elementi, che presi singolarmente farebbero pensare a un pastiche, risultano sorprendentemente ben amalgamati e danno vita a un contesto credibile che invoglia il lettore a saperne di più. Personalmente non sono una grande fan del filone narrativo “gang di strada dal look punk che combatte contro il sistema”, ma in questo caso si ha la netta sensazione che si tratti solo di una fase di passaggio nel processo di crescita di Sophia, e che nei prossimi episodi vedremo un’eroina alle prese con situazioni e problemi diversi. 

Il tratto di Pellizzon è semplice ma di impatto, con un’attenzione per la palette di colori e il character design dei personaggi. Nel volume sono inserite delle schede di approfondimento che spiegano alcuni aspetti del mondo: si tratta di testi e articoli di giornali arricchiti dalle note a margine e dagli appunti di Claire. Alla fine della storia è stato inserito un glossario per spiegare i termini di invenzione di Pellizzon. 

Nel complesso I confini del vento ci è sembrato un buon esordio per una saga fantasy da tenere d’occhio. Buona lettura.