John Wick questa volta l’ha fatta davvero grossa. Ha osato uccidere sul suolo sacro dell’hotel Continental e ora sul suo collo pende una taglia milionaria. L’unico vantaggio che gli è stato concesso prima che il fior fiore dei killer di tutto il mondo provi a fargli la pelle, è di un’ora appena. John però sa quel che fa, e soprattutto ha capito che è arrivato il momento di riscuotere vecchi favori. Due donne del suo passato lo possono aiutare, una a scappare da New York per raggiungere Casablanca e l’altra in Marocco a trovare il capo della Tavola Alta, la mega organizzazione criminale che lo ha scomunicato.

Se vai al cinema a vedere una commedia con Jennifer Aniston sai esattamente cosa aspettarti. Se non ti piacciono i film romantici con canzoncine pop e trama infarcita di equivoci che portano al grande amore nel finale, è meglio se in sala non ci metti proprio piede. Idem per John Wick, perché è dal primo film della serie che gli autori hanno messo bene in chiaro che alle chiacchiere, alla trama e alla credibilità loro non ci pensano proprio, e l’unica cosa che conta è vedere come e quanta gente riesce ad ammazzare Keanu Reeves. Non sarà un tema profondo ma nemmeno le commedie con Jennifer Aniston trattano di massimi sistemi.

Chiarito questo si può iniziare a parlare di John Wick 3: Parabellum ormai approdato al fantasy più che alla action pura. Se nei due capitoli precedenti c’era almeno nelle premesse una parvenza di storia, la questione del cane morto nel primo, l’esplosione di casa nel secondo, arrivati a questo punto non si fa più nemmeno finta. Si inizia con un quarto d’ora buono di combattimenti (ed alcune trovate davvero divertenti), fino all’entrata in scena di Anjelica Houston, in grado di dare un’aria mitica a tutto con la sua sola presenza. Spassosa anche Halle Berry e la sua coppia di cani lupo muniti di giubbotti anti proiettile, che usa come armi letali contro Jerome Flynn, un’altra notevole faccia di bronzo.

Il terzo atto del film però inizia a perdere qualche colpo, perché per quanto ci si possa divertire a vedere Keanu Reeves ammazzare gente con la sua espressione monocorde, dopo un’ora e mezza si avverte un po’ la stanchezza. Chad Stahelski che ha diretto anche i due capitoli precedenti, non fa nulla per evitare l’effetto “lezione per stuntman” e non è sufficiente cambiare location qua e là per ridare freschezza alla pellicola. Sarebbe bastato alleggerire i ben 143 minuti di almeno tre quarti d’ora, portando fino in fondo la sacrosanta decisione di fare di un action movie senza storia una lunga scazzottata ininterrotta, e rendere questo terzo capitolo indimenticabile quanto i precedenti. Peccato, ma le attese per l’annunciato John Wick 4 restano altissime.