Chiariamo subito una cosa: no, Dylan Dog non è diventato gay.

Sgombriamo, quindi, il campo dalle inutili e pretestuose polemiche (create principalmente da chi l’albo non l’ha neanche preso in mano) che si sono andate a sommare le une sulle altre negli ultimi giorni a seguito delle interviste rilasciate da Recchioni e Masiero alla Repubblica. Fatta questa premessa, andiamo a parlare, davvero, di questo numero 399 e del suo, tanto chiacchierato, matrimonio. Trattandosi di una anteprima uscita a Lucca con un mese di anticipo rispetto all’uscita regolare nelle edicole, però, lo faremo limitando gli spoiler al minimo per non rovinare la sorpresa ai lettori.

Dylan Dog 399
Dylan Dog 399

Parlare di questo albo, così come del successivo, significa per forza di cose parlare anche del curatore della testata, Roberto Recchioni, e del suo rapporto con i fan dell’Indagatore dell’Incubo. Mai come in passato, infatti, un direttore di Dylan Dog è riuscito a polarizzare così fortemente l’opinione del pubblico nei suoi confronti, creando una spaccatura molto netta tra chi lo apprezza e chi, invece, non lo sopporta (per usare un termine diplomatico). Opinioni capaci di influenzare, a prescindere, in un senso o nell’altro, ogni numero uscito sotto la sua gestione e in particolar modo quelli che riportano la sua firma anche alla sceneggiatura.

Dylan Dog 399
Dylan Dog 399

Il numero 399, Oggi Sposi, vuole essere una sorta di ideale conclusione al lungo Ciclo della Meteora che ha accompagnato i lettori abituali nell’ultimo anno. Al contempo è prologo al numero 400, a sua volta presentato come pietra miliare di svolta della serie. In questi 12 mesi si sono alternate storie più o meno direttamente legate all’arrivo di questa meteora, storie altalenanti anche dal punto di vista qualitativo, un po’ come è sempre stato fin dall’inizio della serie, e in cui, a più riprese, abbiamo visto le macchinazioni messe in atto da John Ghost per fermare quella che avrebbe potuto segnare la fine di tutto. In questo albo vediamo come tutti i tasselli vanno al loro posto, come ognuno degli interventi di Ghost, fin dal primo momento in cui è stato introdotto, conducevano ad ottenere le condizioni ideali per ciò che doveva avvenire in questo numero. Una volta in più, dunque, il nuovo personaggio creato da Recchioni si dimostra vera e propria controparte fumettistica dell’autore romano, deus-ex-machina, marionettista nell’ombra che ha tirato i fili di tutti gli attori in scena per condurli esattamente dove voleva che fossero.

E quale era l’arma segreta di John Ghost per fermare la meteora? Ormai l’avete capito tutti: un matrimonio. Un insensato, disperato, atto di speranza. Un gesto d’amore che si propende verso il futuro, quando un futuro sembra non esistere. Un voler guardare oltre, andare oltre, a discapito dell’evidenza, dei fatti. L’emozione che diventa azione e sovverte il reale, il razionale.

Dylan Dog 399
Dylan Dog 399

Il momento clou, in realtà, occupa non più di una manciata di pagine, ma viene diluito nel corso dell’intero albo grazie a una narrazione incrociata che mescola presente e passato, scandendo il conto alla rovescia e il crescendo di tensione e di aspettativa con chirurgica precisione. Il racconto continua a saltare avanti e indietro nel tempo, in un intervallo che copre tutto l’ultimo mese, fino a un’ora prima del disastro, utilizzando il tratto di diversi autori per rendere ancora più forte il passaggio. Così l’apertura viene demandata a Corrado Roi, maestro delle sfumature e dei chiaroscuri, perfetto per descrivere l’atmosfera malata, di rassegnazione e disperazione, che aleggia su Londra e sul nostro Oldboy. I preparativi al matrimonio, invece, toccano quasi interamente a Marco Nizzoli, con il suo tratto estremamente pulito, capace di tratteggiare egregiamente le emozioni che si alternano in Dylan, in Bloch e negli altri personaggi, nonché la grandissima pletora di ospiti invitati, presi in prestito dalle altre serie Bonelli e non solo. Dicevamo quasi interamente perché una mano gliela dà anche Sergio Gerasi, per scendere nel dettaglio del rapporto tra Dylan e Groucho nell’imminenza di un simile evento. A Luca Casalanguida e al suo tratto sporco, grezzo ed estremamente dinamico, quasi l’opposto di quello di Nizzoli, tocca raccontare gli eventi di una decina di giorni prima: una vera e propria battaglia per le vie di Londra tra il nostro team di eroi (Dylan, Groucho, Bloch, Jenkins, Carpenter, Ranja, finanche Lord Wells) e mostri vari. Per quanto splendidamente illustrata, con le tavole di Casalanguida che sono una gioia per gli occhi, abbiamo trovato questa parte quella leggermente meno riuscita dell’albo. Il desiderio di mettere tanta carne al fuoco, di riprendere tutti i fili lasciati in sospeso, ci è parso che chiudesse in maniera fin troppo sbrigativa due sottotrame tra le più importanti portate avanti fin qui e che, a nostro modesto avviso, forse avrebbero potuto giovare di un numero apposta per loro. Da dove prende piede l’idea di un matrimonio riparatore, un mese prima, ce lo mostra, invece, Nicola Mari: il suo bianco e nero nettissimo non ha bisogno di presentazioni.

La chiusura e il momento fatidico, infine, sono affidati ad Angelo Stano, anche in una sorta di ideale collegamento con il numero successivo. Forse non poteva essere altrimenti che un momento così importante per la vita e il personaggio di Dylan Dog fosse demandato proprio a colui che ne ha illustrato i primi passi.

Dylan Dog 399
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Qui, però, ci fermiamo, perché già si è detto tanto, e spesso a sproposito, sul matrimonio di Dylan Dog. Nell’intervista a Repubblica, Recchioni ha rivelato che a sposarsi con Dylan non è una donna, né una nuova fiamma né un personaggio riemerso dal passato come Lillie Connolly (che già aveva sposato Dylan nel numero 121, Finché Morte non vi Separi), Morgana o Brie Daniels, per citare alcune delle donne più importanti del nostro Indagatore dell’Incubo, bensì Groucho. Non vogliamo dire di più al riguardo perché i testi che illustrano questo momento, i dialoghi che avvengono tra l’Oldboy e il suo fido assistente, meritano di essere letti. Pur non apparendo molto in questo numero, Groucho emerge in maniera imperiosa come il vero protagonista di questo albo, e il finale è uno dei passaggi più commoventi degli ultimi anni di questa testata.

Questo, però, ha dato adito a una ridda di ipotesi e, soprattutto, critiche (da parte di fan inferociti, pagine social, gruppi Facebook e testate giornalistiche) rivolte non alla storia, bensì al curatore della testata, Roberto Recchioni, accusato di aver fatto diventare gay Dylan Dog. Critiche che, come si diceva all’inizio, risultano essere fatte a prescindere, perché evidentemente rivolte da chi, questo albo, non l’ha letto. Se l’avessero fatto si sarebbero resi conto che l’avvenimento è perfettamente sensato e coerente con quanto mostrato e narrato. Poi può piacere o non piacere la storia in sé, e questo sarebbe anche comprensibile, ma la sensazione è che critiche simili sarebbero piovute in ogni caso, anche se Dylan avesse sposato una qualsiasi donna. In quel caso, sicuramente, le critiche sarebbero piovute sulla scelta di quale donna, che non sarebbe mai stata quella giusta.

Dylan Dog 399
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Per concludere, il numero 399 di Dylan Dog, Oggi Sposi, chiude il, cosiddetto, ciclo della meteora e le sottotrame rimaste aperte fin dal momento del passaggio di testimone a Roberto Recchioni come curatore della testata. Lo fa in maniera da creare, volutamente, scompiglio e polemiche tra chi è abituato a sparare sentenze prima ancora di aver letto. Risulta, in realtà, un bellissimo atto d’amore a Groucho come personaggio e spalla, assistente, compagno e amico su cui si può sempre contare. Giusto, quindi, che a rendere speciale questo numero ci sia un parterre de roi di tutto rispetto, e alcuni dei nomi più grossi ad aver lasciato il segno su queste pagine.

Dylan Dog 399
Dylan Dog 399

Non si tratta, però, della chiusura solo di un ciclo di storie, ma di una chiusura ben più grande e importante. Con questo albo (e il precedente 398) Recchioni chiude un cerchio iniziato con il primo numero curato e scritto da lui, il 337 Spazio Profondo, fa piazza pulita di tutti i personaggi e le situazioni lasciate in sospeso, non solo da lui, ma anche dalle gestioni precedenti. Il desiderio, è chiaro, è quello di fare una vera e propria tabula rasa, azzerare l’universo narrativo dell’Indagatore dell’Incubo per ricominciare da capo e lasciare il campo libero a ciò che deve arrivare: il 400 è subito dietro l’angolo e promette di cambiare tutto.

Dylan Dog 400: E ora, l'Apocalisse!

Dylan Dog 400: E ora, l'Apocalisse!

Articolo di Alex Calvi Giovedì, 7 novembre 2019

La recensione del numero 400 di Dylan Dog uscito in anteprima a Lucca Comics & Games 2019.

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