Nella cornice di Lucca Comics & Games 2025, uno degli incontri più strutturati dedicati alla scrittura narrativa ha visto dialogare Glenn Cooper con Leonardo Patrignani e Francesco Trento. L’occasione era l’uscita del nuovo libro di Glenn Cooper, Le Chiavi del Cosmo, per Editrice Nord.

Leonardo Patrignani mostra il nuovo libro di Glenn Cooper Le chiavi del cosmo all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)
Leonardo Patrignani mostra il nuovo libro di Glenn Cooper Le chiavi del cosmo all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)

A corollario vi è stata la presentazione della scuola di scrittura Come si scrive una grande storia, che vede proprio i tre sul palco come collaboratori. Un progetto che nelle intenzioni dei promotori vuole essere “solidale”: il corso è a pagamento, ma può essere frequentato anche gratuitamente, se chi si iscrive accetta di restituire le ore “non pagate” in volontariato presso associazioni presenti sul territorio. Una proposta che viene raccontata come un’inversione di alcuni presupposti consolidati dell’industria delle writing schools: per Cooper, Patrignani e Trento, i percorsi di formazione narrativa non devono necessariamente trasformarsi in un lusso selettivo, rivolto solo a un pubblico che si può permettere cifre altissime per provare a coltivare la propria passione. Il modello scelto sembra voler sottintendere un rapporto diverso tra formazione e sostenibilità: non uno scambio puramente economico, ma un patto, un impegno bilaterale.

Glenn Cooper, Leonardo Patrignani e Francesco Trento all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)
Glenn Cooper, Leonardo Patrignani e Francesco Trento all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)

La lezione che si è sviluppata a Lucca aveva come obiettivo dichiarato l’esplorazione delle “chiavi” della narrazione, desumendo il proprio titolo proprio dall’ultimo libro di Cooper. Non una mappa esaustiva, e non potrebbe essere altrimenti, con solo un’ora a disposizione, ma una suddivisione in zone di lavoro: trama, stile, personaggi, tema, dilemma, mondo narrativo, dialoghi. I tre autori hanno usato questa tassonomia come piattaforma per introdurre riflessioni, esempi, esperienze dirette e qualche “trucco del mestiere”.

La trama

Glenn Cooper all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)
Glenn Cooper all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)

La parte dedicata alla trama si è aperta con un’affermazione netta da parte di Cooper: nessuno può dire ad altri “cosa” e “come” scrivere. Si tratta però di un’affermazione che si completa con la seconda metà del discorso: se si intende pubblicare, e dunque vendere, la storia deve essere percepita come nuova. Per Cooper l’originalità – come elemento narrativo e come segno distintivo del progetto – resta il primo vero fattore che apre porte editoriali. La genesi de La Biblioteca dei Morti è stata proposta come caso esemplare: l’intuizione dell’infinito archivio sotterraneo con milioni di volumi contenenti data di nascita e di morte di qualsiasi essere umano, sia quelli del passato che quelli che devono ancora venire. Un’immagine visionaria che, dice Cooper, rimase sospesa per un anno intero prima che si decidesse a metterla a fuoco. La successiva verifica di non “derivatività” – controllare se qualcun altro avesse già scritto qualcosa di simile – è indicata come fase preliminare indispensabile. Se quell’idea non fosse stata riconoscibile come “originale”, infatti, non avrebbe avuto la stessa possibilità di trovare un editore, sostiene l’autore.

Lo stile

Leonardo Patrignani introduce l'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)
Leonardo Patrignani introduce l'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)

Allo stile, Patrignani ha dedicato una definizione che – nelle sue parole – può riassumere un intero approccio: “scrivere è riscrivere”. La scelta di campo che sembra emergere è che il primo draft non è mai la scrittura definitiva, e che il rigore nella ricerca della parola migliore costituisce parte fondamentale e non accessoria del processo. Cooper, da parte sua, ha ammesso di non considerarsi un buon revisore di se stesso. Il lavoro editoriale altrui, se percepito come sensato, viene da lui accolto senza resistenze o pregiudizi. Allo stesso tempo ha invitato a esercitare un discernimento: l’autore, secondo Cooper, deve conservare una competenza critica interna. Il suggerimento implicito sembra essere che l’editing professionale serve e aiuta, ma non si accetta necessariamente in blocco; si può integrare anche selettivamente, se necessario.

In questo contesto ha confessato di aver provato a fare qualche esperimento anche con l’utilizzo di ChatGPT per ottenere un feedback su un progetto ancora inedito. Cooper ha raccontato di aver dovuto chiedere all’intelligenza artificiale di “non essere troppo accondiscendente”, per ottenere un risultato apprezzabile, altrimenti si sarebbe ritrovato ricoperto di lodi fini a se stesse. L’osservazione concreta è che anche questo può diventare uno strumento, se interrogato con precisione. Ma il punto conclusivo di Cooper ha ribadito la centralità di una figura diversa: i migliori feedback, ha affermato, continuano ad arrivare da un lettore affidabile, una persona reale di cui ci si fida. Il riferimento alle correzioni collettive nei corsi di Trento, quando non si dispone di una persona simile vicino a sé, va nella stessa direzione: la dimensione sociale della revisione come valore aggiunto.

I personaggi

Francesco Trento all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)
Francesco Trento all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)

La sezione sui personaggi, poi, ha visto Patrignani e Trento recuperare un contributo del proprio volume divulgativo rivolto ai ragazzi, in particolare l’idea di “polarizzazione” dei personaggi. Per Trento, un metodo semplice consiste nel portare “fuori” i conflitti “interni”, declinandoli in tre categorie operative: il personaggio “tutto testa” (razionale, analitico, che valuta sempre tutti i pro e i contro di una scelta), il personaggio “tutto cuore” (empatico, relazionale, che si preoccupa soprattutto delle conseguenze sugli altri delle scelte potenziali) e il personaggio “tutto istinto” (impulsivo, che agisce prima di ragionare). Questi tre poli garantirebbero, già da soli, la possibilità di configurare attriti narrativi immediati, perché di fronte alla stessa situazione ciascuno sceglierebbe una direzione diversa, così come le scelte compiute da ciascuno di loro vedrebbero poi gli altri, dal loro punto di vista, dover “porre rimedio”. Sono stati citati, come esempi, l’incipit con la partita di D&D di Stranger Things, in cui ciascuno dei presenti al tavolo propone una scelta diversa, e le prime pagine di Non buttiamoci giù di Nick Hornby.

Il tema

Glenn Cooper all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)
Glenn Cooper all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)

Sul tema, Cooper ha posto l’accento su un nodo che sembra attraversare molta della sua opera: il conflitto tra destino e libero arbitrio. Non un tema semplice, che l’autore americano usa mandare un messaggio ben preciso: se si desidera esprimere un tema, bisogna imparare a nasconderlo bene. Non per falsificarlo, ma per garantirne la leggibilità commerciale. Gli editori acquistano le storie che ritengono i lettori vogliano leggere, non sono interessate ai temi. Per questo, se ne si vuole esprimere uno, o più di uno, magari anche di un certo peso e profondità, bisogna imparare a mimetizzarlo dentro a qualcosa di molto appetibile per le case editrici: questo principio, pragmatico, viene presentato come condizione strutturale del mercato editoriale. Trento ha aggiunto un elemento ulteriore: il “controtema”. Se esiste un tema forte, deve esserci un personaggio che porta in scena il suo opposto. Il riferimento al film L’attimo fuggente serve come esempio paradigmatico: il professor Keating e le sue idee rivoluzionarie sono possibili narrativamente perché esiste un contesto che lo contraddice.

Il dilemma

Francesco Trento all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)
Francesco Trento all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)

Il dilemma è stato presentato da Trento come una chiave primaria per generare coinvolgimento. La struttura che funziona meglio – secondo l’autore – è quella che mette in conflitto ciò che un personaggio desidera con ciò di cui ha bisogno. Se il secondo atto termina con questo conflitto e la scelta che esso impone, il terzo atto, dice Trento, risulta quasi “automatico” e, soprattutto, di sicuro successo. La serie Black Rabbit è stata proposta come caso da osservare per la qualità delle decisioni impossibili che impone ai personaggi, e in particolare al protagonista nel penultimo episodio.

Il mondo narrativo

Glenn Cooper all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)
Glenn Cooper all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)

Il mondo narrativo, per Cooper, è “il lavoro di Dio”. La formula iperbolica sottolinea l’asse: le leggi del mondo che si crea sono il primo vincolo non negoziabile, tutto deve essere coerente e rispettarle, non farlo spezzerebbe il patto con i lettori. Se si ambienta una storia nel passato, inoltre, la documentazione deve essere rigorosa, profonda, multilivello. Non ci si può limitare a una ricerca su Google o con ChatGPT, la cosa migliore è andare a prendere delle fonti di prima o, al massimo, di seconda mano. Cooper ha confessato che perfino lui ha ricevuto critiche su dettagli storici nonostante ricerche estese e una squadra di collaboratori che lo ha aiutato a svolgerle. In questo senso, il world building non viene presentato come “ornamento”, ma come sistema coerente che precede la narrazione stessa. Anche i personaggi devono essere collocati in modo coerente nel mondo costruito, non “appiccicati”.

I dialoghi

Francesco Trento all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)
Francesco Trento all'incontro Le 7 Chiavi della Narrazione a Lucca Comics & Games 2025 (Foto di Tino Barletta)

Infine i dialoghi. Trento, per scrivere dialoghi brillanti, che funzionano, ha invitato a osservare una sola cosa: i rapporti di potere. Un dialogo, nella sua concezione, serve solo se il rapporto di potere tra chi partecipa alla conversazione, alla fine, è diverso da quello con cui si era iniziato. Se i rapporti rimangono inalterati, quello è un dialogo che, per quante battute sagaci possa contenere, non serve a nulla. È ammesso un singolo caso contrario: quando il protagonista si aspetta di uscirne rafforzato e invece rimane bloccato al punto di partenza, ma si tratta di una situazione molto particolare e isolata. Per meglio esplicitare il concetto, è stato portato ad esempio Non essere cattivo e il dialogo, presente nel film, che si svolge sulla spiaggia.

Conclusioni

La parte finale dell’incontro si è chiusa sul perimetro pragmatico del lavoro di pubblicazione. Un rifiuto, è stato ribadito, non significa un “rifiuto della persona”. È semplicemente il “no” a un singolo progetto, da parte di una singola figura editoriale, in una contingenza definita. La storia editoriale della Biblioteca dei Morti è stata portata qui come controprova: rifiutata da 65 agenti, poi diventata un bestseller internazionale capace di vendere milioni di copie.

Le chiavi del cosmo di Glenn Cooper. (Foto di Tino Barletta)
Le chiavi del cosmo di Glenn Cooper. (Foto di Tino Barletta)

Con una nota di colore conclusiva, Cooper si è permesso un inciso marginale ma significativo: preferisce Lucca con il sole, piuttosto che con la pioggia (il riferimento era, chiaramente, alla estremamente piovosa giornata di giovedì). Un dettaglio divertente, quasi aneddotico, che però – alla fine di un incontro altamente tecnico – ha ricordato al pubblico che anche chi analizza struttura, costruzione e sistemi della narrativa resta pur sempre un autore che abita il mondo con la stessa disarmante concretezza dei propri lettori.