Rick Riordan, autore della celebre saga di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo e ospite a Lucca Comics & Games, ha partecipato a un incontro con la stampa dove ha raccontato con ironia i vent’anni della serie, riflettendo sul legame con i fan, le sfide della scrittura e il potere ancora vivo della mitologia nel parlare ai giovani di oggi.
L'autore, dotato di grande umorismo, ha anche parlato in italiano per tutto il tempo, il che ha permesso di avere molti più scambi tra domande e risposte, così sono stati sviscerati tantissimi argomenti. A moderare l'incontro e fare molte domande lo scrittore e regista Manlio Castagna.
Per la maggior parte non ha notato gran cambiamenti come i fan interagiscono con la serie di Percy Jackson in tutti questi anni. Nota però che la generazione attuale tende a distrarsi molto ed è poco fiduciosa per il futuro. Crede che la mitologia ancora adesso abbia molto fascino.
Nelle sue storie c'è il fascino del mostro, che cerca una redenzione, di mostrarsi nelle sue doti migliori. Essere diverso può essere una qualità.
Nel nuovo libro, La corte dei morti voleva rispondere alla domanda Chi sono i mostri e chi sono gli eroi?
 Voleva anche esplorare la relazione tra Nico, Will e la famiglia e proporre che questo mondo di Percy Jackson è diverso da quello che conosciamo. Cosa succede quando i mostri vogliono cambiare e diventare eroi?
 si chiede. É possibile?
 Naturalmente non ci ha dato la risposta, ma ha invitato a leggere il libro.
 
La struttura della storia
Legge tantissimi libri per costruire le sue storie. Con il co-creatore Mark Oshiro è stata la prima esperienza di collaborazione. Con il primo libro ha creato uno schema, l’ha inviato al collega, poi lui faceva alcune modifiche. Le idee venivano continuamente cambiate e il testo viaggiava continuamente avanti e indietro.
Di nuovo sui giovani, che valori possono avere per essere eroi
La mitologia è sempre brava a esplorare queeste idee. Gli eroi sono come noi, la generazione di oggi si domanda Chi sono
, Chi posso diventare
, Come posso sconfiggere i mostri che devo affrontare?
 Non si può scegliere a volte chi affrontare, solo come. La lettura ha la capacità di farci pensare e ripensare le nostre idee e preconcetti per farci diventare persone migliori. L'importante è fare la cosa giusta quando sarà il momento.
Rapporto con le gerazioni che hanno imparato dai suoi libri
Una volta era al supermercato e ha incontrato un paio di fan all'improvviso. È stato divertente perché lo hanno riconosciuto e si sono emozionati, in cerca di qualcosa per avere un autografo. Alla fine ha firmato una scatola di surgelati.
Il coraggio
Non bisogna fuggire dalla paura, ma riconoscerla e trasformarla in forza per superare le difficoltà. Il conflitto e il litigio non sono strumenti utili. Orfeo possiede il potere della musica, che è di per sé una forza meravigliosa. Percy invece ha il cuore: ha imparato a fidarsi dei suoi amici e la sua mente lo guida nell’affrontare ogni sfida.
Percy nato dal rapporto padre/figlio reale
Percy Jackson è nato come una favola della buonanotte che Riordan inventava per il figlio quando aveva otto anni. Oggi quel bambino ne ha ventidue. Aveva difficoltà di apprendimento dovute a dislessia e deficit di attenzione, ma nutriva un grande interesse per la mitologia greca. All’epoca Riordan insegnava proprio quella materia e decise di creare un nuovo metodo didattico pensato per lui e per altri ragazzi con le stesse sfide.
Quando gli raccontò la trama dicendo: C’è un ragazzo come te, che ha difficoltà ma è un semidio
, il figlio rispose entusiasta: Sì!
. Fu quello l’impulso che spinse Riordan a scrivere la saga di Percy Jackson. Il figlio sostiene che la versione delle favole della buonanotte fosse persino migliore di quella pubblicata.
Oggi non legge più molto i suoi libri, ma studia a Boston nel campo delle difficoltà di apprendimento, impegnandosi ad aiutare i ragazzi con disabilità a ottenere il supporto di cui hanno bisogno. Riordan ne è profondamente orgoglioso.
Prossime mitologie da esplorare
Gli piacerebbe scrivere di più sulla mitologia irlandese, perché è strana e affascinante. Ha tanti progetti in cantiere ma non può rivelare di più.
 
Rapporto con il cinema
Il processo è stato molto complesso, perché scrivere per lo schermo equivale a parlare una lingua diversa. Serve pazienza e la capacità di imparare il linguaggio dell’industria. La differenza che lo ha colpito di più è che scrivere romanzi è un atto solitario, mentre lavorare a un film o a una serie TV è come praticare uno sport di squadra. Servono centinaia di persone per realizzare un progetto cinematografico, e nessuno può avere il controllo su tutto: la forza sta nella collaborazione.
Ha partecipato alle writing room per la prima stagione della serie di Percy Jackson, ma a un certo punto si è chiesto quando si sarebbe iniziato davvero a scrivere, dopo ore e ore di discussioni e scambi di idee. Sorprende il tempo necessario per creare una sceneggiatura: con ironia ha osservato che, nello stesso periodo, lui avrebbe già scritto tre romanzi.
Il limite principale del cinema resta il budget. In un romanzo può decidere di far comparire venti draghi, e va bene così; ma se lo proponesse per un film, gliene permetterebbero uno, forse due.
Influenze romanzi
Da giovane ha letto Il Signore degli Anelli, probabilmente è il suo preferito che lo ha molto influenzato, ma anche Ursula K. Le Guin, la trilogia di Terramare.
Personaggi dei miti preferiti
Tra gli dei gli piace Ermes perché è il dio di tante cose, musica, comunicazione, viaggiare, dio dei ladri, bancario. Fa un po' di tutto. Gli piace anche Dioniso. Pazzo? Sì, però anche simpatico in un senso molto strano. Nel nuovo libro diventa una persona molto più simpatica.
Creatività nei titoli dei capitoli
Si è pentito dopo il primo libro di fare un haiku, una breve poesia in stile giapponese, per ogni titolo. Dopo il primo libro si è chiesto: Che sto facendo? Quanti haiku!
 e poi ha continuato: Al principio ho pensato: Ahaha! Com’è divertente, ma dopo cinque libri…
 pausa a effetto … non tanto!
Cosa lo spinge a continuare a scrivere
Smettere di scrivere, ma perché? Non potrebbe mai smettere perché se è felice di scrivere e ha successo perché smettere? Si ritiene molto fonrtunato di poter fare quello che gli piace, perciò intende continuare finché non si stancherà.
Molte mitologie, in quale vivrebbe?
In realtà vorrebbe esplorare la realtà, il mondo della mitologia è troppo pericoloso per lui. Ma trova molto affascinante la mitologia nordica.
In conclusione
Tra ironia e passione, Rick Riordan ha dimostrato che il potere dei miti non si esaurisce mai, anzi, continua a ispirare nuove generazioni di lettori a trovare il proprio coraggio e a riscrivere la propria storia.


 

























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