Nathan Drake fa il barman ma è soprattutto un abile ladro. Ha dovuto imparare fin da piccolo a cavarsela da solo dopo che, rimasto orfano di entrambi i genitori, si è separato anche dal fratello Sam sparito in giro per il mondo alla ricerca di tesori esotici. Un giorno si presenta nel locale in cui lavora Victor Sullivan, ex socio di Sam, sostenendo di avere una pista per rintracciare non solo il fratello scomparso ma anche il favoloso tesoro di Magellano, andato perduto 500 anni fa e per questo diventato la fortuna più cercata del mondo. Da principio Nathan non vuole avere niente a che fare con questa storia ma ben presto il richiamo all’avventura si fa troppo attraente. Insieme a Victor e alla bella Chloe parte alla ricerca del tesoro ma sulla loro strada si mette il magnate Moncada, pronto a tutto pur di allungare le mani sulla fortuna che ritiene appartenere legittimamente alla sua famiglia.

La fortuna di Uncharted inizia nel 2007 quando la Sony lancia per la sua piattaforma PlayStation 3 il primo capitolo dell’archeologo e avventuriero Nathan Drake e del suo mentore Victor Sullivan, impegnati nella ricerca del tesoro perduto di El Dorado. Avendo come evidente riferimento cinematografico Indiana Jones e videoludico Tomb Raider, l’enorme successo del titolo e dei successivi capitoli e spin off, è dovuto soprattutto a un sapiente mix capace di equilibrare location dai paesaggi esotici, enigmi da risolvere ma anche azione pura. Già da tempo era nell’aria l’adattamento per il cinema e in passato i fan avevano indicato Nathan Fillion come attore perfetto per interpretare Drake. La storia però di questo Uncharted sul grande schermo inizia dai primi passi dell’eroe ancora ragazzo, raccontando la sua vita precedente al primo videogioco. La parte viene così affidata a Tom Holland, mentre a vestire i panni di Victor Sullivan c’è l’inossidabile Mark Wahlberg che insieme a Antonio Banderas (Moncada) costituiscono un cast di stelle di prima grandezza.

Dietro la macchina da presa c’è Ruben Fleischer, quello dei vari Zombieland e del primo Venom che, purtroppo non smentisce la sua solita regia sciatta. Il problema di Uncharted, che strappa pure qualche sorriso anche se la coppia Holland/Wahlberg non è indimenticabile, è la solita di quasi tutte le pellicole tratte da videogiochi: non basta il titolo per fare il film. In questo caso l’errore è ancora più grave se si considerano gli alti riferimenti cinematografici che mancano in altri games portati sul grande schermo, ma che nel particolare caso di Uncharted sono inevitabili. Certo nessuno si aspetta la qualità di Spielberg ma neppure la noia di una regia  che si affida completamente alla storia e alla prestanza fisica del suo protagonista. Holland è bravissimo a fare capriole e piroette ma il suo personaggio è tutto lì, Wahlberg si limita ad alzare il sopracciglio mentre vien da chiedersi che cosa ci faccia Banderas in questo film.

Unica sequenza ispirata quella delle navi volanti. Ci sia aspetta ovviamente l’inevitabile sequel.