Un film come Sparrow ritmo e musicalità sono un elemento fondamentale. Come è riuscito a creare uno stile così particolare?

Non sono certo di come Sparrow abbia preso la forma che ha. Quando mi approccio a un film non ho mai una sceneggiatura completa e per questo non so come sarà il prodotto finito. Quando termino le riprese, allora termino anche di scrivere la sceneggiatura.

Sempre a proposito di Sparrow in questo film c’è la presenza di molti edifici storici di Hong Kong che oggi non esistono più perché sono stati demoliti. Sono stati preservati dalla perdita della loro memoria grazie al film?

Certo, così come i borseggiatori che ormai sono spariti dalla città. Mi piace usare dei simboli nei miei film, qui ad esempio ho utilizzato l’ombrello che per noi di Hong Kong ha significato importante. Per Sparrow mi sono ispirato anche un film francese in cui gli ombrelli avevano un senso romantico e ho collaborato con dei compositori francesi proprio per dare il ritmo particolare al film.

È nato prima il film o la musica?

Sulla musica io non ho riflettuto molto, mi sono affidato completamente ai due compositori che hanno fatto un lavoro perfetto. Di solito ho già un’idea in testa precisa in testa della musica che vorrei, ma mi piace collaborare con altri in modo da avere spunti nuovi e proficui.  

Passiamo a Life Without Principle, qui sembra invece esserci solo un tema musicale ricorrente, come mai?

La storia mi sembrava sufficientemente drammatica e complessa senza dover aggiungere una musica che la sottolineasse.

Life Without Principle e Office hanno un elemento comune, ossia entrambe le pellicole parlano della cupidigia e della brama di denaro.

Le pellicole sono uscite a cinque anni di distanza l’una dall’altra. Dopo la crisi del 2008 avevo il forte desiderio di parlare della follia di fare soldi a tutti i costi del mondo moderno, e in particolare dei grandi investitori.

Office è un’opera davvero particolare nella sua filmografia. Prima di tutto è un musical e il set è molto diverso da quelli urbani che di solito lei utilizza.

Già, è stato un esperimento.

Cosa ne pensa del futuro della lingua cantonese nel cinema cinese? 

È un’ottima domanda. Io naturalmente spero nella sopravvivenza dei film girati in cantonese ma onestamente non so se essere ottimista. 

Abbiamo già parlato dei palazzi storici di Hong Kong che sono recentemente stati distrutti e che lei ha cercato di preservare, almeno nella memoria con i suoi film. C’è qual cos’altro che ha intenzione di proteggere grazie alla sua filmografia?

È difficile poter parlare della conservazione della cultura di Hong Kong. Il cambiamento è un processo naturale eppure in Europa o qui da voi in Italia, a nessuno verrebbe in mente di abbattere un monumento, da noi purtroppo succede.

Torniamo a Life Without Principle, nel film c’è una sorta di divisione tra chi è leale e chi invece è dedito solo al denaro. Se parliamo di Panther interpretato da Sean Lau, nonostante sia un gangster è prima di tutto fedele ai suoi amici, mentre altri mettono al di sopra di tutto il profitto. La divisione tra buoni e cattivi in questo senso è trasversale e non per forza legata all’illegalità.

È vero, i  gangster fedeli all’idea di fratellanza fanno parte di una generazione legata al passato e a delle regole che quella nuova non ha più. C’è un background molto diverso oggi.

Qual è nella sua filmografia il film che ama di più?

Mi piacciono tutti i miei film, non riesco a sceglierne uno in particolare e ho ancora molto da fare, ma se dovessi proprio scegliere direi Throw Down. Da ragazzo vedevo molti film giapponesi degli anni ’60 e tutti avevano un messaggio: nonostante tutto bisogna andare avanti. La speranza c’è sempre, dipende sempre da come si prendono le cose nonostante le difficoltà. Dal 2003 Hong Kong sta vivendo in uno stato di grande pessimismo ma con Throw Down, che è un film molto personale, ho cercato proprio di mandare questo messaggio di speranza.

Lei ha detto che lavora senza una sceneggiatura completamente scritta, quando è sul set cosa è già prefissato e cosa è lasciato all’improvvisazione? Le sue scelte sono guidate più dalla pratica o dall’estetica?

Parto sempre dal soggetto della scena, quello è chiarissimo per me. L’attore non ha molto spazio per l’improvvisazione perché deve seguire quella che è la mia visione. Per quanto riguarda l’estetica in realtà tutto dipende dal dramma, quindi ogni scena è al servizio della storia che sto raccontando.

Si è molto impegnato in questi anni nel progetto Fresh Wave che promuove nuovi registi di Hong Kong.

Dal 1997 è sempre più difficile fare nuove produzioni poiché si sono quasi tutte trasferite in Cina e non c’è più la facilità di fare film com’era negli anni ’80. Credo che oggi sia molto importante offrire ai ragazzi nuove opportunità. Per il momento non c’è ancora una nuova ondata di cineasti hongkonghesi ma è importante continuare a investire sul futuro e prima o poi sono certo che arriverà.

Sparrow (2008)

Kei e i suoi compari sono dei borseggiatori ma un giorno la loro routine viene spezzata da un'enigmatica donna che seduce i vari componenti del gruppo per poi ottenere il loro aiuto. Chun-Lei è l’amante di un malavitoso da cui vorrebbe fuggire ma l’uomo le rende impossibile scappare poiché tiene sotto chiave i suoi documenti. Ma come possono quattro piccoli malviventi derubare al più abile borseggiatore ancora su piazza?

Life Without Principle (2011)

Prima del crollo delle borse occidentali causato dalla crisi greca a Hong Kong si intersecano le storie, le speranze e le difficoltà di diverse persone che cercano di affrontare un'atmosfera economica in ribasso. Una consulente finanziaria di una banca d'investimento si trova di fronte all'opportunità di rubare 5 milioni di dollari senza che nessuno lo scopra, mentre il collaboratore di un mafioso cerca di trovare i soldi per far uscire un complice di prigione. Nel frattempo, un poliziotto e sua moglie sono alla ricerca di una nuova casa. Il crollo del mercato azionario scuotere la vita di tutti aumentando il senso di precarietà. 

Office (2015)

Office è l’adattamento cinematografico  in forma di musical, di una pièce teatrale di Sylvia Chang, Design for Living. La compagnia Jones & Sunn, valutata miliardi di dollari, sta per entrare in borsa. Il presidente Ho Chung-ping ha promesso alla CEO Winnie Cheung, sua amante da oltre vent'anni, di diventare un'azionista di maggioranza della compagnia. Ci sono poi i due nuovi assunti Lee Xiang e Kat, lui è un giovane serio che entra ingenuamente nel mondo dell'alta finanza con nobili intenzioni mentre lei ha un segreto. Nel mercato neoliberale, la logica dell'intrigo regna sovrana, complicata dagli intrecci di relazioni di amore-odio, che tessono un gioco di potere e innescano una tragedia piena di pathos all'interno dell'ufficio.

Office

Office

Hong Kong, Cina / 2015 / Musica, Commedia / 120 min.

Regia di Johnnie To

Con Chow Yun-fat, Sylvia Chang, Eason Chan, Tang Wei, Wang Ziyi, Lang Yueting, Stephanie Che, Timmy Hung, Tien Hsin, Lo Hoi-pang

Scritto da Sylvia Chang

Dati da The Movie DB