La maledizione di Arianna di Sara A. Benatti racconta una storia mitologica conosciuta ai più: quella di AriannaTeseo e del Minotauro.

Tutti sanno delle vicende che iniziano a Creta, governata dal re Minosse, padre di Arianna. Quest’ultima, una degli otto figli avuti dalla relazione del sovrano con Pasifae, incontra l’eroe Teseo e insieme sconfiggono il temibile Minotauro. Insomma, ciò che si definirebbe una storia a lieto fine…

Eppure, la rischiosa avventura di Arianna e Teseo non termina qui, perché il mito prosegue, c’è un dopo tutto da scoprire, dai molti trascurato.

Sara A. Benatti torna in libreria con La maledizione di Arianna

Sara A. Benatti torna in libreria con La maledizione di Arianna

Articolo di Emanuele Manco Martedì, 23 gennaio 2024

Il retelling del mito di Teseo, tra realtà e fantasia, raccontato dalla parte di Arianna, vittima di un'inaspettata violenza.

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Tale vuoto lo colma La maledizione di Arianna. Il volume edito da Sperling & Kupfer reinterpreta il mito, seguendo le vicende dei protagonisti, suddivise in due parti ideali. Nella prima, chi legge verrà facilmente catturato dalle atmosfere cretesi e dalla scrittura fluida, capace di dar voce a personaggi di secoli fa. In questa la scrittrice racconta la vita di Arianna, seguendo la giovane sia nel presente sia nei suoi ricordi di bambina, tutt’altro che felici.

L’obiettivo primario della giovane principessa è, infatti, quello di allontanarsi dal palazzo maestoso in cui è nata. Per fortuna, tempo prima che la narrazione inizi, è riuscita a trovare rifugio alla fresca ombra dei boschi del Dictinneo, santuario eretto in onore della dea Dictinna, a cui la giovane è devota. Lì, seguace della divinità cretese, si sente libera, lontana dall’oscurità che impregna il maestoso palazzo di Minosse.

Tornata per breve tempo a Cnosso, Arianna fa la conoscenza del bellissimo Teseo, giunto a Creta per rinegoziare con il sovrano i termini di sottomissione di Atene.

I due giovani avranno modo di conoscersi, di scambiarsi desideri, sogni e aspirazioni. E, quando tutto per Arianna sembrerà perduto, la ragazza avanzerà a Teseo una richiesta estrema, che porterà entrambi ad affrontare il Minotauro.

Qui ha inizio un’ideale seconda parte: il pericolo rappresentato dal labirinto di Cnosso incombe. Eppure, per Arianna, il Minotauro non è l’unica minaccia chiamata ad affrontare. L’uomo a cui si era affidata con tutta se stessa, per cui addirittura ha iniziato a provare dei sentimenti rivela la sua reale natura. Arianna sarà perduta? Come si salverà stavolta? E la sua anima troverà mai pace?

Sono una sacerdotessa e una cacciatrice. Mia madre conosce i misteri della Signora dei serpenti e il mio sangue è il più nobile dell’isola. E sono adulta, ormai. Saprò badare a me stessa.

A intrecciarsi con le vicende dei due noti protagonisti del mito, ci saranno anche quelle di Dares, giovane ateniese e sacrificio giunto a Creta per sfamare il Minotauro.

Il volume è un inno al femminismo in una dimensione, quella del celebre mito cretese in particolare e della narrazione mitologica greca in generale, che di femminismo ha ben poco. I miti tramandati vedono, di solito, per protagonisti “eroi”, quasi sempre uomini. “Eroi” che ne fanno di cotte e di crude (si pensi alla discutibile morale dello stesso Zeus e a Era, che spesso sopporta il comportamento licenzioso del marito, non sempre in silenzio) e che di rado vengono puniti. In La maledizione di Arianna, invece, il focus principale è la presa di coscienza, la consapevolezza che figure dipinte nei miti come “eroi” a volte lo sono unicamente dal punto di vista delle imprese compiute e che presentano un lato oscuro che non è giusto dimenticare.

La vicenda di Arianna è uno degli esempi lampanti del meccanismo descritto: ci si ricorda di Teseo, “eroe” della storia, che salva senza remore la fanciulla in pericolo. Tuttavia, non è tutto oro quello che luccica, come si suol dire. Un uomo bellissimo, dipinto come uno tra i più splendenti “eroi” della mitologia classica, che forse tanto eroe non è.

L’intento di Sara A. Benatti arriva al lettore come una stilettata. L’autrice si fa carico di un compito arduo: dare il giusto spazio ad Arianna, ridimensionare quello di Teseo e fare luce sulla vera essenza dell’uomo che si cela dietro il ritratto inamidato dell’“eroe”.