Un prigioniero intrappolato nelle segrete della Città Imperiale.

Il suo primo obiettivo? Scappare da lì.

Ma non è finita perché l’Eroe della situazione, il personaggio che decidete di incarnare, è chiamato ad accogliere tra le sue mani l’eredità dell’imperatore Uriel Septim VII che, tra le altre cose, subito gli rivela una scioccante verità.

E allora sarete chiamati a vagare per Cyrodiil, portando a termine missioni legate alla storyline principale, ma anche imprese collaterali. E di quest secondarie ce ne sono tante, a tal punto che potrete anche lasciar perdere la storia di base.

Vai dove vuoi, fai quello che vuoi, buona fortuna.

È così che comincia il remake o la remastered, in qualunque modo preferiate chiamarlo, di Elder Scrolls IV: Oblivion di Bethesda.

La casa di produzione videoludica, mamma della serie The Elder Scrolls, torna con una remastered che gli appassionati giocatori, protagonisti delle missioni nel continente di Tamriel, apprezzeranno.

La saga The Elder Scrolls è iniziata nel lontano 1994 con ArenaRPG open world di ispirazione medievale, per poi proseguire negli anni successivi con Daggerfall (1996), Morrowind (2002), Oblivion (2006) e Skyrim (2011).

Oltre a contare diversi spin-off, la saga annovera tra i suoi titoli anche la remastered del quarto capitolo. Ed è proprio di questa che parliamo oggi, un titolo annunciato a sorpresa, senza appoggiarsi ad alcuna campagna pubblicitaria, accolto dai fan della prima e ultima ora con grande entusiasmo.

×

Il primo Elder Scrolls IV, ambientato a Cyrodiil, regione del continente di Tamriel governata da Uriel Septim VII, è stato un gioco rivoluzionario che nel 2006 si è portato a casa il titolo di Gioco dell’Anno. Ma adesso è arrivata la sua remastered, che anche lei ha tanto da dire.

The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered, prodotto in collaborazione con Virtuos, e giocata nella versione X-Box Series X|S, comincia con la creazione del personaggio. L’interfaccia utente è stata completamente rifatta e migliorata. Del resto, la stessa cosa accade per la vegetazione, gli edifici, le armi, le superfici, i nemici, gli interni, gli oggetti e così via.

Diversi personaggi sono stati ridoppiati e le razze, nonostante siano sempre le stesse dieci del precedente Oblivion, sono state ottimizzate: l’utente ha a disposizione tantissime combinazioni tra cui scegliere per creare il proprio personaggio.

Il mondo di The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered è del tutto esplorabile. Si possono raggiungere anche i più remoti anfratti della mappa a piedi o a cavallo. Se parliamo di mappa, non possiamo non citare che da alcune zone a nord è possibile vedere la Gola del Mondo, montagna protagonista di Skyrim, una sorta di easter egg che strizza l’occhio al fan più attento.

Il sistema di combattimento non si discosta dalla versione del 2006, anche se sono stati inseriti effetti che ne hanno migliorato la resa, in particolare dando l’illusione dell’impatto a seguito di attacchi fisici.

Una novità della remastered è lo scatto, che si va ad aggiungere al salto e all’attacco, sicuramente una mossa che migliora il gameplay, rendendolo più in linea con i videogiochi contemporanei.

Dal punto di vista grafico la remastered ha in parte svecchiato il gioco del 2006. Non c’è dubbio, l’Unreal Engine 5 ha fatto il suo dovere, dando vita a un mondo piacevole e che cerca di essere il più veritiero possibile. Non solo la resa è ricca di dettaglio, ma l’illuminazione in tempo reale dà vita a un gioco di profondità rendendo più veritiere le ambientazioni. In più si è molto lavorato migliorando la rigidezza dei personaggi.

Tuttavia, c’è da dire che la nuova interfaccia grafica si fa sentire: il suo “peso” si riflette sulla fluidità del gioco, determinando non pochi bug visivi e rallentamenti.

The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered introduce un sistema tutto nuovo di progressione che di certo si è reso necessario dopo i problemi di level scaling riscontrati nella versione di gioco del 2006. L’Oblivion originale infatti prevedeva che i banditi e i mostri diventassero forti quanto il giocatore, implicando una facile sconfitta per quest’ultimo.

La nuova versione, invece, stabilisce uno scaling diverso, basato sulla scelta da parte del giocatore di dove allocare 12 punti Virtù. A ogni raggiungimento di livello, infatti, il giocatore riceve 12 punti Virtù da distribuire tra 8 statistiche principali. In questo modo il giocatore è chiamato ad agire in prima linea per far sì che l’Eroe livelli nel miglior modo possibile, anche da un punto di vista strategico.

Ma non solo, perché anche abilità minori partecipano alla progressione.

Lo scaling non è l’unica innovazione che la remastered ci ha regalato. La traduzione adesso è fluida e affidabile, uno degli aspetti che nella versione originale era stato molto criticato. La localizzazione risultava spesso inesatta e manchevole, senza riuscire a garantire un’esperienza di gioco soddisfacente.

Insomma, The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered riesce nel suo intento: riportare in auge un titolo di punta del panorama videoludico migliorandolo. Ne assorbe l’eredità, ottimizzando aspetti che nella versione originale risultavano manchevoli.

Nonostante ottenga certamente un voto positivo, non è esente da difetti, riscontrabili in particolare nell’eccessivo carico del comparto grafico che determina non pochi bug visivi.