Premessa

Il film si colloca cronologicamente dopo i 12 episodi della prima stagione della serie animata (che si possono trovare in streaming su Crunchyroll e in home video da Anime Factory), ma presenta un arco narrativo che possiamo considerare quasi del tutto autonomo e autoconclusivo.

Un piccolo ripasso

In una Tokyo distopica dei giorni nostri, pervasa dalla violenza e dalla disperazione, sembra che il mondo terreno e l’inferno siano luoghi sempre più “vicini”, con esseri umani e diavoli che convivono ormai a strettissimo contatto. Tra contratti “faustiani”, esperimenti genetici che mischiano sangue di angeli e diavoli creando creature ibride, demoni che si nascondono nel corpo di persone di potere, i concetti di bene e male qui più volte si confondono e nascondono.

Per ripagare i debiti contratti con una associazione malavitosa dai propri genitori, il giovane e ingenuo Denji è ormai ridotto ai margini della società, quasi alla stregua di un animale.

Privato sistematicamente di ogni tipo di affetto e socialità, contento del solo fatto di “avere un tetto e poter mangiare qualcosa di buono a fine giornata”, viene costretto con la forza a occuparsi della caccia ai diavoli che si contendono il potere del territorio con la yakuza. Un giorno Denji incontra sulla sua strada un piccolo e tenero cane/diavolo di nome Pochita. Una creatura quasi simile a un Pokémon, ma in grado di far emergere dalla sua testa una terribile motosega. I due hanno fin da subito l’impressione di essere molto simili e decidono di non combattersi, di diventare amici, magari “partner di lavoro”. Per un po’ funziona, ma in un mondo che non ammette alcun tipo di smancerie, dove la tragedia e la corruzione sono sempre dietro l’angolo, Denji viene presto tradito e ucciso in un modo brutale quanto “indifferente”. Pochita, in un disperato tentativo di riportarlo in vita, sceglie di sacrificarsi e fondersi con lui in un unico nuovo corpo. Da allora Denji, tirando una catena che pende dritta dal suo cuore, si può trasformare nell’uomo motosega: un giustiziere quasi indistruttibile, in grado di ricomporsi dopo ogni sventramento e di sprigionare da ogni parte del suo corpo, testa compresa, delle terribili e affilate motoseghe. Una mutazione durante la quale anche il carattere del ragazzo sembra cambiare profondamente: rendendolo di colpo scurrile,  pazzo, crudele e inarrestabile. I diavoli iniziano a tremare al solo sentire il suo nome e il suo talento viene presto notato dai tutori dell’ordine.

Chainsaw Man
Chainsaw Man

Con la prospettiva di “un vitto e alloggio migliore”, Denji si arruola felicemente come Devil Hunter dell’Ufficio 4 di Pubblica Sicurezza, sotto la guida della misteriosa Makima. Una unità speciale creata per trovare e distruggere il terribile Diavolo Pistola.  Makima è manipolatoria, sfuggente, nasconde enormi quanto oscuri segreti. Ma “l’imperterrito ingenuo” Denji si innamora di lei al primo istante, come di fatto “al primo istante” si innamorerà in pochi istanti di ogni ragazza prosperosa che si avvicinerà a lui. Questa “cosa delle ragazze” dall’arrivo alla quarta sezione sembra interessargli quasi di più di un vitto e alloggio decenti.

Makima decide di assegnare a Denji un appartamento in condivisone con due suoi colleghi di lavoro: il riservato Aki e la violenta Power. Il primo ha stipulato patti con vari Diavoli che deve continuamente gestire con freddezza e quasi paranoia. La seconda ha spesso in corpo del sangue di diavolo che ne altera l’umore, rendendola di fatto una irritabilissima mina vagante. Questi due pazzi sono per Denji, a tutti gli effetti, la cosa più vicina a una famiglia che abbia mai avuto. Ma soprattutto, con qualche “piccolo sforzo”, questo “momento fortunato” può essere la sua prima e unica occasione di vivere una vita normale. Il segreto sta tutto nel riuscire a sopravvivere, con i poteri di Chainsaw Man, a centinaia di scontri mortali con creature sempre in grado di radere al suolo interi quartieri in pochi minuti. 

Sinossi

Dopo una serie infinita di spettacolari quanto tremendi scontri con entità terribili come il Diavolo Pomodoro, il Diavolo Zombie, il Diavolo Pipistrello, il Diavolo Sanguisuga, il Diavolo Fantasma e altri, Denji ha finalmente ottenuto il suo primo, agognato incontro galante con la misteriosa Makima. Un’intera giornata al cinema, per vedere di filato tutta la programmazione disponibile e parlarne nelle pause caffè tra una proiezione e l’altra. Dai film horror ai romantici, dai drammatici alla fantascienza, tutti sparati uno via l’altro. Seppur costantemente stimolata dalla visione di storie di tutti i tipi, Makima, come sempre, non tradisce la minima emozione. Denji cerca di osservarla per scorgere qualcosa ma è tutto impossibile, tutto è “super misurato”: Makima rimane un “muro emotivo” al punto di non renderlo capace di capire se l’incontro stia andando effettivamente bene o male. Ma visto che Denji è un tipo super positivo, alla fine propende che tutto sia andato bene.

Quando i due si separano sta per iniziare un piccolo temporale e un Denji “super zuppo” trova un riparo di fortuna in una cabina telefonica. In quella stessa cabina, pochi minuti dopo, irrompe Reze.

È bellissima, solare e divertente. Al primo sguardo sembra già innamorata persa di Denji e questo atteggiamento travolge il ragazzo in un modo nuovo, che prima non aveva mai sperimentato e ora gli fa battere forte quel cuore da cui pende la catena di una motosega a benzina…

Chainsaw Man – Il Film: La storia di Reze
Chainsaw Man – Il Film: La storia di Reze

È una ragazza di origine straniera che lavora in un bar poco distante, proprio a un paio di curve dalla cabina, dove si servono un caffè e dei piatti cattivissimi. Il posto si chiama “Il Confine” e Denji, nonostante il pessimo menù, inizia a frequentarlo il più possibile, cogliendo l’occasione di ogni pausa pranzo, dopolavoro, mattina presto.

Alla quarta sezione le cose vanno bene, nonostante l’arrivo non richiesto di un nuovo stranissimo partner di nome Beam: un rompiscatole ossequioso fino a essere molesto, ma in grado di trasformarsi in una utilissima specie di squalo/ragno in grado di scalare i palazzi in verticale.

Mentre la pista del Diavolo Pistola prosegue a rilento, si fa sempre più molto confusa e “apocalittica”, Denji ha in testa altro.

Nonostante abbia giurato di poter amare solo ed esclusivamente la freddissima e anaffettiva Makima, nonostante pure Power ogni tanto lo solletichi e in fondo lo solletichino un po’ tutte le donne che vede, Reze lo ha conquistato. Denji lo ha capito prima ancora di saperlo, come era successo con Pochita: tra lui e Reze ci sono tantissime cose in comune. Tantissimi rimpianti soprattutto: come non aver mai potuto avere un’adolescenziale “normale”.

Insieme sono andati così una notte nella vicina scuola, per poter almeno immaginare per la prima volta quella “normalità” che non hanno mai potuto sperimentare, tra i banchi e le lezioni di giapponese, l’ora di nuoto, le pause pranzo sul tetto dell’edificio. Una notte infinita quanto bellissima, splendidamente “normale” in un mondo di Diavoli.

Ma non erano soli.

I Diavoli avevano ingaggiato per l’eliminazione del Chainsaw Man un killer di Devil Hunter caro, veloce, affidabile quando spietato. Un maestro del travestimento e delle lame che non si sarebbe fatto scrupoli nel seminare con sangue di innocente interi palazzi, pur di arrivare alla sua preda.

Chainsaw Man – Il Film: La storia di Reze
Chainsaw Man – Il Film: La storia di Reze

Mentre Denji quella sera appare sempre più confuso dagli strani effetti che l’amore gioca nella sua testa per la prima volta, facendolo oscillare tra sogni erotici, mille ripensamenti, sincero romanticismo e nuovi sogni erotici, il killer ha già nel mirino Reze, che si è assestata da lui solo per un attimo. Ma chi sarà alla fine, tra i due, la vera vittima?

Forse Reze e Denji sono davvero molto più simili di quanto il ragazzo sospetti. Il Chainsaw Man, tutta la sezione 4 di Pubblica Sicurezza e l’intera Tokyo dovranno presto avere a che fare con un incubo di devastazione totale per mano dal terribile Diavolo Bomba e del Diavolo Tifone.

Tatsuki Fujimoto, un grande autore pulp

Nato nel 1992 a Nikaho, nella prefettura di Akita, Tatsuki Fujimoto si dice abbia iniziato a dipingere con pittura a olio fin da giovanissimo. Già nel 2011, tre anni prima del conseguimento della laurea in disegno occidentale presso l’università di Tohoku, era attivo nelle produzioni di opere brevi che realizzava in pochissimo tempo, anche nell’arco di una sola giornata. La celebrità arrivò nel 2018 con l’inizio della serializzazione dell’opera in otto volumi Fire Punch (edito in Italia da Planet Manga) e continuò nel 2018 con l’inizio della sua opera più lunga, Chainsaw Man, che presto divenne un successo internazionale sancito anche dalla produzione di una serie animata realizzata da MAPPA. In un’intervista del 2022 Fujimoto ha dichiarato di ispirarsi per i suoi lavori allo stile narrativo dei film d’azione, dall’Indonesiano The Raid del 2011 al coreano The Chaser, diretto nel 2008 da Na Hong-jin. Pellicole in cui non esiste mai una netta demarcazione tra bene e male, in cui anche i protagonisti sono carichi di forti contraddizioni morali che li perseguitano durante tutta la vicenda. Contraddizioni morali, spesso legate a un sottobosco criminale carico di nichilismo e autoironia, che si ritrovano spesso anche nei lavori di un regista giapponese che Fujimoto stima particolarmente: Takashi Kitano.

Chainsaw Man – Il Film: La storia di Reze
Chainsaw Man – Il Film: La storia di Reze

Un’altra passione dell’autore sono i film horror carichi di autoironia, come il mitico e divertentissimo crossover tra Ringu e Ju-Oh del 2016: Sadako vs Kajako.

Tutte influenze che si possono ritrovare in Chainsaw Man: un’opera che mischia il soprannaturale con vicende legata al mondo della malavita, ambientato in un contesto sociale pieno di disperazione ma anche di autoironia.

Da fan dello studio MAPPA, considerando che ha sempre visto la sua opera vicina alle atmosfere di Dorohedoro e Jujutsu Kaisen, Fujimoto è stato subito entusiasta all’idea dell’adattamento animati di Chainsaw Man. Per lui MAPPA, con il suo stile ricercato e dinamico, avrebbe potuto espandere al meglio le scene d’azione più estreme e truculente che lui era riuscito solo ad accennare nel manga.

Lo Studio MAPPA

Fondato nel quartiere Suginami di Tokyo nel 2011 dal produttore e co-fondatore del celebre studio Madhouse Masao Maruyama, lo studio MAPPA, famoso per i suoi reparti di animazione in computer grafica e tecnica mista, in breve tempo è diventato uno dei principali nomi di riferimento nel settore. Famoso per opere come Terror in Resonance, Vinland Saga, Dorohedoro e l’ultima stagione de L’attacco dei giganti, lo studio ha aperto la sua attività proprio in supporto a Madhouse, con il film di Sunao Katabuchi “In questo angolo di mondo” (edito anche da noi da Dynit). Dal 2016 la direzione dello studio è passata a Manabu Otsuka, prima dipendente dello studio 4C. Per il film di Chainsaw Man, la cui lavorazione è stata annunciata nel dicembre del 2023, sono stati riconfermati gli animatori che si sono occupati della serie tv, compreso il compositore della colonna sonora Kensuke Ushio (Space Dandy, Dandadan, Devilman CryBaby).

Il tema musicale del film, l’adrenalinica Iris Out, è stata realizzata da Kenshi Yonezu. Nei titoli di coda la malinconica Jane Doe, composta da Yonezu insieme a Hikaru Utada.

In Sala

Lo studio MAPPA, il regista Tatsuya Yoshihara e lo sceneggiatore Hiroshi Seko (tra i suoi lavori Vinland Saga, Jujutsu Kaiser, Dorohedoro, Mob Psycho 100, il prossimo già attesissimo Rooster Fighter), aiutati da un team di prim’ordine, hanno dimostrano in questo film di aver colto a pieno tutta la dirompente e disperata poetica di Fujimoto. L’arco narrativo di Reze offre una perfetta sintesi dell’anima tormentata del manga originale: momenti di tenerezza e dramma frutto di una caratterizzazione non banale del mondo narrato e dei personaggi che lo abitano, seguiti da concitate quanto folli scene d’azione dal sapore a tratti psichedelico, in cui tutto si fa vorticoso come sulle montagne russe, con così tanto splatter ed esplosioni che i palazzi sembrano progressivamente colorarsi di secchiate di sangue.  

Chainsaw Man – Il Film: La storia di Reze
Chainsaw Man – Il Film: La storia di Reze

Anche quando non si parla delle bellissime scene d’azione “a rotta di collo”, cariche e a volte pure “sovraccariche” di personaggi folli, in cui la computer grafica sa colorarsi di schizzi cromatici quasi dipinti con una audacia da pop art, Chainsaw Man non fa sconti alla sua voglia costante di estremo. Le scene sentimentali più romantiche (quasi eteree, come l’adolescenza raccontata da Madhouse nell’anime tratto dal manga Beck) non hanno paura a trasformarsi in esplicitamente erotiche (stile l’Egawa più “anarchico” di Golden Boy). Scene quasi sarcastiche (come quelle con protagonista l’Angelo/Diavolo, un comprimario molto interessante), con una punta quasi di orgoglio non hanno vergogna a lanciare invettive di stampo “politico” (spesso incentrate sul modo in cui troppo spesso una società sceglie di “rimanere immobile”, pur disponendo di poteri incredibili). Denji quanto Reze appaiono sul grande schermo speculari quanto complicati, antieroi meravigliosi alla ricerca di un dialogo (im)possibile in un mondo in cui tutti devono urlare e ogni cosa deve esplodere. Ci si affeziona infine a entrambi, anche perché entrambi si divorano giustamente da soli tutta la storia e la scena: Aki, Power, Makima e forse pure il folle ed esageratissimo Beam, giocano un po’ in panchina pur ritagliandosi dei momenti sfiziosi.

Chainsaw Man – Il Film: La storia di Reze
Chainsaw Man – Il Film: La storia di Reze

Il film descrive un bellissimo balletto a due: un amore che si fa lotta, che si fa ideale, poi disillusione/rivoluzione, poi forse ancora amore. Alla fine del balletto di Reze e Denji, come la poetica di Fujimoto impone, si esce dalla sala con un rospone amarissimo in gola. Ma contenti di aver insieme a loro ballato e imparato a nuotare in una piscina all’aperto sotto la pioggia, per poi aver ricoperto un’intera Tokyo di una pioggia rosso sangue/passione, come se tutto il resto del film fosse destinato a tramutarsi in un Jackson Pollock (ho già detto di quanto è bella l’animazione “pittorica” degli scontri?).

Conclusioni

Il film di MAPPA è una gioia per i fan della serie, ci è piaciuto tantissimo e ve lo consigliamo anche se non conoscete Chainsaw Man, ma siete comunque amanti del cinema horror orientate più estremo, delle atmosfere dark fantasy e delle storie d’amore maledette.

Tanto il comparto narrativo che quello visivo sono ai massimi livelli e poter godere di animazioni di questa caratura sullo schermo gigante di un cinema è davvero molto appagante, una esperienza unica.

Certo a parte Reze e Denji gli altri personaggi sulla scena potrebbero apparire un po’ oscuri o oscurati, ma su Crunchyroll o in home video con Anime Factory è possibile recuperare tutti i 12 episodi da 24 minuti della prima serie, vedendoli comodamente in una piccola maratona.

Preparatevi a esaltarvi, ridere e a commuovervi nello stesso tempo, con il perfetto sincronismo che si ricerca da una delle migliori pellicole animate che si possono vedere in sala in questo Halloween.