Non è allergico alla criptonite né corre il rischio di andare in bancarotta per reiterata lacerazione collerica dei vestiti. Non riempie casa di ragnatele né l’atmosfera di inquinanti idrocarburi combusti. Alla calzamaglia arlecchino preferisce il completo giacca, camicia, pantaloni, con due uniche concessioni: una cravatta rossa svolazzante alla Shinobi e un cappello giallo alla Dick Tracy. Bisogna ammetterlo, come supereroe è alquanto improbabile. Eppure Mr Esc, che l’eroe gli tocca farlo quasi a tempo pieno ma per caso, se la cava benissimo nei panni di chi non può proprio resistere a una richiesta di aiuto. Lo dimostra Exit, la sua fantastica avventura per Psp, memorabile pur in assenza di trama. Sviluppato da Taito, co-pubblicato in Europa dalla casa giapponese e UbiSoft, che è anche distributore italiano del gioco, Exit è un originalissimo rompicapo mascherato da action game che vede protagonista l'unconventional (super)hero Mr Esc.

Il patrimonio genetico del titolo mischia elementi cari agli appassionati con qualche anno di carriera videoludica. Si ritrovano infatti Prince of Persia e le sue corse a rotta di collo per scenari dagli spunti acrobatici; Lemmings e i suoi personaggi dalle abilità chiave per 'scavarsi' una via di uscita; Elevator Action

I livelli mischiano grafica 2d e 3d
I livelli mischiano grafica 2d e 3d
della stessa Taito e i suoi dedali di ascensori e corrimano. Il tutto impreziosito da una grafica fumettosa, che descrive minuziosamente gli ambienti in sezioni bidimensionali dove Mr Esc è chiamato ad agire. Eroe per caso, eroe del quotidiano, per qualche fortuito scherzo del destino capita a vagabondare nei pressi di inferni di cristallo, di acciaio e di cemento, nei quali sono intrappolati inermi cittadini. Incrocio virtuale del Bruce Willis di Unbreakable e del Dustin Hoffman di Accidental Hero, un po’ moderno Houdini maestro delle fughe impossibili, Mr Esc non esita a gettarsi nel pericolo e con lui il giocatore, che lo deve guidare con astuzia fino ai lamenti dei disperati bloccati nel tal palazzo.

Già questa soltanto è un’impresa che, con il passare dei livelli (ce ne sono 100, più altri 110 scaricabili dalla Rete), si fa piuttosto complicata. La strada da seguire non è sempre

L'impostazione di gioco è bidimensionale
L'impostazione di gioco è bidimensionale
chiara e, soprattutto, non è mai facile. Porte sbarrate, coltri di fumo sotto le quali strisciare, casse da spostare, funi con cui calarsi, tubi a cui appendersi, baratri da saltare, cavi elettrici da isolare, incendi da spegnere o aggirare. Anche raggiunta una delle diverse vittime del disastro che è chiesto di volta in volta di salvare, non è però finita, perché la si deve appunto ancora trarre in salvo, scortandola all’uscita. Esistono varie classi di personaggi, ognuna con caratteristiche esclusive che diventano l’anima di un cammino a ritroso di stampo collaborativo, orchestrabile tramite semplici comandi di movimento e di azione. C’è il bambino che si infila dove gli adulti non ce la farebbero ad andare; il tizio grasso adatto al lavoro pesante; il ferito da caricarsi in spalla; il ragazzo normale alla Mr Esc.

In questo lato b del rompicapo crescono le variabili e vengono a galla leggerezze eventualmente commesse nella fase di avvicinamento, che possono mandare all’aria tutta o in parte la missione, di norma

I palazzi sono tagliati in sezioni verticali
I palazzi sono tagliati in sezioni verticali
intollerante verso gli errori di valutazione. I livelli sono disseminati di oggetti utili, come il piccone per aprirsi un passaggio tra le macerie o l’estintore per soffocare il fuoco, le funi per scivolare ai piani inferiori e le scali a pioli che consentono la risalita. Gli sviluppatori non li hanno naturalmente posizionati a caso. Così come si inserisce in una precisa logica la scelta di permettere di trasportare soltanto un arnese per volta, utilizzabile una volta sola. Ne consegue che la pianificazione delle mosse assume un ruolo decisivo nelle dinamiche del gioco. Sottolineato da un timer che ricorda inclemente il tempo – poco - a disposizione per venire a capo della faccenda.

Sulle prime è una sorta di spada di Damocle, responsabile di un cospicuo numero di game over. Poi se ne assapora la chiara funzionalità arcade, della sfida alla ricerca del tempo migliore, da battere spremendo le meningi nello sforzo tattico per leggere i labirinti catastrofici elaborati da Taito, che ha confezionato un ottimo survival puzzle per l’intelletto, dove serve più la mente fina, della mano lesta. Exit è una delle produzioni più interessanti per la console portatile Sony. Anche senza i classici superpoteri, si può insomma essere eccezionali.