Alcuni studenti di archeologia, mentre lavorano su un sito Medievale risalente alla Guerra dei Cento Anni, trovano una misteriosa ma autentica richiesta di aiuto da parte del loro professore (teoricamente rientrato negli Stati Uniti per colloqui con la multinazionale che finanzia gli scavi) proveniente da sei secoli prima...
Vengono inviati, o meglio faxati, indietro nel tempo per salvarlo, ma qualcosa va storto e restano intrappolati nel XIV secolo con poche ore a disposizione per cercare di ritornare.
Vagamente basato sull’omonimo best seller di Michael Crichton.
Partiamo dalle note positive su questo film: il locale era dotato di aria condizionata.
Il libro sul quale si basa il soggetto non è tra i più riusciti di Crichton, ma l’idea, se ben gestita , poteva essere stuzzicante: purtroppo il buon artigiano Donner si è lasciato sfuggire la materia di mano, forse a causa delle molte vicissitudini legate alla realizzazione del film, nato e cresciuto sotto una cattiva stella.
Troppe incongruenze, troppi blooper (basti per tutti la lunghezza variabile della barba di Marek), troppo tongue in cheek, troppe battute stupide al momento sbagliato, attori assolutamente non aderenti ai personaggi del libro e comunque male assortiti o intenti a sembrare più giovani rispetto alla loro età reale, insomma un discreto pasticcio.
Prescindendo dal viaggio nel tempo, materia sempre complessa da gestire e sui cui alterni risultati cinematografici non è questo lo spazio per discutere, il periodo scelto era affascinante e il regista era a suo tempo sembrato all’altezza con il suo intrigante Ladyhawke, ma qui non ne ha azzeccata una, offrendo uno spettacolo che ricorda la vecchia serie televisiva Ivanhoe interpretata da Roger Moore.
I vari personaggi si comprendono perfettamente tra loro pur provenendo addirittura da epoche diverse e parlano la versione moderna delle loro lingue; perfino la lapide scoperta nel finale è scritta in caratteri gotici... ma in francese moderno. A essere pignoli fino in fondo, i nostri spaesati studiosi si spacciano, dopo la cattura da parte del malvagio Sir Oliver, per Scozzesi (si sa, gli studiosi sono distratti...) dimenticando che la Scozia parteggiava, durante la Guerra dei Cent’Anni, per la Francia.
In definitiva, siamo di fronte a un film senza eccessive pretese per un popolo che, non avendo avuto un Medio Evo, lo accetta come gli viene proposto... ma noi europei siamo un filino più smaliziati; gli va riconosciuto, però il merito di non essere infarcito dei moderni effetti speciali limitati alle scene di battaglia dove sono stati utilizzati per moltiplicare il numero dei soldati, lo stile decisamente artigianale gli si addice di più.
Se andrete a vederlo potrete godervi un paio d’ore di discreta avventura, se non ci andrete non crucciatevi, in fondo non vi sarete persi niente di epocale.
A proposito del marchio di Donner, di fronte a quell’ammasso di catapecchie che dovrebbe rappresentare Castelgard e sembra la buffonesca Camelot di Monty Python, uno dei presunti scienziati si lascia sfuggire un ammirato “Wow!” forse un ricordo de I Goonies?
Massimo Manganelli
Indubbiamente non ci troviamo di fronte a un capolavoro, ma a un buon film d’avventura che, senza molta infamia né particolare lode, riesce a divertire per un paio d’ore. Le pecche maggiori sono sicuramente l’aspetto storico poco approfondito e una recitazione non sempre del tutto convincente. D’altra parte il film è stato pensato come una classica corsa contro il tempo e questo ha fatto sì che si facessero delle scelte tese più a sottolineare l’azione e la frenesia che la riflessione. Alcune battute sanno molto di già visto e sono tipiche dei film d’azione, anche il modo in cui è trattato l’aspetto storico sa molto di americano: superficiale e monodimensionale. Ci sono poi dei fastidiosi buchi di sceneggiatura: perché è così importante per gli scienziati recuperare il professore? Perché alcuni di quelli che tornano indietro sbucano in posti diversi da quelli che ci si aspetta (è plausibile ritenere che le due estremità del tunnel non siano entrambe stabili, infatti alle volte qualcuno, di ritorno dal passato, non sbuca esattamente dove dovrebbe. Ma questo nel film non lo spiega nessuno)? Perché uno degli uomini che dovrebbe essere uno dei più esperti porta nel passato una granata? A questo punto potrebbe sembrare che il film sia da evitare e invece no. Complessivamente la vicenda risulta intrigante, l’azione coinvolgente e se non ci si aspetta troppa introspezione ci si può godere un buon film d’avventura. Anche le pecche della sceneggiatura non si notano troppo e si dimenticano facilmente travolti dal procedere degli eventi. Quindi questo film non è di fantascienza, né fantasy e nemmeno storico, ma si tratta di avventura pura. La regia si mantiene su dei livelli standard per questo genere di produzioni, non presenta particolari picchi di creatività, ma fa degnamente il suo lavoro, così come la fotografia, chiara e pulita.
Davide Galati
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