Li avevamo sentiti risuonare in lontananza e ora tuonano nei subwoofer dei nostri Pc. Sono i tamburi da guerra di Warhammer: Mark of Chaos, battaglie virtuali alla guida degli eserciti dell’impero e delle forze del caos per generali da scrivania. Dopo essersi fatto desiderare qualche giorno più del previsto, lo strategico per personal computer ispirato all’universo fantasy gotico di Games Workshop, una versione un po’ più pop e un po’ più dark del Signore degli anelli, è arrivato nel weekend anche in Italia, in edizione liscia e gasata per collezionisti (www.fantasymagazine.it/notizie/6514/).

In realtà, il war game realizzato per Bandai Namco da Black Hole Entertainment di strategico in senso stretto ha poco. Si tratta infatti di un titolo focalizzato quasi esclusivamente sulla gestione tattica delle armate, se si esclude l’opportunità di ordinarne i ranghi nell’accampamento, prima delle battaglie. Dalla formula aulica degli rts raccogli (risorse), costruisci (avamposti) e combatti vengono così sottratte le prime due per concentrarsi sulla brutalità di assedi e scontri campali. Una scelta in linea con l’idea di tradurre in tempo reale gli stilemi cari ai fedelissimi del gioco da tavolo concedendosi – al di fuori dell’abbandono delle logiche a turni - meno licenze possibili.

A questo proposito gli sviluppatori hanno lavorato con attenzione per riprodurre in Mark of Chaos la maggioranza delle unità presentate nel war game originale, conservando caratteristiche specifiche, aspetto e la natura collezionabile delle miniature che, anche se digitali, si possono “dipingere” a piacere. Mentre si guerreggia, è utile tenere conto di fattori importanti come il morale delle truppe, la gittata di archi e archibugi, la resistenza dei propri uomini (che diventa “stabilità” per le creature del caos), eventuali posizioni di vantaggio dovute alla morfologia del territorio, alla formazione adottata dalle guarnigioni del proprio esercito e la vicinanza di queste ultime a un eroe.

Un fotogramma del gioco che esplicita lo spirito di Warhammer: sono tempi bui
Un fotogramma del gioco che esplicita lo spirito di Warhammer: sono tempi bui

Gli eroi sono le sole potentissime unità che è consentito controllare individualmente. Quelle generiche si comandano per reggimenti, sulla falsariga della collana di best seller ad ambientazione storica Total War. Rispetto a Total War, il videogame di Warhammer pone enfasi sulla colorazione ruolistica (l’esperienza che i condottieri guadagnano sul campo è un altro elemento chiave nell’economia del gioco), ma non consente di decidere liberamente il proprio cammino di conquista delle terre nemiche, sostituendogli un percorso prefissato, diviso in due filoni: con umani ed elfi, dalla parte dell’impero, oppure insieme a demoni e uomini ratto, nelle fila del caos? Da entrambe le parti, una campagna dopo l’altra.

Mark of Chaos sfrutta l’escamotage dell’unica storia raccontata da due diverse prospettive, che si intrecciano per accompagnare il giocatore verso una visione globale degli eventi. La prima è quella di Stefan von Kessel, un paladino dell’impero che cerca riscatto attraverso le sue imprese; l’altra è quella di Thorgar il Purosangue, uno spietato campione delle tenebre votato al saccheggio e alla distruzione.