Evitiamo di presentarla con una biografia, non ce n’è bisogno. Licia Troisi è un nome che da qualche anno gli appassionati di fantasy conoscono bene. Le sue Cronache del Mondo Emerso – le travolgenti ed emozionanti avventure della Mezzelfa Nihal –, l’hanno fatta conoscere in mezzo mondo, mostrando ancora una volta, come se ce ne fosse stato bisogno, che la fantasy di produzione nostrana può raggiungere livelli di tutto rispetto, senza temere il confronto con le blasonate firme d’oltreoceano.

A seguito di quella fortunatissima prima trilogia, Licia Troisi si è impegnata a fondo in un nuovo e ancor più ambizioso progetto, intitolato Le Guerre del Mondo Emerso. Un approccio diverso alla scrittura e al suo stesso mondo. Una sfida per la stessa autrice. Due volumi di questa nuova fatica sono già stati editi – La Setta degli Assassini (quest’ultimo anche in edizione economica Mondadori) e Le Due Guerriere – e il successo letterario è stato ancora una volta ribadito con forza. La capacità di catturare l’attenzione, di legare a sé il lettore, ne ha decretato la grande fortuna di pubblico e critica.

Da poco, l’autrice ha confidato alle pagine del suo blog la chiusura e la consegna all’editore del suo sesto romanzo, il terzo e conclusivo capitolo delle Guerre (in uscita per la fine dell’anno, sempre per la Mondadori Editore). FantasyMagazine ha così rivolto qualche domanda alla creatrice del Mondo Emerso, per capire come nasce una saga di successo e come, ancora di più, lo si mantiene intatto nel tempo.

Prima di tutto, bentornata Licia tra le pagine di FantasyMagazine. Sappiamo che da poco hai consegnato all’editore il terzo e conclusivo capitolo della tua seconda trilogia: Le Guerre del Mondo Emerso. Ovviamente, vige un assoluto silenzio su questo romanzo ma, dicci: cosa ti ha lasciato questa ennesima avventura? Che emozioni? Hai notato dei cambiamenti significativi tra Le Cronache e Le Guerre? E come hai vissuto questa nuova “fine”?

Mi sento un po' strana. Del resto questo è stato il mio primo lavoro da scrittrice "professionista". Come al solito, l'emozione preponderante è la preoccupazione e la paura: piacerà, non piacerà? Ho fatto un buon lavoro? Di sicuro le Guerre sono state un lavoro più pensato e per certi versi sofferto: fino a quando scrivevo solo per me stessa non mi ponevo mai davvero a fondo il problema di divertire il lettore, di riuscire a comunicare appieno quanto volevo. Adesso questi aspetti sono diventati fondamentali.

In ogni caso, in parte sono sollevata di aver finito, perché è stato un lavoro duro, ma sono anche un po' dispiaciuta; la storia si è conclusa, alcuni personaggi sono stati archiviati. È in ogni caso un periodo della mia vita che si chiude.

Nihal e Dubhe. Due eroine a tutto tondo. Due caratteri, tuttavia, profondamente diversi. Entrambe hanno attraversato il Mondo Emerso, ma ognuna a modo suo. Ora che puoi dire di conoscerle appieno, quale delle due ti ha colpita maggiormente? Quali scelte? E perché?

Fondamentalmente credo di voler più bene a Dubhe. Nihal mi somiglia

La Setta degli Assassini
La Setta degli Assassini
troppo, e di conseguenza ha troppi dei miei difetti. Quando Nihal si dispera sono sempre portata a credere che lo faccia perché è propensa all'autocommiserazione, mentre verso Dubhe sono molto indulgente: qualsiasi cosa faccia, sono sempre pronta a giustificarla. Credo che dipenda dal fatto che amo molto il background che le ho costruito, quindi empatizzo molto con lei. La trovo anche un po' più matura di Nihal.

Restiamo sulle tue protagoniste. Una indomita guerriera. Una astuta ladra. A chi guarderai d’ora in avanti? Un’abile maga, forse? Una raffinata cortigiana? O, perché no, un protagonista al maschile? Cosa senti il bisogno di raccontare ancora?

Non ho ancora le idee chiarissime su che cosa farò in futuro. Ho molti spunti che mi girano per la testa, ma devo ancora svilupparli compiutamente. A volte penso che mi piacerebbe raccontare un personaggio davvero negativo, fin nel midollo, ma poi penso che finirei per descrivere un altro carattere tormentato dei miei, perché sono quelli che sento di più. Forse mi piacerebbe scrivere di un uomo, ma l'idea del guerriero non credo la lascerò mai. Ho sempre bisogno che a un certo punto della storia il protagonista tiri fuori una bella spada.

Una domanda che i nostri e i tuoi lettori vorrebbero sicuramente farti è questa: su quali progetti lavorerai in futuro? Si vocifera sul tuo blog di un romanzo già concluso che attende solo di essere pubblicato. E’ vero? Forse un altro volume nel tuo affascinante Mondo Emerso?

Ho svariati progetti in ballo, ma su molti ho il silenzio stampa. Ce n'è uno top secret che in effetti è a buon punto della propria realizzazione, ma quando verrà pubblicato per ora non lo so. Posso dire che è una cosa forse un po' diversa da quelle che ho fatto finora. In ogni caso, il Mondo Emerso vive ancora dentro di me, e gode di ottima salute; credo che abbia ancora molto da dire.

In conclusione, Licia, ringraziandoti per la gentilezza con cui ti sei prestata a questa intervista, cosa ti senti di consigliare ai tanti scrittori là fuori, in cerca di editore? Il genere fantasy in Italia sta vivendo un momento d’oro, è evidente, e tu ne sei una prova. Si stanno creando fondamenta sempre più solide per quello che si preannuncia un maestoso palazzo. Cosa ti senti di dire ai tanti che vorrebbero intraprendere la tua stessa strada?

A parte gli ovvi consigli buoni per tutti gli scrittori (leggere molto, cercare il confronto col pubblico, anche se composto da parenti e amici, non temere le critiche...) direi di buttarsi. Non sempre si è buoni giudici di se stessi: molte volte ci si sottovaluta non poco, qualche volta può capitare di sopravvalutarsi. In ogni caso, conviene spedire alle case editrici o alle agenzie letterarie per avere un riscontro. Non bisogna avere paura, e bisogna essere pronti anche ad affrontare le delusioni, che non mancano neppure quando alla fine si viene pubblicati. Confrontarsi coi lettori è bello e terribile. La cosa più importante, comunque, credo sia sentire profondamente la storia che si vuole raccontare. La passione è il requisito primario per riuscire.

Segnaliamo, per finire, la quarta di copertina che le principali librerie in rete riportano circa questo ultimo volume, intitolato, anche la notizia non è ancora confermata come tale, Un Nuovo Regno:

«Dubhe e Theana sono in marcia verso il Palazzo Reale della Terra del Sole, per uccidere Dohor, il tiranno corrotto alleato della Gilda, ma vengono fatte prigioniere dalle sue truppe. Messe in vendita come schiave vengono acquistate dal figlio di Dohor, Learco, che decide di portarle con sé a corte. In viaggio verso Makrat, Dubhe e Learco cominciano a conoscersi e a innamorarsi. I tempi sono ormai maturi per l'omicidio di Dohor e anche Learco è pronto a rinnegare suo padre: con Dubhe, Theana e alcuni nobili di Corte, ordisce un piano per destituirlo, ma i congiurati vengono scoperti e imprigionati. Il Consiglio delle Terre Emerse si riunisce e decide di sferrare l'attacco decisivo alla Gilda e all'esercito di Dohor, e Dubhe dovrà affrontare fino in fondo il suo destino, la sua missione, il suo amore. Un nuovo regno sorgerà dalle macerie della guerra, e un uomo nuovo occuperà il trono.»