«C'è un luogo, nel Varlas, in cui uomini ed elfi convivono pacificamente da secoli. È la grandiosa città-stato di Azales, situata ai piedi delle cascate Mah Quad, e dominata dalla leggendaria stirpe elfa degli Eldowin. Ma uno spietato nemico trama nell'ombra per distruggerne il fragile equilibrio e riconquistare nel sangue il potere perduto. Mentre il regno corre incontro all'inevitabile rovina, i favolosi Eldowin si avviano ignari, fra giochi innocenti, balli di corte e sospiri d'amore, verso il loro tragico destino. Molto tempo dopo, una combriccola eterogenea, formata da una maga in fuga, un simpatico barbaro, due vampiri, una nana e un giovane contadino intraprende un viaggio avventuroso che la porterà dai confini orientali dell'Argelar, oppresso dall'implacabile Adras l'Oscuro, fino al Varlas, sulle tracce della mitica città perduta.»

 

Il Destino degli Eldowin di Laura Iuorio (già autrice di un romanzo fantascientifico a tinte noir, Il Sicario) è un ottimo romanzo, non ci giriamo attorno. Caratterizzazione dei personaggi, stile, trama, intreccio. Un libro pregevolissimo, che si lascia leggere e invoglia alla lettura. Questo va detto subito, in apertura di recensione, per sfatare vecchi preconcetti. Già la quarta di copertina, così per come ci presenta il romanzo, potrebbe difatti trarre in inganno più di un lettore. E’ facile lasciarsi prendere da un qual certo pregiudizio nel leggere la parola “elfi” (o “nani”, o “maghi”). Vengono alla mente, subito, quasi in automatico, gli elfi, i nani e i maghi alla Tolkien e, di conseguenza, tutta una serie di cliché legati a queste creature che hanno lasciato un marchio indelebile nella letteratura fantasy mondiale, rischiando spesso, in più casi, di appiattire o banalizzare una storia che di per sé poteva essere piacevole.

 

Questo non è il caso di Laura Iuorio e di Il Destino degli Eldowin. Anzi, l’autrice ci mostra come ancora una volta un tema classico – una compagnia di viaggiatori, un mago oscuro, un bosco e un mondo fantasy – possa riservare gradevoli sorprese a chi legge. E se un romanzo riesce a ribaltare un certo – se c’era – pregiudizio di partenza insito nel lettore, significa che è davvero un ottimo romanzo.

La Iuorio sviluppa una trama ricca di intrecci e colpi di scena, il tutto condito da piacevolezze stilistiche non ovvie e da una scrittura oltremodo fluida e accurata. Nessuna sbavatura, nessuna incertezza. Da esperta mestierante  l’autrice descrive un mondo ricco e sfaccettato, dove i personaggi ideati (davvero molti, e per ogni palato) si muovono con sapienza. Le prime cento pagine del romanzo sono forse le più ostiche. Ma questo è normale. Il lettore si deve immergere in un mondo completamente nuovo, e in due storie che apparentemente – solo apparentemente – non legano fra di loro. Ci viene mostrata la fulgida corte degli Eldowin con tutto un ricco parterre di protagonisti e, negli altri capitoli, un mondo contadino con i suoi problemi, sfumature e anche misteri. Dunque, due scenari in apparenza lontani, destinati tuttavia a convergere bruscamente.

Qui sta il primo colpo di scena che ci regala la Iuorio. Una prima rivelazione che, attorno a pagina 100, ci costringe a rileggere con un altro occhio quelle prime pagine sfasate da un “gap temporale” non indifferente. È solo la prima scoperta fra tante. Le restanti 270 pagine sono un continuo affastellarsi di informazioni sapientemente centellinate, rivelazioni, sorprese, imprevisti ribaltamenti, e avventure che fanno di Il Destino degli Eldowin un romanzo piacevolissimo. A questo punto sono lontane tutte le incertezze d’inizio lettura. Non ci troviamo di fronte a una “copia-carbone” di Il Signore degli Anelli di Tolkien. Non è una pallida compagnia ad attraversare la trama di questo volume, ma qualcosa di molto più pregevole e originale.

 

Il Sicario
Il Sicario

I personaggi sono delineati, tutti, nel modo più consono. Difficile trovare, oggi come oggi, comprimari o anche comparse di un qual certo spessore. Qui ci sono. Laura Iuorio non lascia nulla al caso. Ogni personaggio è necessario, ogni protagonista, comprimario, comparsa, utile ai fini della trama e della storia. Spesso, anzi, i ribaltamenti arrivano per opera di chi meno ci si aspetta. Ed ecco che un personaggio prima in ombra, diventa protagonista di una sua personalissima storia. Il tutto per mostrarci il grande affresco di una vicenda ben più ampia, quasi ci trovassimo di fronte a un raffinato gioco di scatole cinesi. 

 

Resta che qualche piccola pecca si può trovare anche qui. Poche, in verità, sfumature o cavilli che non intaccano la complessità dell’opera, ma che comunque ci sono e si possono elencare. Per prima cosa, il voler mantenere certi attributi e cliché a tutti i costi. Per esempio, i vampiri che si trasformano in pipistrelli ci è parso un anacronismo francamente evitabile (un po’ troppo alla Bram Stoker).

Ancora, certi capitoli sono oggettivamente troppo lunghi. Il capitolo centrale conta addirittura 70 pagine e, sebbene concentri al suo interno numerose sorprese, a nostro avviso poteva essere (come altri passaggi) reso in maniera diversa, sciolto, senza per questo compromettere la lettura del romanzo. Ultimo, il finale del libro. Sebbene molte storie trovino una loro conclusione, quest’ultimo resta relativamente aperto (la storia principale non trova una effettiva chiusura). Questo, ovviamente, perché il progetto prevede una trilogia di più ampio respiro.

Piccolezze, in effetti. Il Destino degli Eldowin di Laura Iuorio si legge in definitiva con vero piacere. Più si procede con le pagine, più il lettore si pone domande, si fa curioso, cerca d’intuire il prossimo snodo della storia e il prossimo colpo di scena. E questo, senza dubbio, ci fa dire che il romanzo in questione è uno dei migliori volumi fantasy italiani degli ultimi anni. Tanto da farci attendere con interesse il ritorno degli Eldowin in libreria.