Riuscite a immaginare una storia migliore di Alice nel Paese delle Meraviglie nelle

mani di Tim Burton? Alice è un racconto immaginifico e sognante, scritto con un gusto per il surreale che sfiora il macabro (la Regina di Cuori?) e lo spirito pungente per cui Lewis Carroll era famoso. Non è un libro gentile, ma di scoperta e fascinazione verso tutto ciò che è proibito e segreto, in cui quasi ogni situazione si presta a letture contrapposte. Per tutto questo e molto altro, è il racconto perfetto da cui un regista come Burton poteva pensare di trarre una versione cinematografica.

In una recente intervista il regista americano ha chiacchierato un po' del film di prossima produzione, del cast -  Alice sarà interpretata dalla giovane Mia Wasikowska, Anne Hathaway sarà la Regina di Cuori e Johnny Depp è la scelta perfetta per il Cappellaio Matto - e della ragione che lo spinto verso il libro. Come già fatto per La Fabbrica di Cioccolato di Roald Dahl, Burton ha deciso di restare il più possibile fedele al libro originale e alle caratteristiche, per quanto bizzarre, oscure e fantastiche, che ne hanno fatto un classico.

Non a caso il regista non è un fan della versione più zuccherina realizzata da Disney nel 1954 che per molti di noi rappresenta l'unica immagine del Paese delle Meraviglie: l'idea di Tim Burton è che togliere da un racconto proprio quel gusto per l'assurdo e quel senso di imprevedibilità che gli sono caratteristici non significa adattarlo al grande pubblico, ma togliergli ciò che lo rende unico, renderlo banale e dimenticabile.

"E' un progetto divertente" ha dichiarato il regista. "La storia è un classico, ovviamente, ma soprattutto è ricca di immagini iconiche, idee e riflessioni diverse, anche se devo dire che nessuna versione cinematografica ha mai avuto un impatto particolare su di me: viene sempre letta come una serie di eventi strani slegati tra loro, che la protagonista attraversa come uno spettatore di passaggio. Il mio scopo è invece fare un film coinvolgente, con una freschezza propria ma che mantenga anche gli elementi classici del racconto. Va anche aggiunto che è un tipo di materiale che si presta particolarmente bene a essere realizzato in 3-D."

Ormai si può dire che il compagno di giochi per eccezione di Tim Burton è Johnny Depp. Quando gli è stato chiesto se è stato difficile convincere Depp a interpretare l'ennesimo personaggio surreale, Burton si è fatto una risata. "Adora interpretare questo tipo di ruoli, convincerlo non è mai un problema: quello che non ama è fare la stessa cosa due volte, quindi finchè si tratta di cambiare non c'è problema. Inoltre, conosce la storia di Alice e gli piace davvero, ed è sempre un bene lavorare con qualcuno che capisce il materiale su cui si lavora."

Sempre parlando di Depp, l'intervistatore ha chiesto a Burton se ha in progetto di dirigere Dark Shadows, in cui l'attore dovrebbe interpretare il vampiro protagonista. "Oh, non so," ha risposto il regista, "direi di fare una cosa alla volta. Ovviamente la cosa mi interessa, e molto, ma voglio prima dedicarmi a questo."

Una delle domande più interessanti ha riguardato il criterio con cui il regista sceglie quali storie raccontare. Nel corso dell'ultimo decennio, infatti, tutti i film non d'animazione realizzati da Burton non sono stati basati su soggetti originali ma su storie già esistenti, che si tratti di libri (La Fabbrica di Cioccolato), musical (Sweeney Todd), film (Il Pianeta delle Scimmie) e - forse - serie tv (Dark Shadows).

 "Mmh, interessante. Non saprei dire perché, non è una decisione davvero volontaria. Credo che in un certo senso siamo tutti il prodotto del modo in cui siamo stati cresciuti, e io non ero molto appassionato di libri. Amavo i film, e sono stato influenzato da loro. Sono parte di una generazione colpita dalle cose che guardavamo, e in fondo è solo un altro modo di elaborare le idee. Rimane il fatto che non è una decisione cosciente; non apro vecchi TV Guide pensando di realizzare un film da 'Sanford & Son' solo perché lo guardavo da ragazzino..."