«Aspetta, Nimeon. Ho qualche domanda da farti, prima che te ne vada.»

Non ci voleva molto per capire che quelle domande avevano a che fare con il passaggio di Dert in quella sala. Il cavaliere si preparò a rispondere con una certa inquietudine.

«Vorrei capire come mai, se il Mandato è chiuso, Magistra Ester è tornata insieme a te, invece di riprendere il suo posto a Palaìstra.»

Il principe strinse le labbra. Il tono di suo padre si era fatto inquisitorio e non era un buon segno. «Immagino che la risposta te l’abbia già fornita Dert.»

«In un certo modo, sì: ha fatto irruzione qui dentro, mi ha stretto la mano congratulandosi con me per le vostre imminenti nozze e poi è corso via.»

«Più tardi lo ringrazierò per l’aiuto come merita» rispose Nimeon con un sorriso torvo. «Avevo in programma di discutere con più calma e in presenza di Ester questo argomento.»

Leah Udkils prese un lungo respiro. Non era un buon segno nemmeno quello. «Meglio parlarne adesso da soli.» Fece una pausa, come se stesse cercando le parole giuste. «Nimeon, è una faccenda molto delicata, questa. Che forse merita un tempo di riflessione più lungo, da parte vostra.»

Il principe si irrigidì. Aveva sperato da parte di suo padre un atteggiamento diverso, ma Ester aveva avuto ragione. Il re non avrebbe dato il suo benestare con facilità.

Il sovrano tornò a sedersi dietro l’imponente scrivania e fissò a lungo il figlio, con un misto di dispiacere e incertezza. «Tu sai quanto sono affezionato a Ester. Proprio per questo ti chiedo di andare cauto nella decisione di sposarla: avevo notato già quest’inverno che tra voi il legame andava ben oltre al Mandato, ma ho sperato che vi rendeste conto che a spingervi l’uno verso l’altra era soltanto la situazione, la condivisione di un’esperienza difficile… che tutto finisse insieme al Mandato. Sono tutt’ora convinto che un matrimonio fra voi sia un passo avventato, un errore per entrambi.»

«Perdonami, ma non riesco a capire» replicò Nimeon. «Hai sempre dimostrato un affetto quasi paterno per Ester. I motivi per questo atteggiamento di rifiuto mi sfuggono.» Nonostante le parole fossero rispettose, il tono di Nimeon risultò carico di ostilità.

«È perché voglio bene a Ester che ti dico queste cose. Tu e io sappiamo chi è, e non riesco a pensare che si adatterà alla vita che l’aspetterebbe come tua compagna.»

Nimeon si rabbuiò. «Non ti sei posto gli stessi problemi, quando hai portato qui mia madre attraverso la Torre» ribatté ancor più aspro. I suoi occhi, incupiti, ricordavano le tinte fosche del mare poco prima della tempesta. Sfidarono quelli del padre, carichi di determinazione. «Non aspetteremo oltre l’inizio dell’estate» concluse asciutto.

Leah non raccolse la provocazione. «Non sto parlando della sua provenienza, e lo sai anche tu. Sto parlando della sua vita qui nelle Terre: si tratta di una maga naturale, dell’Emissaria, della donna che ha sconfitto Sakren insieme a te! Non riuscirà ad abituarsi a vivere come una regina delle Colline. È fuori dalla sua natura.»

«Ester è anche una Magistra. A Palaìstra non ha avuto alcun problema di adattamento» gli fece notare il principe.

Leah scosse il capo. «Ma non capisci che è una situazione totalmente diversa? Insegnava magia!» esclamò teso il re. «Pensateci ancora un po’, prima di decidere. Io non intendo oppormi, non tanto da impedire le vostre nozze, ma non posso approvare. Mi dispiace.»

Nimeon annuì terreo. «Questo è un tuo diritto. Come è mio decidere chi avere a fianco sul trono.» Dopo un lieve inchinò si apprestò a lasciare la stanza, fermandosi con la mano già appoggiata alla porta. «Dimenticavo una cosa» disse con voce incolore. «A Palaìstra Lexon ha scoperto di essere un mago naturale. Il Supremo ha dato a Dert il permesso di istruirlo, e io ho approvato. Intendono partire entrambi per il Sud, dove è necessario dissolvere le nebbie incantate che Sakren ha lasciato.»

Leah questo colpo non lo prese per nulla con filosofia. «Che cosa?» balbettò.

Nimeon sorrise gelido. «Lexon è un mago naturale» ripeté. «E intende proseguire la sua istruzione fino alla fine.»

«Ha solo quattordici anni!» commentò incredulo il re.

«Discutine con lui e Dert, se intendi opporti anche a questo. L’intenzione di Lexon è restare con Dert finché non avrà raggiunto l’età per il cavalierato, e in seguito andare a Palaìstra. È fuori discussione che Dert accetti di istruirlo qui, con la situazione ancora critica nelle Pianure: i maghi naturali sono stati sterminati, restano solo Ester, Dert e Oriol. L’istruzione e l’aiuto di Lexon sono fondamentali, per le Terre. Dubito che, anche in questo caso, la tua opposizione sortirà risultati.»

Leah non riuscì a rispondere, ma si limitò a seguire con lo sguardo il figlio che lasciava la stanza. Rimasto solo, si trovò a fare i conti con tutte quelle novità sconvolgenti. Si concesse una pausa di riflessione, prima di emettere un giudizio su quanto stava accadendo, e soprattutto prima di affrontare i diretti interessati.