Quante svolte può prendere la vita di un uomo? Quante strade può seguire prima di trovare quella giusta, o prima che qualcun altro compia una scelta per lui e lo indirizzi su sentieri che non pensava di poter percorrere?

Per Shen Tai, secondo figlio del generale Shen Gao, la vita presenta una gran quantità di volti diversi. Dal periodo trascorso con l’esercito nelle steppe dei barbari Bogü conclusosi in modo quanto mai inquietante a quello sottilmente insoddisfacente presso i guerrieri Kanlin della Stone Drum Mountain, da quello spensierato di uno studente a Xinan, la capitale dell’impero di Kitai, a quello ascetico nella desolazione di Kuala Nor, sono molte, e molto diverse fra loro, le fasi della sua vita. Quello che però non si sarebbe mai aspettato, lui che è stato testimone di fatti che vanno al di là della comprensione umana, è che la sua vita fosse scossa nuovamente da un dono di incomparabile ricchezza.

Cheng-wan, una delle figlie dell’imperatore di Kitai e delle mogli dell’imperatore Tagurano, decide di donargli duecentocinquanta cavalli di razza purissima in segno di appezzamento per la pietà dimostrata nel corso degli ultimi due anni nei confronti di soldati morti durante l’ultima guerra fra i due imperi rivali. Ma con l’imprevedibile e quasi inimmaginabile dono, ugualmente inaspettato, arriva il pericolo, e arrivano i richiami della vita di corte.

Comincia così, sotto il duplice segno di un dono e di una minaccia, il viaggio di Tai in Under Heaven, Sotto il cielo. Dopo aver esplorato diversi aspetti del passato del Vecchio Continente Guy Gavriel Kay si allontana dalle ambientazioni a noi più note per andare a visitare una terra che ricorda molto da vicino l’antica Cina.

Kay è affascinato dalle diverse culture e le indaga nei loro più minuti aspetti, giungendo anche a recarsi nei luoghi dove intende ambientare i suoi romanzi per conoscerli meglio. Il risultato è un mondo reale, non ridotto a un semplice sfondo per le avventure che vi si svolgono ma capace d’indirizzare le vicende stesse con le sue usanze e con regole a volte immutabili. Al suo interno si muovono con disinvoltura personaggi molto diversi fra loro ma ugualmente vivi e affascinanti, primo fra tutti Tai, figlio devoto di un padre scomparso ancora in cerca della propria identità. Ma sono molti, troppi, i personaggi, per poterli semplicemente elencare senza sfociare nella mera ripetizione. Perché una delle grandi abilità di Kay è proprio quella di tratteggiare una figura con una manciata di frasi, e di renderla unica e importante al punto da farla amare (o odiare) anche quando il suo contributo alla trama è minimo, instillando nel lettore la paura di perderla. Se la Storia, quella che viene scritta nei libri, è ufficialmente decisa da poche persone, la realtà è ben diversa, e ogni azione, anche quella apparentemente più insignificante, può diventare importante.

Il dono ricevuto da Tai lo pone immediatamente al centro degli eventi, e non solo per il mancato omicidio. Sono gli intrighi di corte, le rivalità, le astuzie e i tradimenti a caratterizzare una storia nella quale davvero spesso val più la penna della spada, e capire e anticipare le intenzioni dell’avversario può significare la differenza fra la vita e la morte. E se Wei Song, la donna guerriero incapace di rimanere confinata nel suo ruolo e Sima Zian, il poeta esiliato, sono chiaramente schierati dalla parte di Tai, più complicato si fa il discorso quando entra in scena Shen Liu, suo fratello maggiore e consigliere del primo ministro. Perché la situazione politica stessa è tutt’altro che semplice, con un primo ministro potentissimo che odia – di un odio ricambiato – l’altrettanto potente An Li, governatore militare di ben tre distretti. A cercare di mantenere il precario equilibrio è la concubina favorita dell’imperatore, la bellissima Wen Jian, ma quando la politica si mischia con i legami familiari e di affetto è difficile trovare un sentiero sicuro da percorrere.

Quante svolte può prendere la vita di un uomo? Tante quanto quelle della vita di una donna, come scoprirà ben presto Li-Mei, sorella di Tai e protagonista di una vicenda che per qualche tempo scorre in parallelo alle altre, prima di riunirsi al più grande flusso della trama. Ma quando lo farà ormai tutto sarà cambiato per sempre. Un cambiamento trattato in modo forse un po’ troppo brusco, perché dopo tante pagine d’inganni e sotterfugi all’improvviso la situazione esplode, e le regole del gioco cambiano completamente.

A sottolineare la distanza fra le due fasi alcuni brevi brani scritti come se fossero le pagine di un libro di storia, che mettono tutto in prospettiva e narrano gli eventi in modo distaccato, analizzando la decisioni prese e le azioni compiute in modo quasi astratto, come se su quelle azioni non si giocasse il destino degli uomini. In fondo è ciò che si trova di fronte chiunque studi un po’ di storia: nomi, date, battaglie o trattati, senza che le persone con i loro sentimenti, le loro speranze e le loro paure, entrino mai all’interno di un saggio. Come in un gioco di specchi la finzione, spogliata di tutto il superfluo, diventa materia di studio, e ci ricorda che ciò che studiamo nella nostra realtà, pur nella sua aridità, parte sempre dalla vita di persone reali.

Scritto con la sua consueta maestria, il romanzo di Kay sa toccare tutte le corde del cuore. Amore e odio, paura e speranza, gioia e dolore, senso di mistero e reverenza per qualcosa che è più grande di noi, con la consapevolezza che anche se non abbiamo il controllo totale sulla nostra vita non bisogna mai smettere di sperare e di lottare per ciò in cui si crede. In fondo tutti abbiamo un cammino da compiere, sotto il cielo.

NdR: questa recensione è stata pubblicata prima della traduzione italiana del libro con il titolo La rinascita di Shen Tai.