In principio fu la Disney a iniziare con i remake live action dei suoi classici animati, nei primi anni '90, per proporne poi dal 2010 almeno uno all'anno, se non due, con alterni risultati di pubblico e di critica.

Adesso è Dreamworks che inizia, con Dragon Trainer il remake di una delle sue trilogie di maggior successo, ispirata al ciclo di romanzi per ragazzi di Cressida Cowell, che in originale si chiama How to train your dragon. Infatti, prima ancora di sapere se questo primo titolo avrà successo, è già previsto l'arrivo nelle sale del remake di Dragon trainer  2 per il 2027.

Non ci sono motivi "artistici" dietro queste scelte produttive, non solo almeno. Se fino a una trentina di anni fa c'era la possibilità di riproprre in sala, magari durante le feste natalizie, lo stesso film prodotto anni prima, ormai il mercato dell'home video ha chiuso questa possibilità. Pertanto via libera a nuove versione, allo scopo di sfruttare una proprietà intellettuale nota e consolidata, in una versione che consenta di portare nei negozi nuovo merchandise aggiornato. Quindi nuovi pupazzi, album da colorare, gadget, etc. etc..

Dragon Trainer
Dragon Trainer

E il film? Come ho scritto prima, non sempre Disney ha azzeccato il colpo, e forse Dreamworks, memore di quei passi falsi, si è affidata al regista Dean DeBlois, che fu artefice dei film animati insieme a Chris Sanders. Coppia di registi che, combinazione vuole, diresse Lilo & Stitch (animato) nel 2002, del quale giusto qualche settimana fa è approdato in sala in riuscito remake live action.

Tra la scelta del remake pedissequo e la reinvenzione, DeBlois sceglie la prima opzione, con un film che, se la memoria del precedente non è freschissima, appare quasi identico, scena per scena. In realtà ci sono differenze non nella scansione temporale degli eventi, ma che consistono nel leggero ampliamento di alcune scene, sia con alcuni tagli, che con alcune piccole aggiunte che, senza pesare, portano la durata del remake a 119' rispetto agli originali 98.

Dragon Trainer
Dragon Trainer

La storia è quella nota. Nel villaggio di Berk una popolazione di vichinghi combatte per la sopravvivenza contro le razzie dei draghi. Hiccupp, figlio del capo del villaggio, è un giovane che, contro ogni regola della sua gente, salva un drago dalla morte e ne diventa amico, scoprendo che con i draghi si può convivere, perché non sono bestie ottuse, ma sono bensì intelligenti e collaborativi se si dialoga con loro. Hiccupp, grazie anche all'aiuto della sua innamorata Astrid, convincerà suo padre e il villaggio che la pace è possibile, e draghi e umani uniranno le forze contro il vero nemico comune, iniziando un sodalizio destinato a durare nel tempo.

Si tratta di una bella storia di formazione, di amore e di amicizia, con personaggi ben strutturati, con un mondo narrativo più ampio di quando non appaia all'inizio, che si dispiega con naturalezza durante la visione.

Dragon Trainer
Dragon Trainer

La buona riuscita del film non è però dovuta solo alla capacità di DeBlois di citare se stesso, riuscendo a riprodurre dal vivo, con effetti digitali e pratici, su paesaggi reali, le stesse emozioni della versione animata. A contribuire alla riuscita c'è un'ottima scelta di casting, con Mason Thames e Nico Parker perfettamente a loro agio nei ruoli di Hicupp e Astrid. Gerard Butler torna con molto divertimento alla saga, dando corpo all'interpretazione vocale che diede nel 2011 del padre di Hiccupp, il capo villaggio Stoick l'Immenso.

Dragon Trainer
Dragon Trainer

Spicca anche Nick Frost nei panni di dell'armiere, fabbro, mentore e addestratore Skaracchio. Funziona l'interazione nella compagnia che si formerà intorno a Hiccupp, con i compagni di addestramento Gambedipesce Ingerman (Julian Dennison), Moccicoso Jorgenson (Gabriel Howell) e i gemelli Thorston, Testabruta (Bronwyn James) e Testaditufo (Harry Trevaldwyn).

Dragon Trainer
Dragon Trainer

E, dulcis in fundo, funzionano ancora loro, i draghi. A cominciare dalla Furia Buia Sdentato, con le sue pose ispirate ai gatti, ma anche tutto il resto della fauna draghesca. Non è improbabile che le animazioni siano le stesse, con applicate nuove texture, luci  e ombre che le fondano con credibilità negli sfondi reali. Il risultato funziona, ed è più che convincente, è spettacolare ed emozionante, se visto su grande schermo.