Con Fuoco e Acqua: Making of dei film di Avatar il regista James Cameron e la troupe accompagnano gli spettatori nell’immensa cisterna che hanno realizzato appositamente per girare le lunghe sequenze oceaniche di Avatar: La Via dell’Acqua.
Recitare sul set del mondo di Pandora richiede un grande sforzo di immaginazione per gli attori: nessun green screen, pochi riferimenti spaziali, videocamere a infrarossi lungo tutta la circonferenza dello studio di registrazione. Sono soltanto loro stessi, con il volto ricoperto di puntini, una piccola videocamera simile a una go pro puntata sul viso, una tuta speciale e tanta coordinazione con il regista, con i colleghi e una profonda connessione con il proprio personaggio, il proprio avatar, si può dire letteralmente.
I film di Avatar, infatti, sono registrati interamente in motion capture, dove la recitazione e l’interazione tra i personaggi è genuina, ma in realtà né Pandora né le gigantesche creature blu esistono, se non all’interno dei PC della Wētā FX.
Un’ossessione per l’acqua e l’oceano
Non è un segreto che James Cameron sia affascinato dal mondo acquatico. Ha partecipato ad alcune spedizioni con sottomarini, visitando persino la Fossa delle Marianne. Non per niente ha diretto anche alcuni documentari sugli oceani: Expedition: Bismarck (2002) alla ricerca dell’omonima corazzata tedesca affondata durante la seconda guerra mondiale, Ghosts of the Abyss (2003) dedicato al Titanic e Aliens of the Deep (2005) sulle creature che vivono nelle profondità in assenza di luce.
Uno dei suoi film di maggior successo è proprio Titanic (1997), mentre con The Abyss (1989) ha spinto l’industria degli effetti visivi a realizzare soluzioni mai viste prima, come raccontato anche in Light & Magic.
Light & Magic
Come si crea quella dimensione fantastica, o estremamente realistica, che ci fa tanto amare alcuni film? Con questo documentario la ILM apre le proprie porte per raccontarci come hanno inventato i moderni effetti visivi.
LeggiInnovazione per l’evoluzione
Il documentario esplora con gran ricchezza di particolari e aneddoti sia tecnici che divertenti come abbiano risolto il problema dell’acqua nel secondo capitolo della saga: Avatar: La Via dell’Acqua. Il regista non voleva che gli attori fossero fissati a corde o supporti per simulare il nuoto. Occorreva che l’acqua facesse la giusta resistenza sui corpi per rendere i movimenti credibili. Dovevano per forza immergersi.
Così, messo in piedi uno staff che addestrasse adeguatamente a trattenere il respiro anche per molti minuti e con la costruzione di un’enorme cisterna, gli attori hanno dovuto non solo concentrarsi sulla propria parte, ma anche imparare a recitare sott’acqua. Tra timori e incertezze, tutto il cast alla fine ne è uscito motivato e soddisfatto. Il loro entusiasmo traspare nel raccontare le difficoltà e le sfide che hanno affrontato cercando di dare il proprio meglio in un elemento che sembra avere vita propria come l’acqua.
Anche le soluzioni tecniche si sono dovute adattare. Nell’acqua i raggi infrarossi non sarebbero stati efficaci per registrare la motion capture, così hanno dovuto innovare anche le videocamere. Inoltre sono presenti molte scene d’azione anche a bordo di navi e creature marine. Trovare i giusti mezzi per ricreare i movimenti in sicurezza è stata un’altra sfida che ha portato a ottimi risultati.
Tutto questo studio e preparazione ha innalzato l’innovazione tecnologica tecnologica e visiva rispetto al primo film, già notevolmente avanti sui tempi, spianato la strada alla realizzazione dei prossimi capitoli, per i quali di sicuro Cameron alzerà ulteriormente l’asticella.
Per quanto il pubblico possa apprezzare o meno le trame di questi film, è innegabile che abbiano contribuito a definire nuovi standard visivi per tutta l’industria del cinema e il worldbuilding così ricco e stratificato è un vero universo tutto da esplorare, anche attraverso altri supporti come videogiochi, fumetti e addirittura parchi a tema.
Avatar: La via dell'acqua
James Cameron torna su Pandora e allarga l'orizzonte del suo universo narrativo.
LeggiIl documentario Fuoco e Acqua: Making of dei film di Avatar poteva benissimo essere uno dei tanti contenuti speciali come si inserivano nei dischi extra dei cofanetti DVD e Blu-ray, un contenuto che non aggiunge nulla al film in sé. Perciò sorvolabile per coloro che amano solo gustarsi un film in sala, ma imprescindibile per coloro che vogliono scoprire come si realizzano film così profondamente ambiziosi, perché getta uno sguardo sui retroscena e soprattutto si percepisce tutta la genuina soddisfazione di chi ci ha lavorato e si rende conto di aver partecipato a qualcosa di enorme.
Il titolo è piuttosto fuorviante, perché sembra si parli della realizzazione di tutti i film di Avatar finora prodotti, ma in realtà si concentra sul secondo. Superato questo scoglio, il prodotto risulta molto ben confezionato e ricco di curiosità.
Alla fine è presente una breve clip tratta dal film Avatar: Fuoco e Cenere, in uscita a dicembre, dove viene mostrato un nuovo clan di Na’vi, tutt’altro che amichevoli. Non c’è proprio pace per la famiglia di Jake Sully e Neytiri.















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