Il 31 ottobre 2014,  Frank Mentzer, ospite di Lucca Games, ha raccontato la sua esperienza e risposto alle domande degli appassionati, vecchi e nuovi, di Dungeons and Dragons.

Ma chi è Frank Mentzer?

Per chi non lo conoscesse, Frank Mentzer è stato il direttore creativo alla TSR negli anni ’80, noto per aver revisionato le regole del D&D base creando la “five-box” serie (basic set, 1983; expert rules, 1984; companion rules, 1984; master rules, 1985; immortals rules, 1986), nonché fondatore della RPGA (Role Play Game Association), associazione nata per promuovere il gioco di ruolo.

Mentzer ha raccontato il suo esordio alla TSR. Da nuovo impiegato messo a fare editing, è riuscito a creare molto di più. “Quando mi hanno assunto ero un povero creatore di mondi”, ha ammesso, ma con orgoglio. Poi ha avuto la sua grande occasione conoscendo Gary Gygax, padre fondatore di D&D, che l’ha messo a lavorare al suo progetto.

Nella famosa “scatola rossa” nella “five-box” serie, forse la più famosa scatola di gioco di ruolo, Mentzer si è trovato davanti alla necessità di creare un regolamento strutturato ma allo stesso tempo semplice. A parer suo, però, le regole non sono imprescindibili, costituiscono più che altro una guida. È contento che con la nuova edizione di D&D, la 5° edizione, ci sia più libertà e per di più la possibilità di scegliere e comporre il proprio set di regole.

A chi gli domanda se e a quale edizione di D&D sta giocando, Mentzer ha risposto che certo, gioca di ruolo con amici in una campagna internet che dura dal 1992. Utilizza un incrocio tra la scatola rossa e la versione advanced. Insomma, Mentzer continua a inventare storie. Potrebbe parlare per ore delle sue fonti di ispirazione, da romanzi a film, ma afferma che ognuno per creare un’idea deve trovare la propria sintesi dalla base più ampia possibile.

È stato affrontato anche il tema, molto sentito in questo Lucca Comics and Games, del confronto tra giochi di ruolo tradizionali e videogiochi. Mentzer ha sostenuto che il gioco di ruolo non è un gioco ma un passatempo, perché dura a lungo e nessuno alla fine vince. È più che altro un modo per relazionarsi con gli altri. Questo un videogioco non potrà mai darlo, e se il mondo cambia in fretta con le nuove tecnologie, resta il fatto che sedersi a un tavolo con gli amici è molto importante.

Dopo l’incontro, Mentzer si è attardato per gli autografi e soprattutto per parlare e conoscere i suoi fan, che l’hanno ringraziato per aver rivoluzionato il mondo del gioco.

“Non sono venuto in Italia per vendere qualcosa, ma per incontrare voi” ha affermato l’autore, quasi a dimostrazione del fatto che il gioco di ruolo, nonostante le critiche ancora mosse dagli ambienti più conservatori, non è una specie di istigazione alla violenza, ma anzi un modo per rinsaldare legami e unire persone diverse intorno a un tavolo e a un’idea, con un obiettivo comune: quello di divertirsi e di stare insieme.