Solo è Allah nel Paradiso

del Profeta Maometto

solo è il naso in mezzo al viso

solo è il celibe nel letto,

ma nessun, da Polo a Polo,

come me sul globo è solo,

né mai fu, per quanto germe

ebbe lune del lunario,

perch’io solo sono il verme

lungo verme

cupo verme

cieco verme

bieco verme

triste verme

solitario.

 

Solitario sulla vetta

della torre antica è il passero

solitario. È la vedetta

solitaria in cima al cassero,

solitario è il soldo, o duolo,

del tapin ch’à un soldo solo,

solo andava il cieco inerme

e ben noto Belisario,

ma il più sol di tutti è il verme

lungo verme

cupo verme

cieco verme

bieco verme

triste verme

solitario.

 

Tutte l’altre creature

hanno moglie od hanno figli:

i canguri han le cangure

i conigli han le coniglie,

l’api accoppiansi nell’aria

e persin la dromedaria

tra le sabbie nude ed erme

ha il fedele dromedario.

Il più sol di tutti è il verme

lungo verme

cupo verme

cieco verme

bieco verme

triste verme

solitario.

 

Una vaga fantasia

alle volte pur mi coglie,

la mia mente vola via

e m’immagino aver moglie,

mi par d’essere, o cuccagna,

un bel nastro, una lasagna…

non più fitto in membra inferme

nel mio vil penitenziario

e non più essere un verme

lungo verme

cupo verme

cieco verme

bieco verme

triste verme

solitario.

 

Nastro a volte mi figuro

di annodarmi intorno a un collo

di fanciulla esile e puro.

In intingoli di pollo

altre volte invece parmi

da lasagna intingolarmi.

Il mio cor si tuffa in terme

di speranza… ed al contrario

resto sempre il verme, il verme

lungo verme

cupo verme

cieco verme

bieco verme

triste verme

solitario.

 

Pure il giorno verrà, il giorno

che uscirò fuori a vedere

come è fatto il mondo intorno

miserere, miserere,

finirò la vita trista

nel boccal di un farmacista

pieno d’alcool ed ermeticamente funerario,

perché io non son che il verme

lungo…

cupo…

cieco…

bieco…

triste verme

SOLITARIO.

L'entusiasmo del redattore che scrive per passione e non (solo) per obblighi professionali mi fa entrare in una sala piena di vip, attori e doppiatori, sedendomi nel posto assegnatomi, cercando di trattenermi dal chiamarli coi nomi dei personaggi da loro interpretati. Alcuni di loro li seguo da quando ero una bambina, altri da quando loro erano bambini e muovevano i primi passi in TV, altri li scruto senza riconoscerli, ma sono certa che se li sentissi parlare (ma in sala c'è un gran fervore, compreso un pianista che per ingannare l'attesa ci propone estratti dalle OST di grandi capolavori del cinema) riconoscendone le voci riuscirei a identificare anche loro. L'effetto è piuttosto strano, fatto di dejavu, di ricordi, di film, cartoni animati, programmi tv. Purtroppo il mio cellulare si è scaricato nel momento sbagliato e il tablet non mi ha permesso di fare foto di buona qualità. Le immagini che troverete in questo reportage sono reperite in rete da chi era presente al Teatro Belli di Trastevere lo scorso 5 aprile, e ringrazio chi le ha pubblicate permettendomi di utilizzarle.

L'unica pecca prima dell'inizio sono i 30 minuti di attesa, che si concludono con l'ingresso in sala di Massimo Lopez, ospite della prima serata di questa terza edizione de Il DoppiAttore – La voce oltre il buio.

Come definirlo? Quello che tiene Angelo Maggi non è un semplice spettacolo ma veramente una Lectio Magistralis; questo aspetto genera però un ritmo irregolare: si passa da un excursus storico sulla nascita del doppiaggio a racconti di aneddoti sulle più grandi voci del doppiaggio italiano, spiegazioni tecniche, trucchetti e consigli, momenti di doppiaggio estemporaneo (da film d'animazione come Gli Aristogatti e I Simpson, Mary Poppins, Cast Away, Iron Man)  e racconti autobiografici dello stesso Maggi che, con grande umiltà, racconta e si racconta.

Il tutto è scandito da quattro videomessaggi, in cui quattro importanti voci italiane amiche di Maggi (Marina Tagliaferri, Massimo Lopez, Luca Ward, e Pino Insegno) daranno ciascuna un consiglio agli aspiranti doppiatori. Per scoprirli non vi resta che andare a teatro. 

Momento clou della serata è stata la condivisione del palco con il primo degli ospiti (uno diverso per ogni serata),  Massimo Lopez, momento che definirò eccezionale, di alta qualità artistica nella sua leggerezza. Ma si sa che l'ottenimento di quella spontaneità spesso è frutto di fatica, impegno, studio e talento e Maggi ce lo racconta lungo tutto il corso dello spettacolo-lezione.

Lopez, come Maggi del resto, è un artista a 360 gradi. Lopez lo conosciamo da anni, chi è più addicted di doppiaggio conosce bene anche Maggi, eppure riescono entrambi a stupire e non posso che sottolineare questo aspetto. Lopez ha una gestualità, un carisma, una capacità di immedesimazione e di analisi dei personaggi che imita o che doppia (semplicemente, che interpreta) veramente rara.

Maggi è un artista elegante, raffinato, genuino. Viene dalla scuola di Gassman e come il grande maestro di cui parla poco ma con evidente gratitudine ha ereditato la compostezza, la mimica, la capacità di saper posare con estrema naturalezza.

Nonostante abbia scoperto che sia presente dalla prima edizione, Vanina Marini non riesce a convincermi completamente.

Pur considerandola una buona spalla, mai sopra le righe, rispetto al trascinante Maggi risulta piuttosto acerba. E devo dire che il suo ingresso nello spettacolo non la aiuta, né la valorizza troppo: volerla introdurre come una spettatrice che poi, invitata a salire sul palco, viene traghettata da Maggi nel mondo dietro il leggìo del doppiatore, è una strategia poco efficace che sa di rivisto e, soprattutto, poco spontaneo; sarebbe meglio ripensare a questa parte perché non rende merito al contenuto veramente appassionante e di rara qualità.

Il DoppiAttore rende giustizia e merito a un'arte – che è più di un mestiere – troppo spesso bistrattata. Quella dei doppiatori è una categoria delicata, con oneri, molti, e onori, spesso pochi, e critiche, tantissime, anche costruttive, ma spesso non tenere. Maggi ha un grandissimo merito, e auspico che il suo spettacolo didattico, mi piace definirlo così, possa incontrare tantissimi spettatori e portare in giro per l'Italia un'ottima dimostrazione delle eccellenze italiane.