La prestigiosa rivista di economia e finanza Forbes ha stilato la classifica dei dieci autori più pagati del mondo nell'anno compreso fra il giugno 2007 e il giugno 2008.

Pochi si sorprenderanno nell'apprendere che la mamma di Harry Potter J.K. Rowling conquista, fra gli innumerevoli riconoscimenti incamerati nel corso degli anni, anche il primato di questa lista, con 300 milioni di dollari al suo attivo.

Con più di 375 milioni di copie complessive vendute e 4 miliardi e mezzo di dollari ricavati dai botteghini dei relativi film, il franchise del maghetto non ha tuttavia completato il suo ciclo di vera e propria 'pietra filosofale' (intesa non nel senso di titolo del primo volume della saga, bensì in quello di vera e propria pietra alchemica capace generare oro a volontà). Sul fronte cinema restano infatti tre film tratti dalle opere di J.K. Rowling ancora in fase di realizzazione: Harry Potter e il Principe Mezzosangue, in uscita il 17 luglio 2009, e le due parti in cui verrà suddiviso  Harry Potter e i Doni della Morte, previste rispettivamente per il 2010 e il 2011 (vedi /notizie/8732/). Sul fronte editoriale c'è invece sulla rampa di lancio ancora un volume, sempre gravitante nell'orbita potterica anche se la saga è ormai conclusa: si tratta delle Fiabe di Beda il Bardo, in uscita il 4 dicembre venturo e di cui trovate i dettagli dell'edizione Salaniqui la copertina).

Fra gli altri autori nella classifica dei Paperoni letterari ci sono anche altri nomi notissimi al pubblico italiano, come Stephen King, James Patterson, John Grisham, Ken Follett. Tuttavia gli incassi di questi ultimi partono dalla ben più 'modesta' cifra di 50 milioni di dollari a scalare.

Il totale combinato degli introiti di questa classifica ammonta alla bellezza di 563 milioni di dollari e, come si nota, anche col dato aggregato il divario con la Rowling è immenso, visto che lei da sola totalizza più di metà della cifra complessiva.

Alla luce di questi dati, Forbes conclude che c'è ancora un sacco di denaro che si può cavare dall'attività libraria. Peccato che ciò riguardi solo il mercato di lingua anglossassone, mentre quello nostrano appare distante anni luce da tali risultati...