Nello scaffale dei libri italiani che analizzano la saga di Harry Potter troviamo parecchie opere che affrontano la questione da un piccola, specifica sfaccettatura. In pratica, una nicchia nella nicchia, potremmo dire.

È il caso, ad esempio, di A Tavola con Harry Potter, ricettario con curiosità e aneddoti, o di Harry Potter e la filosofia, che intreccia quest'ultima disciplina con le grandi tematiche della saga, o ancora di Lucchetti babbani e Medaglioni magici, che indaga le insidie della traduzione dall'Inglese all'Italiano.

Tutti questi volumi hanno trovato tranquillamente un editore, ancorché piccolo, e hanno avuto successo di pubblico, anche se chiaramente si parla di un successo commisurato alla piccola fetta di lettori interessata.

Se guardiamo lo scaffale dei libri pubblicati in America, l'offerta si allarga ancora di più e si possono trovare anche qui, accanto a volumi più generalisti, opere di nicchia: basti pensare al volume di Melissa Anelli sul fandom potterico, dal titolo wertmulleriano – e dunque editorialmente poco appetibile – di Harry, a History: The True Story of a Boy Wizard, His Fans, and Life Inside the Harry Potter Phenomenon. Oppure a quello realizzato dai gestori del portale Mugglenet alla vigilia della pubblicazione del settimo romanzo, che intendeva anticiparne gli eventi e che oltre ad avere anch'esso un titolo chilometrico – What Will Happen in Harry Potter 7: Who Lives, Who Dies, Who Falls in Love and How Will the Adventure Finally Ends – ha pure una vita brevissima per sua stessa definzione. Eppure, anche qui, grande successo di pubblico.

Durante una navigazione fra le pagine di Amazon, un altro titolo americano di nicchia ha attratto, per caso, la nostra curiosità: Broken Wand, or how J.K. Rowling killed Harry Potter. Si tratta di un volume che affronta un tema molto specifico, le incongruenze che, in Harry Potter e i Doni della Morte, rendono traballante l'intero ordito intessuto sino a quel momento dalla celebre scrittrice. Sicuramente, anche qui, un tema da super appassionati, ma in questo caso c'è qualcosa di diverso rispetto ai titoli, americani e italiani, sopracitati. Perché mentre i primi hanno trovato la loro strada senza problemi, Broken Wand è semisconosciuto, poco pubblicizzato e, per di più, pubblicato a pagamento. Ora, come sapete FantasyMagazine normalmente non si occupa di libri a pagamento, tuttavia l'episodio ci è sembrato un buon spunto per la riflessione che è riassunta nel provocatorio titolo di questo articolo.

Mentre infatti la bibliografia 'parapotteriana', pur con qualche legittima critica, ha sempre un approccio che esalta le potenzialità della saga rispetto ai suoi, pur esistenti, difetti, in questo caso la prospettiva è completamente ribaltata. L'autore del saggio, Timothy A. Wolf, è talmente critico nei confronti del settimo libro, al punto da aver maturato la convinzione che proprio questo approccio l'abbia costretto a pubblicare a pagamento, in quanto i normali editori non sarebbero disposti ad andare controcorrente.

A questo punto abbiamo voluto saperne di più, anche per gettare uno sguardo sulle tendenze editoriali oltreoceano, facendo una lunga chiacchierata che trovate pubblicata qui di seguito. Per chi volesse avere un assaggio delle critiche offerte nel libro, segnaliamo a fondo pagina il blog dell'autore.

Vi accorgerete fra l'altro che Wolf presenta le sue tesi con coerenza (al di là della condivisibilità o meno delle stesse) e con proprietà di linguaggio. E poiché solitamente i libri pubblicati a pagamento non hanno queste qualità, il sospetto di ostracismo editoriale appare ancora più sospetto…

Intervista a Timothy A. Wolf, autore di Broken Wand

Intervista a Timothy A. Wolf, autore di Broken Wand

Articolo di Marina Lenti Lunedì, 5 dicembre 2011

Timothy A. Wolf è un meccanico di velivoli e uno studente pilota che ha speso un paio d'anni come aviere nella Marina americana. Ha iniziato a leggere fantasy e fantascienza dall'età di dieci anni, con libri basati su Guerre Stellari, Star Trek e la versione originale di Battlestar Galactica. Non ha mai pensato di diventare un autore finché l'uscita dei Doni della Morte lo ha indotto a prendere carta e penna.

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