Il debutto televisivo della produzione di Sam Raimi e Rob Tapert, The Legend of the Seeker, ispirato al ciclo fantasy La Spada della Verità di Terry Goodkind, non poteva essere migliore.

La prima sequenza, uno spettacolare inseguimento, attira subito per il suo forte impatto.

Ottimo il ritmo, che mette subito in luce il carisma di Kahlan, interpretata dalla splendida Bridget Regan. È una figura che esprime forza e leggiadria allo stesso tempo. Elementi che avremo modo di apprezzare durante il prosieguo della vicenda.

Più comune forse, ma non meno convincente alla fine, Craig Horner, che ben si cala nel ruolo di Richard Cypher.

Uno Zedd originale, diverso dalla solita iconografia "gandalfiana", è interpretato da Bruce Spence, caratterista dalla lunga carriera, che bilancia con un po' d'ironia, il tono serioso della serie.

Non giudicabile l'approccio al personaggio di Darkhen Rahl di Craig Parker, più che altro per le poche sequenze nelle quali appare. Il respiro di una serie televisiva gli potrà consentire di esprimersi. Quello che si è visto fa assomigliare Rahl a una sorta di  apprendista stregone un po' dandy. Ma chi conosce la saga originale sa quanto il personaggio sia più strutturato.

È prevedibile che nel corso della serie ci sarà spazio anche per Jay Laga'aia per mostrarci le sfaccettature del personaggio di Chase.

Le splendide location neozelandesi sono innegabilmente protagoniste al pari degli attori, sebbene si noti che il prodotto ha una spiccata matrice televisiva, quando il budget permette i campi lunghi esse si rivelano in tutta la loro bellezza.

L'esigenza del primo episodio è stata quella di presentarci al meglio il terzetto di protagonisti, Richard, Kahlan e Zedd. L'intento è ben riuscito.

Estrapolando con cura gli elementi del primo libro, Raimi e Tapert compiono una operazione "infedelmente fedele", ottenendo un film televisivo divertente e appassionante.  Nella miscela non mancano elementi horror, anche se meno spiccati rispetto ad altre produzioni di Raimi. Anche lo humor non è ai livelli di altre serie.

Ma lo spirito dei libri originali mal si prestava ad autoironie di sorta. Va bene così.

Sangue e violenza non mancano, ma siamo nella normalità di un prodotto che non è indirizzato proprio ai più piccoli, ma a un pubblico che va dai 14 anni in su.

La struttura degli episodi tradisce una cura produttiva maniacale, nel dosaggio tra dialoghi esplicativi, momenti di crisi, spettacolari battaglie e successive risoluzioni.

Non siamo di fronte a un capolavoro, ma sicuramente è un esordio convincente, per un prodotto di puro intrattenimento che assolve bene al suo scopo.

Il budget di 1,5 milioni di dollari a episodio è ben speso, sono molto buoni i costumi e dignitosi gli effetti speciali, utilizzati con misura, nei momenti topici della vicenda.

Buona e ben armonizzata la partitura musicale di Joseph LoDuca.

Una serie consigliata a tutti, non solo ai ragazzi. Sperando che le buone premesse iniziali siano mantenute.