Lisidranda è il nuovo territorio del regno che chiamiamo fantasy, e che aprirà le sue porte ad aprile del prossimo anno. Ce ne vuoi parlare?

Lisidranda è un luogo, il luogo della speranza. Quella di cui abbiamo tanto bisogno nei tempi in cui viviamo: è un romanzo che cerca di riportare all'amore, al rispetto e alla cura di ogni forma di vita che ci circonda, e all'antica armonia dell'universo cui l'umanità appartiene. Ho amalgamato i miti più antichi, le storie e gli echi di passati lontani e ho attinto alla mia conoscenza delle antiche culture e religioni, nonché ai miei convincimenti maturati nel corso degli anni.

Questa Terra che ho ricreato tuttavia è molto reale; appartiene semplicemente a un giro precedente della Ruota delle Ere. Come accade a noi ora, si trova proprio sul margine discendente dell'Era del Ferro, quando è possibile che l'intera umanità possa perire oppure compiere il passo che la riporta alla fase ascendente dell'Età dell'Oro…

Tutti i nomi, sia dei personaggi che dei luoghi, sono tratti da antiche lingue, o lingue particolari, quasi tutti derivano dall'antico gaelico, sancrito e basco. A questo proposito, posso dire di aver scoperto la particolare bellezza e assoluta unicità della lingua basca. Il nome di una delle protagoniste, Drisane, è basco, e significa "figlia del sole". Ritengo estremamente gratificante la preparazione di un lavoro, quando ti permette di esplorare e conoscere qualcosa di nuovo. Ovviamente, Lisidranda è un romanzo che vive di emozioni e di avventura.

Questa, molto in breve, la vicenda: "Lo Spirito della Terra è perduto. Forse è stato rubato dagli elfi, gli Immortali, quando hanno passato il Portale dopo l’ultima battaglia, abbandonando gli umani al loro destino. Ma dopo novecento anni il deserto ha preso il posto delle foreste, i fiumi non hanno più acqua, e nell’immenso regno di Hasgalen, volto al profitto e al potere, il cielo è sempre nascosto dalle nuvole perenni e la vita si sta spegnendo. Soltanto sull’Isola nel Mare d’Occidente i bambini sono ancora un bene abbondante, come la serenità e la bellezza.

Lì sono nati Elir, il Mago dell’Alleanza, che porta sul proprio corpo la mappa per ritrovare il Portale, sua sorella Drisane, che è gli occhi della Dea Madre ormai dimenticata, e il figlio del Re, Lisander, il cui destino a già racchiuso nel proprio nome, che significa "Colui che ci renderà liberi". Re Helvdan di Hasgalen si impossessa dei bambini, e la sua atroce violenza trasforma l’Isola Felice nell’Isola dei Morti. Ma dopo vent’anni la Terra ritrova con loro una speranza di salvezza, che sarà prima cercata con il sangue e la violenza fin oltre il Portale; poi con la magia, la fede e l’amore, che porteranno Elir, Drisane, Lisander e il giovane elfo Faenglor in lande terribili sulla via per Lisidranda, dov’è nascosto, e raggiungibile soltanto a prezzo di immani sacrifici, il dono della rinascita."

Ci hai lasciati senza tuoi libri da leggere per un po' di tempo. Una pausa di riflessione?

Una pausa più che altro provocata dalla separazione con la mia casa editrice, la Longanesi. In questo tempo, tuttavia, ho completato il Ciclo dell'Anno Mille scrivendo i due volumi conclusivi, Il Custode dell'Arcobaleno e il Calice Spezzato, e ho scritto un romanzo esclusivamente storico, piuttosto voluminoso, ambientato nel XVI secolo, al tempo delle guerre di religione tra cattolici e valdesi in Piemonte e nel sud della Francia, dal titolo Il Margine dell'Alba. "Il Margine dell'Alba" ha richiesto un notevole lavoro di preparazione e molto impegno, nonché un forte coinvolgimento emotivo e spirituale. E' per "riprendermi" da questo periodo storico triste e oscuro che ho deciso di scrivere Lisidranda, che è un inno alla speranza. Quindi, tutt'altro che inattiva! Praticamente sei romanzi in sei anni, un bel numero di pagine e di parole. Forse presto sarà possibile proporre l'intero Ciclo dell'Anno Mille, magari in un solo volume "gigante" e, naturalmente, anche il Margine dell'Alba.

Sul libro leggiamo: Un nuovo fantasy per adulti. Pensi sia una precisazione necessaria e comunque sia un bene fare questo tipo di distinzione?

Sì a entrambe le domande. Precisazione necessaria, perché molto spesso il fantasy viene considerato un genere per adolescenti e per bambini. E' vero che negli ultimi tempi molti titoli sono rivolti espressamente ad un pubblico giovane e giovanissimo, però mi è capitato di vedere negli scaffali e negli espositori delle librerie e della grande distribuzione romanzi fantasy ben poco adatti collocati nello stesso espositore dei libri per l'infanzia. Lisidranda non è rivolto ai giovanissimi, né per la tematica, né per certe situazioni. Non è una favola. Non voglio correre il rischio che qualche bambino possa trovarselo tra le mani.

Una trilogia in un unico volume? In apparenza, e per molti versi, sembra una contraddizione. Là dove la maggior parte degli editori tende a separare, Armenia unisce?

A mio avviso, specialmente quando, come nel caso di Lisidranda, i primi tre volumi sono tre parti della stessa vicenda, e non puoi leggere le successive se non hai letto la prima, mi sembra più corretto proporle riunite. Non avrebbe senso lasciare tutto in sospeso in attesa del seguito. Come lettrice, è una cosa che mi procura non poco fastidio. L'editore è stato d'accordo con me. E' possibile che possa esserci un seguito, un nuovo volume quindi, in futuro; ma questo sì sarà del tutto autonomo. Anche per Mondatori è prevista una tua uscita di cui ci piacerebbe parlare. Vero. Mondatori ha voluto i diritti Delle "Storie dell'Epoca Mu". Ma ancora non ho dettagli, quindi non so dire quando uscirà.

Pensi che il recente successo di Licia Troisi e di altri 'giovani' scrittori sia un bene per il genere e possa portare qualche beneficio anche a chi calca la scena letteraria da tempo?

Il "ricambio generazionale" è sempre positivo perché si aprono nuove strade e nuovi modi di trattare la materia. Il particolare momento felice del genere fantasy, poi, è indubbiamente favorevole, sia a chi si cimenta da poco nel campo sia a chi lo "vive" da anni, e la presenza di nuovi autori non fa che rinfoltire l'offerta nelle librerie, quindi aiuta a rendere il genere sempre più popolare, specialmente, come ho già detto rispondendo ad un'altra domanda, nel campo della letteratura giovanile e di quella per l'infanzia. Che i nuovi autori possano portare benefici ai vecchi, questo non saprei dirlo. Un autore piace o non piace, indipendentemente che sia appena pubblicato con un solo libro o che ne abbia pubblicati molti.

Hai avuto modo di leggere di recente qualche opera fantasy che ci consigli?

Recentemente ho letto "Gli Elfi" di Bernhard Hennen, che ho trovato molto buono; poi "Il sonno della ragione" di Jean Miguel Aguilera e infine una riscoperta, un volume della vecchia e cara editrice Nord: "Il fuoco divino" di Patricia Anthony. Questi ultimi però sono entrambi a sfondo storico quindi, vista la mia predilezione per il genere, credo che la mia opinione sia stata molto condizionata da questo fatto. Io stessa considero il ciclo degli Etruschi e quello dell'Anno Mille romanzi storici con una venatura di fantastico, e non certamente fantasy. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Le "Storie dell'Epoca Mu", e ora "Lisidranda", sono gli unici due veri fantasy che ho scritto in tutta la mia carriera.

In che rapporti sei con il cinema 'fantastico'?

Ottimi. Nel genere fantasy, e non dovrei dirlo, privilegio l'immagine rispetto alla parola; e poi il cinema fantastico è arrivato ormai a tali livelli di realizzazione! D'altra parte, io scrivo "per immagini", nel senso che vedo ciò che scrivo prima o nel momento in cui lo scrivo. Quindi anche per me è sempre l'immagine che si fa parola, e non viceversa.

Ci parli del tuo 'processo creativo'?

Il primo momento, la "nascita" del nucleo di un nuovo romanzo, scaturisce solitamente da una sensazione. Nel caso di un romanzo dove i luoghi e la base storica sono reali, spesso nasce proprio dall'emozione percepita visitando un luogo, o "incontrando" una figura storica che mi colpisce in modo particolare. Quando questo evento si verifica, ecco nascere il bisogno di "riportare alla vita" luoghi e persone che pure sono state vive nel loro tempo. E' accaduto con i re etruschi del ciclo appunto degli Etruschi, e con la figura del capitano Jean Louis Arlaud de Lacazette, per il "Margine dell'Alba".

Intorno a questo nucleo storia ed eventi si coagulano, e ormai posso dire che ciò avviene quasi spontaneamente. Una parte sempre molto piacevole è per me quella della preparazione. Rcerche storiche e ambientali se, appunto, la base è storica e ben precisa, o d'invenzione, se invece è del tutto fantastica. Nel caso di Lisidranda lo studio è stato meticoloso, perché ho voluto riunire e disseminare qui e là credenze, miti e leggende che sono patrimonio comune della nostra umanità. La scrittura vera e propria è la naturale estensione di questo processo, ed in effetti la storia, tutta la storia, esiste già nel momento in cui la inizio.

Io lavoro su una scaletta. Quando inizio un romanzo, la sua fine è già definita, così come il titolo. In corso d'opera posso mutare dei personaggi, aggiungerne di nuovi o ridefinirne altri previsti in un certo modo, ma che finiscono per svilupparsi in modo del tutto diverso. I miei personaggi sono molto… come posso dire? Autonomi. E qualche volta terribilmente indisciplinati. Al contrario della loro creatrice, che invece è molto disciplinata e costante quando lavora!

FantasyMagazine ringrazia mariangela Cerrino per la squisita disponibilità e invita i lettori ad approfondire la sua conoscenza sul sito

www.mariangelacerrino.it recentemente rinnovato