È prevista il 7 luglio l'uscita di Tales of Monkey Island, una serie di videogame che torna a narrare le avventure di Guybrush Treepwood, protagonista della serie di adventure game cominciata nel 1990 con Il segreto di Monkey Island. A produrla sarà la Telltale Games, che ha già realizzato una serie di giochi su Sam & Max, e si articolerà su 5 episodi.

Il segreto di Monkey Island, prodotto dalla LucasArts, è stato il primo adventure di una serie che narrava le avventure di Guybrush Treepwood, un ragazzotto di belle speranze, la cui aspirazione è diventare un pirata. Approdato sull'isola di Meleè, comincerà il suo apprendistato diventando uno spadaccino e radunando un improbabile equipaggio per raggiungere la mitica Monkey Island.  Nel farlo interferirà nei piani di conquista del pirata fantasma LeChuck, del quale sventerà anche il tentativo di matrimonio con la governatrice dell'isola Elaine Marley.

Il designer autore del gioco era Ron Gilbert, che ideò anche il seguito.

Il gioco era realizzato con una strumento di sviluppo innovativo per l'epoca, lo SCUMM, acronimo di Script Creation Utility for Maniac Mansion, un sistema sviluppato per l'avventura horror comica Maniac Mansion appunto, ma poi utilizzato dalla LucasArts per implementare molti altri giochi, che consentiva ai designer di realizzare giochi molto facilmente, consentendogli di programmare anche interfacce per giocatori molto user-friendly.

La grafica e la musica erano altre due componenti che ponevano il gioco allo stato dell'arte dell'epoca. La grafica brillante di Steve Purcell e la musica simil raggae di Micheal Land sono due elementi dei quali i giocatori di quella generazione non si sono mai dimenticati.

Ma a rendere un capolavoro queste due avventure è stata anche la qualità degli enigmi, e la straordinaria ironia con la quale erano costruiti. Se pensate che un pollo di gomma con una carrucola sia inutile, non sapete cosa vi siete persi finora, idem se non sapete come sia possibile aprire la chiusa di una diga con una scimmia pianista…

È infatti la brillante sceneggiatura, unita a dialoghi fulminanti (le battute dei duelli di spade, geniali!) e una ottima caratterizzazione dei personaggi, che rende questi due giochi d'avventura dei capolavori dell'arte di narrare in senso più ampio. Se è possibile narrare mediante un gioco, sicuramente la saga di Monkey Island ne è la dimostrazione.

Il seguito del primo gioco infatti, Monkey Island 2: LeChuck's Revenge, è sicuramente di qualità narrativa comparabile, se non superiore a quella del primo, oltre ad essere, inevitabilmente superiore dal punto di vista prettamente tecnico.

C'è anche da dire che i successivi due capitoli della saga, The Curse of Monkey Island e Escape From Monkey Island pur se tecnicamente superiori – il secondo era in grafica 3D – non erano all'altezza proprio dal punto di vista narrativo. Godibili e gradevoli, ma nulla di comparabile alla genialità dei primi due capitoli

Se pensate inoltre che in qualche modo la saga di Monkey Island sia una sorta di Pirati dei Caraibi ante litteram non sbagliate. Tra le fonti d'ispirazione di Ron Gilbert, c'è infatti la stessa attrazione di Disneyland, ossia Pirates of the Carribean, che ha ispirato l'omonima saga con protagonista Johnny Deep.

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