Italia: terra “fantastica”. Ricca di storia, tradizioni, leggende, fiabe. Ma anche di segreti arcani, religiosità, presunte magie, paure… Quanto fertile humus per uno scrittore?
Finis Terrae
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Immenso. Ma è quello che sostengo da anni. Il nostro folclore, da nord a sud isole comprese, è in grado di fornire linfa narrativa a chiunque ne voglia approfittare in modo intelligente. La faccenda del culto “proibito” di Santa Mariana, patrona delle partorienti, da me usata come “motivazione” ne L'estate di Montebuio, proviene proprio da quell'universo sterminato di religiosità di confine, a metà strada tra culti sconfessati e ritualità agresti: un mare antropologico nel quale perdersi in Italia. Avere solo il tempo e l'indipendenza economica per dedicarvisi… Questo sì che sarebbe un grandioso percorso da intraprendere. Anche perché interi nuclei folclorici vanno scomparendo in quanto periscono le generazioni che ne conservano la memoria.

Hai scritto svariati romanzi e racconti, senza contare i testi saggistici. Un paio di anni fa, in un’intervista per ThrillerMagazine ti chiesi a quale ti sentivi più legato? Mi rispondesti “Santanta”, successivamente uscito per Perdisa. Sei sempre di questa idea?

No, cambio idea spesso e volentieri. E, dopo tutto quello che siamo detti sin qui, non se ne fugge: oggi il mio cuore batte per L'estate di Montebuio, senza togliere nulla a Santanta di cui ho già scritto un prequel. Al libro uscito per Gargoyle mi lega soprattutto l'esperienza emotiva che lo ha ritmato. Non è stato un lavoro né una commissione. Ma un'autentica “mission”. Sono tornato in un luogo in cui non andavo da 45 anni, ho ritrovato gli amici di allora, ho rivisto con emozione la ragazzina (oggi per forza non più tale) per la quale mi presi una cotta fenomenale, ho scoperto nuovi amici e ho riscritto punti oscuri del mio passato. Come faccio a non sentirmi legato a questo libro? Per non dire che l'avventura continua… Due domeniche fa mi hanno telefonato da Montemaggio per chiedermi: “Danilo, vieni su? C'è la castagnata alle tre!”, e, mannaggia a me, non potevo perché avevo la casa piena di parenti. Ma lassù ci ritorno, ci ritorno spesso. Da casa mia a Montemaggio c'è un'ora di macchina. E ogni volta che ci vado, ricordo altro. Loro mi aiutano a ricordare, anche se non se ne rendono conto.

Danilo: che cos’è il Male?

Il Male è una vibrazione energetica che può diventare assordante e insopportabile. Ti farò una confidenza: mia moglie Fabienne possiede quell'orecchio di cui io non dispongo (dovrei dire, per fortuna) e sta proprio male quando “la sente”. Le gira la testa, le viene la nausea, nell'orecchio sente il buuuuzzzz o l'hum a seconda delle circostanze. È una vibrazione, un campo energetico, qualcuno lo chiama “morfogenetico”, e quando la vibrazione è negativa, non fa affatto bene. Può provenire da persone, da luoghi, da case, da strade, da sostanze… È in espansione perché le vibrazioni di quel tipo sono in aumento. È un discorso complesso che sto tentando di portare avanti su basi le più scientifiche possibile nella rubrica che tengo su Carmillaonline, La luce oscura. Vorrei ricordare solo che Danilo Arona, a questo proposito, è un ricercatore agnostico e non un folle visionario. So bene di quel che parlo, Onda compresa…

Allora, prima che arrivi l’Onda maligna ad investirci, mi affretto a chiudere l’intervista e a tagliare la corda. C’è qualcosa che vuoi aggiungere per i lettori di FantasyMagazine?

Stay tuned, Yon Kasarai minaccia di tornare. Quanto meno Pazuzu tra pochissimi giorni riprende a volare sopra il lago Ontario nell'antologia Archetipi, a cura delle benemerite Edizioni XII.

Grazie Danilo, e alla prossima. E salutaci Yon!

Se lo vedo… Ma il tipo è un orribile asociale. Grazie, Fabio, come sempre per la tua graditissima attenzione.