– A parte la perdita del leone e i saccheggi, in che condizioni era la tenuta? – continuò Eric, riportando la conversazione sull’argomento dell’uragano.

– La regina può risiedervi mentre esamina lo stato delle altre proprietà, ma per non più di un paio di notti – spiegò Andre.

Tutt’intorno ci furono minuscoli cenni di assenso.

– Veniamo alla perdita di personale da noi subita – proseguì Andre, passando al secondo punto del suo ordine del giorno, e tutti i vampiri si tesero, incluso Jake, l’ultimo arrivato. – Come sapete, la nostra  stima iniziale è stata modesta, perché siamo partiti dal presupposto che alcuni di noi sarebbero riapparsi una volta che l’impatto iniziale dell’uragano fosse stato assorbito. Invece, sono ricomparsi soltanto in dieci, cinque qui, tre a Baton Rouge e due a Monroe. A quanto pare, abbiamo perso trenta di noi solo nella Louisiana, e il Mississippi ne ha persi almeno dieci.

In tutta la stanza ci furono suoni sommessi e movimenti infinitesimali, a mano a mano che i vampiri di Shreveport reagivano a quella notizia. La concentrazione di vampiri, residenti e in visita, era stata elevata a New Orleans. Se Katrina avesse investito Tampa con quella stessa violenza, il numero dei morti e dei dispersi sarebbe stato di molto inferiore.

Sollevai una mano per chiedere la parola.

– Che ne è stato di Bubba? – domandai, una volta ottenuto un cenno di assenso da Andre. Da quando si era verificato l’uragano, non avevo più visto Bubba, né avevo avuto sue notizie. Se lo vedeste, lo riconoscereste, chiunque lo farebbe, almeno al di sopra di una certa fascia di età. Lui non era morto in quel bagno di Memphis, non del tutto, ma il suo cervello era rimasto danneggiato prima che venisse trasformato, e lui non era granché, come vampiro.

– Bubba è vivo – rispose Andre. – Si è nascosto in una cripta ed è sopravvissuto nutrendosi di piccoli mammiferi. Mentalmente non stava però molto bene, quindi la regina lo ha mandato nel Tennessee, dove risiederà per qualche tempo presso la nostra comunità di Nashville.

– Andre mi ha portato una lista dei dispersi – interloquì Eric. – La esporrò dopo la riunione.

Avevo avuto modo di conoscere alcune delle guardie della regina, e sarei stata lieta di sapere come se la erano cavata. Avendo un’altra domanda, sollevai di nuovo la mano.

– Sì, Sookie? – chiese Andre. Il suo sguardo vuoto parve inchiodarmi sulla sedia, e mi fece pentire di aver chiesto la parola.

– Sapete, mi sto domandando se uno dei re o delle regine che parteciperanno a questo summit, o come lo volete chiamare, abbia un… ecco, qualcuno in grado di prevedere eventi climatici, o qualcosa del genere, fra il suo personale.

Furono in molti a fissarmi con perplessità, ma Andre si mostrò interessato dalla mia osservazione.

– Lo chiedo perché il summit, o il convegno, o quello che è, doveva originariamente tenersi a primavera, ma poi… ci sono stati ritardi su ritardi, giusto? E poi Katrina si è abbattuto su New Orleans. Se il summit fosse iniziato quando doveva, la regina vi avrebbe preso parte trovandosi in una posizione di potere. Avrebbe avuto un notevole arsenale e un nutrito seguito di vampiri, e forse gli altri non sarebbero stati poi così ansiosi di processarla per la morte del re. Probabilmente, lei avrebbe ottenuto qualsiasi cosa avesse chiesto. Adesso invece si presenterà come… – Stavo per dire “come una mendicante”, ma mi corressi appena in tempo. – Come una sovrana molto meno potente – conclusi. Temevo che avrebbero riso di me o che mi avrebbero presa in giro, ma le mie parole furono seguite da un profondo silenzio, permeato di riflessione.

– Questa è una delle cose che dovrai cercare di appurare durante il summit – disse quindi Andre. – Adesso che mi ci hai fatto pensare, la cosa mi appare stranamente possibile. Eric?

– Sì, credo che in questa osservazione ci sia qualcosa di valido – convenne Eric, fissandomi. – Sookie è abile a pensare fuori degli schemi.

Da sotto il mio gomito, Pam mi sorrise.

– Cosa puoi dirci dell’azione legale avviata da Jennifer Cater? – chiese Clancy, che appariva a disagio sulla sedia che era stato tanto furbo da accaparrarsi.

Nel silenzio che seguì si sarebbe potuto sentir cadere uno spillo. Non avevo la minima idea di cosa fosse ciò di cui il vampiro dai capelli rossi stava parlando, ma pensai che sarebbe stato meglio aspettare di scoprirlo dall’evolversi della conversazione, piuttosto che fare una domanda diretta.

– È ancora attiva – rispose Andre.

– Jennifer Cater si stava addestrando per diventare il luogotenente di Peter Threadgill – disse Pam. – Quando si è verificato lo scontro, si trovava nell’Arkansas, a gestire gli affari del suo re.

Annuii, per farle capire che apprezzavo che mi avesse messa al corrente. Anche se non erano stati investiti dall’uragano, i vampiri dell’Arkansas avevano comunque subito una drastica riduzione dei loro effettivi, per opera del gruppo della Louisiana.