Per chi ancora non si fosse stancato del cappellaccio più famoso del cinema, per quelle che non hanno ancora digerito che il più fascinoso professore della storia dei film d’avventura sia convolato a giuste nozze con la sua più antica fiamma, ecco l’occasione di lustrarsi per la quinta volta le pupille da cinefili.

È in partenza il quinto Indiana Jones. A farcelo sapere, via BBC, è mister sguardo sciupafemmine in persona, che a detta delle fanciulle di tutte le età né gli anni né i chilometri hanno privato di un briciolo di fascino: Harrison Ford.

Curioso notare come il nostro attore con la a maiuscola abbia passato una buona ventina d’anni a cercare di togliersi di dosso la casacca da eroe intergalattico barra archeologo avventuriero a suon avvocati smemorati, agenti CIA e fuggitivi; e poi si sia rituffato con entusiasmo tra antichi idoli persi nella foresta e resti mezzi mummificati di conquistadores alla ricerca dell’El Dorado.

Naturalmente sappiamo tutti che il buon vecchio Indy nel cuore dei fan non ci è mai arrivato da solo, spinto com'è stato dalla passione per polverose avventure di George Lucas e Steven Spielberg, che non hanno bisogno di presentazioni.

Quando si parla del suo alter ego archeologico, Harrison Ford non può fare a meno di nominarli: “Steven, George e io siamo d’accordo su un abbozzo d’idea e stiamo per cominciare a svilupparla.”

E allora pronti a nuove, mirabolanti sorprese nella storia professionale del Professor Jones? Ricordate, nella lunga attesa dopo L’Ultima Crociata, quando avete pensato “Indiana Jones e gli alieni. Figuriamoci, manco in una barzelletta” ? C’è ancora qualcosa che non siete pronti ad affrontare?

Il buon Harrison augura a tutti una trepidante attesa: “Il processo funziona in questo modo: siamo tutti s’accordo sull’idea di base, e George ci lavora su per un bel po’. Poi io e Steven interveniamo su questa forma ancora embrionale. Se ci piace, allora cominciamo a lavorarci sopra con George. E quando, a un certo punto, questo lavoro diventa qualcosa di buono, partiamo. ”

Fa piacere che diciannove anni di questo frizzante brainstorming sia giunto alla conclusione che un branco di superarcheologi alieni interdimensionali sensitivi affetti da osteoporosi paramagnetica dovessero essere i protagonisti del Regno del Teschio di Cristallo. Così come reliquie paranormali ed esotici templi stavano agli Anni Trenta dei primi tre film di Indy, alieni e brillantina stanno agli Anni Cinquanta del quarto.  

E se i suoi papà cinematografici facessero fare al nostro ormai attempato eroe un altro bel balzo di una decina d’anni? Il professor Jones avrebbe a che fare coi figli dei fiori e una chitarra vecchia di tremila anni?