Agenzia Senzatempo - viaggio nell’Irlanda celtica, è la versione riveduta e ampliata di un testo per adolescenti che li introduce alla ricca mitologia irlandese. Per questo libro è di fondamentale importanza specificare quanto esso sia inteso per un target d’età adolescenziale o comunque di neofiti, altrimenti si rischia di non comprendere il complesso lavoro compiuto da Dario Giansanti e Claudia Maschio.

Il corpus mitologico irlandese, infatti, presenta molteplici difficoltà interpretative che chiunque si sia avvicinato con un minimo di serietà alla materia non può non conoscere, mentre nel lavoro in questione esso viene presentato per così come appare nelle varie fonti primarie: il libro della mucca bruna, il libro giallo di Lécan, i Fondamenti del Regno d’Irlanda e via discorrendo. Gli autori hanno intessuto il materiale presente in quei volumi antichi creando un percorso ideale che esplora la storia mitica dell’isola di smeraldo dalle prime invasioni, sino all’avvento del Cristianesimo con Patrizio.

Così andando da un ciclo mitologico a un altro e per la precisione si tratta dei cicli: delle invasioni, dei Tuatha dé Danann, dei Milesi, dell’Ulaid e di Cù Chulainn, il Feniano e per concludere la storia di S. Patrizio e Il destino dei figli di Lér.

Questo viaggio viene presentato come un effettivo tour turistico dell’agenzia Senzatempo, che raccoglie un insieme piuttosto assortito di viaggiatori più o meno consapevoli della natura fantastica del viaggio. A bordo di un attrezzatissimo calesse trainato dai mitici cavalli di Manannan Mac Lyr il gruppo si spinge verso l’alba mitologica d’Irlanda per esplorarla in senso cronologicamente progressivo sino alle epoche più recenti. Le avventure di questi mitonauti costituisce la cornice che unisce insieme i vari cicli leggendari.

Anche la struttura di questa cornice è stata realizzata con uno stile tipico della produzione per adolescenti, con personaggi come il professor Latinis, sempre o quasi avverso alle narrazioni “barbare” del popolo che mai conobbe la legge di Roma, o il ragioniere Rompini, pragmatista, convinto sino all’ultimo di stare vivendo un viaggio-studio per imparare l’inglese, ma anche il signor Senzatempo, così estremamente distratto per le piccole questioni che lo circondano, ma puntuale e appassionato nel mondo dell’Irrealtà.

L’intento di divulgare verso le nuove generazioni i miti e le leggende d’Irlanda – come di qualsiasi altra cultura – è senza dubbio meritevole, per quanto non si tratta di un tipo di materiale bisognoso di grandi accompagnamenti. La cornice di questo libro, in effetti, risulta pesante in diversi punti, segnatamente quelli in cui il gruppo dei viaggiatori dibatte sulla maggiore o minore bellezza di questo o quel racconto.

Tra l’altro, le manie del fantasma “palpeggiatore” Fergus mac Ròich a Emain Macha stonano con una narrazione per ragazzi.

Si può anche dire che mentre le leggende narrate sono spesso di tono assai bellicoso, con qualche punta di lirismo, il racconto da vacanza nel mondo dell’Irrealtà, con i suoi battibecchi, gli amori che nascono durante il viaggio e gli addii alla conclusione risulta alquanto fiacco.

Dato quanto sopra esposto, per un pubblico più maturo il sollievo arriva nelle appendici, soprattutto con le note di Latinis e Rompini che forniscono un assaggio del dovuto approccio critico alla mitologia di qualsiasi origine e al complesso ma affascinante gaelico irlandese.