"Vi piace lo stile gotico?”gli chiese il Re vedendolo assorto.

“E’ un grido lanciato al cielo, dagli oscuri labirinti e dalle infinite storture della vita terrena.”

Londra, anno 1803. Valcour de Valmont, medico omosessuale dall’intelletto vivace, esercita la professione fra clienti danarosi e i reietti dei suburbi più poveri.

La sua gemella Aline, anch’essa scienziata di talento, si trova invece in patria, a Parigi, nel tentativo di risolvere la loro precaria situazione finanziaria.

Quello cui appartengono è un periodo ricco di fermenti, nel quale il mondo della medicina è animato da nuove tecniche che coinvolgono corpo e psiche umana: galvanismo e dottrine mesmeriche, sperimentazioni pratiche e flussi mentali provocano effetti oscillanti fra meraviglia e orrore, rischiando di trascendere i limiti della morale.

L’Età dei Lumi sembra aver portato con sé anche ombre profonde. 

Durante una dimostrazione fra studiosi, Valcour rianima un paziente in apparenza deceduto utilizzando la “macchina galvanica” del professor Aldini; questo lo coinvolge nelle attività di una figura demoniaca, il dottor Ending, che si aggira nei luoghi della scienza uccidendo e sfidando ogni regola in nome della propria ossessiva ricerca: il fluido dell’immortalità.

Una frequentazione molto esclusiva e non esente da rischi porta invece Aline nella sfera privata di Napoleone, ormai futuro Imperatore di Francia.

Le vite dei gemelli saranno risucchiate in una rete di eventi molto più grandi di loro, apparentemente disgiunti ma in realtà strettamente collegati: intrighi politici e sinistri accadimenti, magie primitive e nuove scoperte scientifiche li stringeranno in un nodo assai complicato – e pericoloso - da sciogliere.

Tecniche di resurrezione – autore Gianfranco Manfredi, editore Gargoyle Books – è un romanzo di spessore che coniuga un viaggio conoscitivo razionale con il bagaglio pesante ma affascinante delle esperienze “oltre” il mondo sensibile.

Romanzo storico, scientifico, gotico - nonché mistery e thriller - l’opera dell’eclettico autore valtellinese offre un’omogenea commistione di generi animata da una significativa impronta personale.

Nel libro di Manfredi tutti, a loro modo, vengono a contatto con una qualche forma di “resurrezione”, fisica o mentale, desiderata o subita, dettata dall’amore, dalle ossessioni personali, dalla fede o dalla ragione. Del resto, la possibilità di un ritorno dalla morte ha ispirato rituali di sepoltura, spiritualità metafisiche, tradizioni, incubi e leggende fin dall'inizio dei tempi.

Nelle vicende narrate il tema si concretizza in manifestazioni più dilatate - nello spazio e nel tempo - di quanto le sperimentazioni pratiche possano catalogare, ma c’è ben poco di fideistico: come veri Dottor Frankenstein, medici e scienziati applicano le nuove forze elettriche ai cadaveri forniti dalle esecuzioni capitali e dai resurrection  men (violatori di tombe) con uno sguardo molto distratto alla dignità delle spoglie.

Aline aspetta un ritorno in cui ha sempre creduto - quello del suo uomo scomparso tragicamente nel romanzo precedente, Ho Freddo – con la forza del cuore e non certo della ragione.

L’attore Francis, amico goffo e fedele, spera nella propria rinascita artistica mettendo in scena una rianimazione grottesca.

Valcour vuole la “resurrezione dalle patologie” ma di fronte al suo rigore scientifico e all’impulso progressista insito nei nuovi tempi, spunta una forza dai connotati sovrannaturali con cui, assieme alla sorella, dovrà confrontarsi.

Sembra che l’idea di morire per sempre non piaccia proprio a nessuno e che, dopo l’Illuminismo, la speranza d’immortalità sia divenuta onere esclusivo del medico e della medicina in generale, ai quali anche oggi viene negato il diritto di fallire.

Nell’opera di Manfredi non ci sono spiegazioni universali o verità rivelate, ma solo una grande, affascinante apertura sul possibile e l’impossibile. Nel quadro di un’ambientazione documentata (a volte fin troppo) nei minimi particolari, ogni personaggio - protagonista o comprimario, di fantasia o storicamente esistito - possiede un realismo integrato e credibile.

Leggendo le vicissitudini di Valmont e Aline, arriviamo a conoscerne gusti, fragilità, desiderio di verità a qualunque costo: aspetti che li rendono eroi intensamente umani.

L’opera presenta forti connotati horror-gotici, ma non si può dire che terrorizzi.

Suspense, angoscia e pennellate macabre non mancano, fra assassini seriali, spedizioni nei cimiteri, ospedali sinistri e mummie che emergono da antiche tombe egizie - il tutto condito da una buona dose di colpi di scena - ma il brivido puro e semplice non è lo scopo del romanzo.

La sensazione è che l’autore non desideri provocare effetti ma porre una domanda: chi o cosa ha il potere di gestire il confine fra la materia e lo spirito, fra la vita e la morte?  Forse la paura vera sta proprio nel cercare (e magari trovare) questa risposta.