Chiudiamo con una domanda classica: che consigli darebbe oggi a un giovane scrittore?

Intanto ne darei parecchi. Direi che devi essere paziente con te stesso, non si diventa uno scrittore compiuto in una notte. Devi scrivere molto e sapere che di molto di questo materiale non sarai soddisfatto, finché non arriverai a scrivere qualcosa che ha un qualche valore. Devi scrivere con passione, devi credere nel tuo lavoro senza seguire una moda, senza copiare qualcuno o cercare di ricreare qualcosa che è già stato fatto. Devi trovare la tua voce, che sostanzialmente vuol dire scoprire il tipo di storia che riesci a scrivere in maniera credibile, e per fare questo è necessario provare generi molto diversi – questa in particolare è una cosa di cui sono convinto. Devi perseverare, continuare nonostante tutto, e se sei fortunato – perché la fortuna conta per metà dell'opera – forse un giorno troverai un editor che saprà vedere la qualità del tuo lavoro e saprà cosa farne.

Ma – e questa è la cosa più importante – se scrivi per essere pubblicato e avere fama e soldi, il mio consiglio è smettere immediatamente. Se scrivi perché è parte di ciò che sei, ami farlo e lo faresti anche senza essere pubblicato, allora va bene, qualunque cosa succeda starai bene. Ma scrivere solo per una possibile pubblicazione no, perché le possibilità che succeda sono così infinitesimali che le percentuali negative ti toglierebbero la speranza, rischierebbero di schiacciarti. La cosa interessante è che queste difficoltà sono proprio ciò che rende il percorso così valido e importante: ogni singolo autore che conosco ha alle spalle una storia incredibile su come è riuscito a pubblicare, contro tutte le avversità che puoi riuscire a immagine. Sono tutte storie che dimostrano quante strade diverse esistono per giungere alla meta.