Kevin Munroe – Un anno dopo aver terminato il film sulle Tartarughe Ninja mi è arrivata la proposta di girare Dylan Dog. Erano già otto anni che era in giro questo progetto, la Platinum era titolare dei diritti e voleva realizzarlo. La sceneggiatura era già pronta; quando mi è arrivata l’ho letta e l’ho trovata assolutamente eccezionale, fantastica, credo che avesse tutti gli elementi necessari per realizzare un certo tipo di film. L’umorismo, e poi una serie di potenzialità per costruire un mondo nuovo in modo diverso, ciò a cui ogni regista aspira.

Pare che molti anni prima di mettere le mani sulla sceneggiatura di Dylan Dog lei abbia collaborato a uno script su Martin Mystère. È vero? Che fine ha fatto quello script? Attorno a Dylan Dog c’è tutta una questione di diritti legali che variano da paese a paese, molto complessa. Vi siete basati sull’edizione americana? L’avete confrontata con quella italiana? Come siete riusciti a gestire le situazioni come quella di Groucho, che non c’è nella versione americana?

Rispondo a una domanda per volta. Sì è vero, ancora prima di sentir parlare di Dylan Dog, credo fosse nel 2001, avevo lavorato con la società che produceva Martin Mystère per svilupparne la serie televisiva ed è stato lì che ho “incrociato” Dylan Dog. Abbiamo cominciato a lavorare su questa serie di Martin Mystère che mi piaceva molto, mi piaceva l’idea di un uomo delle caverne come Java, loro però non erano titolari dei diritti in altri paesi, abbiamo avuto questo problema e abbiamo dovuto interrompere i lavori. Avevo letto i sei numeri pubblicati in inglese dalla Dark Horse di Dylan Dog, so che c’erano state tutta una serie di modifiche per questioni di tipo giuridico. Non avevo avuto modo di vedere la versione italiana. Quando mi è arrivata la sceneggiatura, in cui in realtà il titolo era Dead of Night, mi sono subito reso conto che era su Dylan Dog, quindi sono andato a cercarmi le versioni in italiano, e ovviamente ho trovato l’edizione italiana più profonda, come se nella traduzione inglese fosse andato perduto qualcosa. E questo succede spesso, perché in America la tendenza è quella di arrivare a un pubblico quanto mai vasto, perdendo profondità. La versione italiana è più specifica, ho letto tutte queste storie ma ho trovato che entrambe le versioni si prestassero sia da un punto di vista stilistico che per altri aspetti a poter esprimere questo mondo particolare.