Il frenetico incipit di Tekken: Blood Vengeance lasciava sperare in un film improntato all'azione più sfrenata. Quello che aspettavamo era una sequenza ininterrotta di combattimenti tra i personaggi del famoso videogame. Qualcosa che divertisse senza impegnare le sinapsi provate dal caldo estivo.

L'attesa è stata in parte delusa. Il film, scritto da Dai Sato, autore di successi dell'animazione giapponese come Cowboy Bebop e Ghost in the Shell: Stand Alone Complex, realizza con un grosso budget a disposizione quello che fa ogni produttore con i propri giocattoli: narrare una storia che li veda protagonisti.

La doverosa premessa è che non ho mai giocato al videogame, pertanto dovrete accontentarvi di una valutazione che riguardi il film come opera a sé stante, e non come inserita nell'universo narrativo dei videogiochi, nel quale, da quanto risulta dalla scheda del film, s'incastra tra le versioni 5 e 6 del programma.

Immaginatevi una storia nella quale ogni personaggio preso di peso dal videogioco interpreti un ruolo. Di ogni personaggio sono riconoscibili dagli appassionati la tenuta indossata nel gioco, le movenze, i tic, le mosse speciali.

Una storia è una specie di pretesto. Dopo lo spettacolare inseguimento dell'inizio i personaggi Nina e Anna Williams, al soldo di due corporazioni opposte,  rispettivamente la Mishima Zaibatsu e la  G Corporation, danno vita al primo scontro. Nulla di veramente risolutivo, ci sarà occasione per nuovi scontri.

Le due corporazioni sono entrambe interessate a uno studente, Shin Kamiya, e infiltrano nella sua scuola due agenti, ovvero Alisa Bosconovitch e  Ling Xiaoyu per riuscire a metterci le mani sopra. Il ragazzo è stato il soggetto di una serie di esperimenti genetici, il cui segreto darà grande potere al suo scopritore.

La parte scolastica farà sicuramente piacere a tutti gli amanti degli anime con tale ambientazione. Ci sono tutti gli elementi melò del genere, anche le interazioni tra i personaggi non hanno il tempo di essere sviluppate propriamente. Estenuanti parti dialogate lasciano allo spettatore solo la speranza che prima o poi qualche altro scontro si vedrà.

Arriveranno, ma sarà sempre troppo tardi. E' inutile dire che il "segreto" verrà scoperto, che si riveleranno i veri mandanti, che ci sarà una lenta ma inesorabile escalation degli scontri. Creature sempre più potenti se le daranno di santa ragione, faranno sempre capolino gli elementi più sentimentali della storia e appariranno ovviamente, in ruoli anche di primo piano anche altri personaggio del gioco.

Alla fine è la mancanza di senso del ritmo ad affossare il film. I combattimenti sono spettacolari, ma tanto vale giocarli e le parti narrative, viste come lungo intermezzo tra un combattimento e l'altro fanno sbadigliare un po'.

Dire che la computer grafica, basata su storyboard di Shinji Higuchi (Evangelion), è di prim'ordine ormai non fa più impressione a nessuno, persino la demo del gioco fa la sua figura. E' come dire che in un western sono bravi i cavalli.

Youichi Mori (Appleseed) ha diretto storie più corpose e con maggiore senso del ritmo di questo prodotto, che nasce come mega spot del nuovo videogioco, quasi una lunga demo. Certo i fan del gioco possono anche andare in visibilio quando, nel ruolo di un professore, appare il famoso personaggio Lee Chaolan, con il suo ancora più famoso tormentone (Excellent!), ma se non lo siete, il rischio noia è veramente alto.