Dinosauri e umani si ritrovano a condividere la medesima era, a quasi vent'anni dall'uscita del Jurassic Park di Steven Spielberg. Con Terra Nova si parte proprio da questo, dal regista di uno dei film più famosi della storia del cinema qui nei panni di produttore esecutivo - assieme a Peter Chernin, Brannon Braga, Renè Echevarria e Aaron Kaplan. C'è poi un background di fondo che ricalca - citando, plagiando... - prodotti di intrattanimento di genere. 

Terra Nova è stato presentanto come l'evento televisivo dell'anno. Spot, teaser trailer e il clamore di certi nomi (Steven Spielberg) hanno creato, nel bene e nel male, un'attesa probabilmente senza precedenti per un serial TV. Effettivamente il livello tecnico di questa avventura sul piccolo schermo è pari a quello dei grandi colossal cinematografici, da cui prende spunto a piene mani non senza suscitare perplessità. 

Nell'era della fiction moderna, il lavoro e la fantasia di alcuni dei nomi più influenti del panorama televisivo e cinematografico ci offrono, ancora una volta, un'avventura "survivor" ambientata in foreste incontaminate e panorami mozzafiato. Sceneggiatori e produttori che mettono sul piatto della bilancia una storia familiare per raccontare le vicissitudini dell'intero pianeta Terra, distrutto dall'ignoranza, dalle guerre e dall'incuria. Da qui inizia il pilot, che introduce a grandi linee lo scenario futuristico di un ipotetico anno 2149. 

La Terra è diventata invivibile e l'unica speranza per la razza umana si trova nel passato. La scoperta di alcuni scienziati ha dell'incredibile: una frattura temporale dell'universo consente di viaggiare nel Tempo. La scoperta diventa così una seconda opportunità, per l'uomo, di rimediare agli errori commessi, ripercorrendo i millenni di storia e salvare la Terra. 

Il quadro iniziale viene presentato da una Terra cupa e maleodorante, attraverso l'uso di una fotografia curata e di una scenografia in stile Cyber Punk. Viene immediatamente presentata la famigila Shannon, guidata dal padre poliziotto interpretato da Jason O'Mara. Il bel nucleo familiare affronta la prima difficoltà legata alla sopravvivenza: imbarcare clandestinamente la figlia più piccola nel viaggio temporale verso Terra Nova. Le leggi vigenti, infatti, vietano l'esistenza di famiglie composte da più di quattro persone: sovrappopolazione vuol dire estinzione. 

La telecamera concede allo spettatore scorci spettacolari della devastazione terrestre, mentre il punto di vista della narrazione è scrupolosamente e noiosamente incentrato sulle azioni della famigliola americana. Non ci sono infatti menzioni a situazioni analoghe nel resto del globo e tutta la razza umana è rappresentata dagli Shannon, il cui scopo è ritrovarsi felici e contenti sul pianeta Terra di 85 milioni di anni fa. 

Arrivati finalmente su Terra Nova, Jim Shannon e la moglie - interpretata dall'attrice Shelley Conn - hanno subito a che fare con le nuove scoperte della più piccola del gruppo, che sfamando un brachiosauro, ci presenta i primi dinosauri riprodotti digitalmente, in puro stile "spielbergriano". 

C'è poco da dire sul resto del pilot, a parte l'entrata in scena di Stephen Lang, rimasto invischiato nel ruolo del duro comandante già visto in Avatar. 

Il colossal tv descritto da Hollywood Reporter come "l'anello di congiunzione tra Avatar e Jurassic Park" è un'avventura che lascia pochissimo spazio all'originalità. Di spunti interessanti non vi è traccia, almeno in questo inizio. Tuttavia, da ciò che abbiamo potuto vedere all'anteprima del Roma Fiction Fest (e dagli ascolti tutt'altro che soddisfacenti della prima puntata andata in onda negli USA), dubitiamo seriamente che la serie riuscirà a decollare, a meno di colpi di scena inpensabili. La storia Shannon-centrica risulta irritante, inverosimile e limitativa, considerando che il background di fondo resta quello di riportare l'intera razza umana sulla retta via. Cosa accade nel resto del mondo? Gli altri continenti che fine hanno fatto? L'avventura è già avviata verso un preciso binario per rispondere a tali dubbi, e qui si fa largo un riferimento fastidioso a uno dei momenti cardine di Lost, l'entrata in scena di Altri uomini a rompere l'equilibrio dei protagonisti.

Girata in Australia, nel Queensland, la produzione di Terra Nova è costata oltre 150 milioni di dollari (di cui solo 10 per il pilot) e andrà in onda in 85 paesi e trasmessa in 21 lingue. Uno dei prodotti più ambiziosi mai realizzati per la tv rischia però di naufragare nell'ultimo pretesto moderno, ovvero puntare più sugli effetti speciali e sulle nuove tecnologie che sull'idea concettuale in sé, scontrandosi con le esigenze dello spettatore. Inoltre in questa serie composta di tredici episodi si aggiunge la presenza di numerosi clichè a rendere piatti i sessanta minuti di proiezione. 

La domanda sorge spontanea: nell'era della fiction d'alto livello, avevamo bisogno di un serial come Terra Nova? Sì, forse solo per accontentare i possessori di televisori HD, della tv via satellite e dell'home 3D.