Una ricerca che dura tutta una vita, un fratello-rivale a tratti infido, una sensualissima avversaria che darebbe del filo da torcere a chiunque. E occhioni, fusa e l'immancabile bicchierino di leche, latte. Questa la storia del Gatto con gli Stivali (Antonio Banderas) di Chris Miller, che si lancia insieme alla pericolosa micina Kitty Zampe di Velluto (Salma Hayek) e all'ambiguo uovo Humpty Dumpty (Zach Galifianakis) in un'impresa difficilissima: rubare da sotto al naso ai banditi Jack e Jill (Billy Bob Thornton e Amy Sedaris) i fagioli magici che conducono alla leggendaria oca dalle uova d'oro. 

Così prende le mosse Il Gatto con gli Stivali, spin-off dedicato al popolare felino spagnolo che aveva colpito il cuore e la fantasia degli spettatori nella fortunata saga cinematografica di Shrek. Come spesso accade in simili prodotti, è evidente la volontà di "appoggiarsi" all'appeal del personaggio, che nel corso della pellicola vediamo combattere, infrangere i cuori di tutte le micine che incontra e persino saltellare rincorrendo una fonte luminosa, come un gatto qualsiasi. Sono tuttavia ben caratterizzati anche i compagni di avventura del Gatto, dall'ambiguo Humpty Dumpty, che in un impeto di autocommiserazione afferma di non essere che un "uovo marcio", alla sensuale Kitty Zampe di Velluto, degna controparte per il Gatto. Divertenti i battibecchi tra i banditi Jack e Jill: lui vorrebbe un figlio, lei non vuole perdere la linea, pur mostrando un fisico decisamente in sovrappeso. Ottime le interpretazioni degli attori nella versione originale: Banderas in particolar modo è riuscito ad "animare" nel senso più profondo del termine un personaggio che senza la sua voce sarebbe stato sicuramente diverso. 

Semplice ma funzionale la trama: nella ricerca dell'oca dalle uova d'oro in cima alla pianta di fagioli magici di Jack si ravvisa un richiamo alla tradizione fiabesca che ci ha "regalato" questo Gatto come personaggio cinematografico. In questa pellicola tuttavia, viene ricreato un contesto diverso, che il produttore della pellicola Katzenberg definisce "mediterraneo" centrando con efficacia il punto. Il Gatto ricorda Zorro più che mai, frequenta saloon e attraversa gole desertiche, e se non vuole essere notato si mimetizza utilizzando le balle di fieno che svolazzano libere per le vie cittadine. 

Ottima la realizzazione tecnica, con un 3D efficace sin dalle prime scene e che dà il meglio di sé nella realizzazione della crescita della pianta dei fagioli magici. Ottima la fluidità nella resa dei movimenti dei personaggi, di cui sono ben ricostruite anche le espressioni facciali. Eppure, il vero "piatto forte" del film è la sua capacità di divertire semplicemente e di divertire tutti, a cominciare dai bambini, principali destinatari del prodotto. Pur tuttavia, la presenza di citazioni cinematografiche "colte", dal cinema western classico, per arrivare a Sergio Leone, passando per l'immancabile split-screen, ammicca ai genitori. allo scopo di non annoiarli.  Con prodotti curati a tale livello il cinema di animazione continua il lungo processo di emancipazione da un target esclusivamente infantile, per rivolgersi anche a un pubblico adulto.

Consigliamo dunque la visione della pellicola di Chris Miller, che può essere vista in modo assolutamente indipendente da Shrek, a chiunque sia pronto a lasciarsi trasportare in un'avventura fantastica a quattro zampe.