Eirian ancora non ricordava nulla di sé stessa, ma sapeva che questa era la sua città, questa era Aethe Las Siderhea…

- Bentornata a casa, Ylhan Thar… 

La splendida visione scomparve nel breve istante d’un battito di ciglia, le torri ed i palazzi dissolti nell’aria infuocata dal tramonto, tuttavia qualcosa era restato oltre le rovine: la più alta delle torri, quella che fu la più abbagliante, non si era piegata allo scorrere impietoso ed inesorabile del tempo, essa continuava a stagliarsi contro il cielo, ancora grandiosa ed imponente benché avesse cessato oramai di brillare; Eirian la riconobbe come Charas Ilyan, il cuore della città, la torre del Maestro dell’Arte… il luogo che sapeva essere la sua meta.

Il sole si era ormai ritirato completamente dal mondo per iniziare il suo viaggio tra le ombre. La notte regnava sulle rovine di Aethe Las Siderhea.

Nonostante la stanchezza e le ferite, Eirian era finalmente giunta alla porte della torre, folate di vento gelido spazzavano la strada in rovina alle sue spalle, il ghiaccio vincitore era giunto persino lì. Nella sua mente, la ragazza continuava a vedere le rovine che aveva appena attraversato come dovevano essere una volta: cariche di vita e calore, luminose e brillanti, percorse da migliaia di persone festanti ignare del dolore. Cos’era mai accaduto perché la rovina cadesse su una simile città? Che ne era stato degli abitanti? E in tutto questo che parte avevano i goul e lei stessa?

- Non temere, il tempo è infine giunto, vieni da me Ylhan Thar… 

Rassicurata da quella voce così dolce e familiare, Eirian non esitò più, il tempo delle risposte era giunto.

I grandi portali della torre si aprirono su di un salone ancor più ampio di quanto la ragazza si aspettasse, tutto al suo interno era avvolto da un’aura di magnificenza che neppure il tempo era in grado di cancellare; nonostante il buio, ogni cosa presente all’interno della torre possedeva una pallida luminescenza che le permetteva di vedere.

La sua attenzione venne attratta dal bagliore argenteo che pareva irradiarsi da lei stessa, le Lame di Luna avevano ripreso a brillare con sempre maggior intensità.

"Il centro del salone…"

Zoppicò verso il centro del salone quando improvvisamente tutto intorno a lei parve scomparire.

Eirian aprì gli occhi solo per essere accolta dalle tenebre: qualcosa dentro di lei le disse che si trovava nella stanza in cima alla torre, ma l’oscurità era tale che non aveva modo di accertarsene.

- Dove sono..? Le parole lasciarono le sue labbra in un sospiro, era davvero troppo stanca per superare qualsiasi altra prova, non sentiva nemmeno più il freddo…

- Il gelo ed il tempo qui non hanno potere, non ancora… - Era la stessa voce che già tante volte aveva sentito risuonare dentro di sé, melodiosa e rassicurante, la stessa voce che ricordava senza essere in grado di darle un volto, la stessa.. eppure qualcosa era diverso… La sentiva! Non risuonava più dentro il suo cuore, la udiva all’esterno, come appartenesse a qualcuno che in quel momento era da qualche parte nell’oscurità che la circondava.

Le mani della ragazza corsero alla cintura, dove sarebbero dovute essere le Lame di Luna, solo per scoprirne con terrore l’assenza.

- Non avere paura di me, - il tono della misteriosa voce si fece più dolce - Stella d’Inverno.

I ricordi cominciarono nuovamente ad affluire, come un fiume che troppo a lungo era stato arginato: Ylhan Thar… il soprannome che le era stato dato moltissimo tempo prima, dalla persona che più aveva amato.

- Perché? Perché vuoi impedirmi di restituire il volto alla tua voce? Perché.. fratello mio? - Nel rendersi conto delle sue parole, la voce già spezzata di Eirian si fece un sussurro mentre la ragazza cadeva in ginocchio, abbattuta ed esausta; se anche vi fosse stata luce nella stanza le lacrime le avrebbero impedito di rendersene conto, la guerriera dagli occhi di ghiaccio non aveva mai pianto prima d’allora.

La sensazione d’una carezza, fugace come il battito d’ali d’una farfalla, le fece alzare gli occhi: l’oscurità intorno a lei scomparve gradualmente per lasciare il posto alla visione della splendida Siderhea di un tempo, lo sguardo di Eirian poteva spaziare ovunque, come se la città magica fiorisse nuovamente intorno a lei.

- Così era un tempo la nostra bellissima Aethe Las Siderhea, riesci a ricordare la sua luce, la vita che la percorreva? - Eirian si guardò intorno cercando il fratello, ma non riuscì a vederlo, la sua voce proveniva da ogni parte e da nessuna.

- Nell’anno maledetto tre Maestri dell’Arte vennero corrotti dalle tenebre e seguirono il Maestro dell’Arte Oscura nel suo folle progetto di imprigionare il Potere nella sua purezza, incuranti del fatto che gli equilibri del mondo si sarebbero infranti, - Lo scenario intorno alla ragazza mutò, mostrando atroci battaglie - Siderhea, la più potente delle città magiche, si oppose strenuamente a quella follia. Venne fatto di tutto per scongiurare il peggio, sino a che tre dei quattro Maestri corrotti furono sconfitti, ma non fu abbastanza…