Ormai qualsiasi notizia abbia per oggetto la plurimiliardaria creatrice della serie Harry Potter suscita scalpore oltre il valore della notizia stessa, senza contare il lato economico della faccenda e tenendo presente che gli inglesi sono abili manipolatori di pettegolezzi, se non addirittura inventori di balle stratosferiche.

E’ recentissima la notizia, strombazzata da autorevoli quotidiani e riviste d’oltremanica, secondo la quale J.K. Rowling si sarebbe presa una sorta di rivincita sul suo ex-marito, il giornalista portoghese Jorge Arantes, raffigurandolo nel vanesio, presuntuoso, contaballe professore di Difesa Contro le Arti Oscure, Gilderoy Allock.

Pare che a scatenare la fantasia dei giornalisti inglesi sia stata una frase, incautamente riportata sul sito ufficiale della scrittrice che, in questo modo, si sarebbe vendicata di “averlo sopportato per due anni tondi tondi”.

Come qualsiasi altro scrittore è perfettamente normale che J.K. Rowling, più o meno coscientemente, abbia inserito episodi della sua vita nell’ambito dei propri romanzi, ma se effettivamente il personaggio del professor Gilderoy Allock è l’immagine speculare dell'ex-marito, due anni di matrimonio dovrebbero essere stati un atroce incubo di cui liberarsi più con l'uxoricidio che con una bacchetta magica.

“Tra moglie e marito non mettere il dito”, recita un vecchio proverbio, e comunque gli appassionati fan della scrittrice conoscono solo la sua versione dei fatti, ignorando completamente quale sia l’opinione della controparte.

Sarebbe interessante vedere cosa potrebbe succedere se il signor Arantes decidesse a sua volta di scrivere anche lui un romanzo nel quale dare a un personaggio particolarmente sgradevole (tipo Dolores Umbridge o Maga Magò) le fattezze e il comportamento dell'ex-mogliettina.

Per il momento, e tanto per cambiare, da parte della scrittrice britannica è arrivata l’ennesima smentita. Posto che ci si senta particolarmente coinvolti in questa telenovela matrimoniale, anche questa notizia finirà solo col mantenere alta e incrementare l’attenzione su un personaggio e una saga letteraria che, in fondo in fondo, non ne hanno poi così tanto bisogno.