In una recente intervista George R.R. Martin, il creatore delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, ha parlato della terza stagione di Game of Thrones, che a breve arriverà sugli schermi americani.

La scena che lo eccita – e preoccupa – maggiormente è ovviamente quella delle NR, la stessa scena che probabilmente stanno attendendo con i medesimi sentimenti i fan di lunga data dei romanzi. Martin non l'ha ancora vista, gli impegni legati alla scrittura sono stati troppo pressanti per consentirgli di recarsi sul set la scorsa estate, e non ha avuto altre occasioni per vedere il lavoro finito. È comunque consapevole di come la serie televisiva sia una creatura di David Benioff e D.B. Weiss. Lui si occupa dei romanzi, loro di Game of Thrones lavorando allo show sette giorni su sette e 24 ore al giorno. Sono i produttori a occuparsi di tutti i problemi, dalla scelta delle location al design dei set o alla scelta dei vari attori. E se anche a volte a George piacerebbe essere più coinvolto nel lavoro come in passato aveva fatto per La bella e la bestia, è ben consapevole di come la sua priorità principale sia ultimare i libri, e di non poter fare nulla più che scrivere una sceneggiatura a stagione.

Peter Dinklage stringe il suo Golden Globe.
Peter Dinklage stringe il suo Golden Globe.
I dieci anni trascorsi a Hollywood dallo scrittore, dalla metà degli anni '80 alla metà degli anni '90, gli consentono di avere un'ottima prospettiva sul lavoro di Benioff e Weiss. Sa, per esempio, che è impossibile trovare attori che corrispondano alla perfezione ai personaggi descritti nei romanzi, ma sa anche che è meglio avere nel cast un ottimo attore piuttosto che uno il cui solo pregio è la somiglianza alle sue parole. Un caso evidente è quello di Tyrion Lannister il cui interprete, Peter Dinklage, è molto più bello rispetto al suo corrispettivo di carta, ma che è una figura davvero viva grazie alla bravura dell'attore.

E se è vero che Martin ha questi personaggi nella testa fin dal 1991, e quindi di loro ha una forte immagine, esiste anche un personaggio per il quale in futuro lui stesso potrebbe essere influenzato dalla televisione. Si tratta di Osha, la donna dei Bruti interpretata in modo talmente magistrale da Natalia Tena da aver spinto lo scrittore a dichiarare che la figura televisiva è molto più affascinante di quella narrata da lui

George R. R. Martin
George R. R. Martin
Altri personaggi sono stati creati, o la loro importanza è stata enfatizzata, appositamente per la serie televisiva. Il Re delle spezie non compare nei romanzi come non vi compare Ros, nata dall'unione di diverse prostitute, ma si tratta di cambiamenti che non coinvolgono personaggi di primo piano e che devono essere valutati e dosati in modo molto attento.

Già la seconda stagione si è allontanata dai romanzi ben più di quanto non avesse fatto la prima, e questa divergenza non può che aumentare. Visto che ogni cosa è collegata alle altre un piccolo cambiamento nella prima stagione può portare a una differenza enorme nella quarta, perché ciò che avrebbe dovuto accadere non è mai accaduto. Può trattarsi di un personaggio marginale nel primo romanzo, comparso solo in una manciata di righe, ma che al suo riapparire nel prosieguo della storia è una figura già nota, completamente tagliato nella serie televisiva. In un caso di questo tipo il personaggio è del tutto ignoto agli spettatori e la sua presentazione nella storia e il suo impatto sono necessariamente diversi. Discorsi di questo tipo possono essere fatti per un'infinità di dettagli o situazioni, perciò il margine di libertà che la produzione televisiva ha a disposizione è molto limitato.

Per sapere come Benioff e Weiss hanno reso sullo schermo la prima parte di A Storm of Swords agli spettatori americani non rimane che attendere il prossimo 31 marzo.